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Alice nella città

‘Anemone’: i rami spezzati della mente

Per Alice nella città un incontro attesissimo con Ronan Day-Lewis, che presenta il suo primo lungometraggio insieme a suo padre, l'attore premio Oscar Daniel Day-Lewis, interprete protagonista del film drammatico.

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Anemone

Per Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del cinema di Roma arriva un vento nuovo e tanti volti noti. Uno tra questi è il grande ritorno di Daniel Day-Lewis, che interpreta un personaggio ambiguo, lacerato, a strati sottilissimi. Anemone è il debutto alla regia di suo figlio, Ronan Day-Lewis, e si costituisce già uno dei film più interessanti di quest’edizione.

Anemone: una vita ‘lichenica’ e il ritrovo di sè

Muschi, licheni, funghi, pini, abeti, more da mangiare, anemoni, tanti anemoni, come i fiori dell’infanzia sommersa di due fratelli. Questa storia ha i contorni visivi di una fiaba. A stretto contatto con la natura, nel cuore di una foresta remota del nord dell’Inghilterra dorme un uomo, Ray Stoker (Daniel Day-Lewis). Per un ritrovo di sé, o per la deposizione definitiva di una bussola, Ray ha scelto di vivere così, tra la nebbia di montagna e i ruscelli freddi della radura. Tutto potrebbe scorrere senza calendari né orari, se non fosse per l’arrivo di suo fratello Jem (Sean Bean) che vuole rivedere suo fratello e cercare di riportarlo a casa da suo figlio. Molte cose sono cambiate, altre non lo sono affatto e riemergono a galla nei lunghi dialoghi, intensi e soffocati tra i due fratelli. Emerge come dal fondo muschioso di un ruscello l’alchimia di questi due fratelli che, in pochi giorni, condividono il sonno, i ricordi d’infanzia, i traumi taciuti per anni di un passato che brucia ancora.

La guerra e i rami spezzati della mente

Dalle parole che sgorgano a fatica dai due fratelli, nella prima parte del film, si ricostruisce, con un filo che fatica a fare la resa dei conti, la tela del loro passato. Gli abusi, i ricordi in casa, l’arruolamento in guerra di Ray. Tutto è sfocato, ma ciò che ancora arde è il dolore che molto spesso è stato tenuto in fondo al cuore e mai confidato all’altro. Ray porta su di sé il peso dell’esperienza sul campo di battaglia. La guerra, in realtà, è il sotto testo principale della storia. Il film difatti comincia con un disegno naive che ripercorre alcuni eventi sanguinosi della guerra d’indipendenza irlandese. Cosa è successo a Ray dieci anni prima? E come hanno influito questi eventi sul rapporto con suo fratello? La conciliazione è difficile quanto la capacità di Ray di tornare davvero alla vita. Tra i rami spezzati di una mente fragile si annida un piccolo desiderio di non lasciarsi andare, e Jem in questo è forse l’unico in grado di aiutarlo.

“Da militare ti insegnano a stringere i denti. La guerra era il crimine e noi eravamo i soldati fantasma.”

 

Il realismo onirico e il disagio mentale

Come si rende visivo un malessere mentale? La sceneggiatura, curata a quattro mani da Ronan Day-Lewis e suo padre da spazio al realismo onirico, capace più di altri strumenti di accogliere questa sfida. Visioni notturne dalle forme inquietanti disturbano il sonno di Ray, che combatte contro gli spettri del suo passato. Fenomeni anomali che riflettono la discrasia interiore di Ray per una difficile ricomposizione di sé. Possibili i riferimenti al mondo di Harry Potter, che potrebbe aver influenzato il realismo magico del film (l’animale luminoso al lago, pioggia di pezzi di ghiaccio) ricco di immagini fantasy suggestive. Non è la prima volta che la magia tenta di andare incontro al cono d’ombra della salute mentale. Le alterazioni dell’umore e i disturbi psichici sono spesso accolti nel cinema da ambientazioni a metà tra l’adesione al reale e lo scivolamento nel fantastico. Le modalità sono tante e diverse. Abbiamo infatti le visioni realistiche di Beautiful Mind, le ossessioni distorte di The Aviator, le allucinazioni inquietanti di Requiem for a dream, l’horror macabro di Ragazze interrotte. Il cinema è l’arma perfetta per visualizzare, vivere e tentare di capire il disagio mentale, accogliendolo sopra un intento giudicante, nelle sue “reali” visioni.

 

“Un film che abbassa il volume del mondo e si sintonizza sull’uomo.”

Daniel Day Lewis: il ritorno di un interprete brillante

L’ultima volta che abbiamo visto Daniel Day-Lewis all’opera è stato nel 2017, con Il filo nascosto (Phantom Thread), diretto da Paul Thomas Anderson. Day Lewis ha interpretato magistralmente il rinomato stilista londinese Raynolds, che ha fatto dell’ossessione la base della sua carriera e della sua vita sentimentale. Severo, algido, maniacale, ma perfettamente restituito al pubblico dal volto di pietra dell’attore. Daniel Day-Lewis è in grado di incamerare un ventaglio infinito di emozioni ma sempre con un autocontrollo facciale che inquieta e disturba. L’austerità del personaggio di Raynolds rimane nell’immaginario collettivo come una delle interpretazioni più brillanti degli ultimi anni, che gli valse la Nomination agli Oscar. Con Ray l’attore abbraccia un nuovo indumento filmico, quello dell’isolamento, lasciando le pailettes de Il filo nascosto e riconnettendosi alla forza bruta, viscerale della natura. Il personaggio è composto stavolta da un’ ironia pungente, un rassegnato sarcasmo e il desiderio forte di essere sé stessi senza filtri, dopo anni di abusi e doveri militari. Il ritorno di questo magnetico interprete è un toccasana per l’industria del cinema, in cui Day-Lewis si muove con abilità e destrezza, senza perdere mai il fascino enigmatico con cui scava nei suoi personaggi: nevrotici, pungenti,  che non vogliono, e non devono, essere capiti davvero.

Jem Stoker: Andrai all’inferno, fratello.

Ray Stoker: Una riunione di famiglia.

Anemone

 

Anemone

  • Anno: 2025
  • Durata: 121'
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: drammatico, realismo onirico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Ronan Day-Lewis
  • Data di uscita: 17-October-2025