Presentato in anteprima mondiale ad Alice nella città, fuori concorso nella sezione Onde corte del Panorama italiano, El Conejo Lunar – Moon Rabbit (2024) di Giuseppe De Lauri, è prodotto da PlayLab Films e Herbie Studio e distribuito dalla Sayonara Film.
Un cortometraggio che parte dal reale, i personaggi e il concreto villaggio in cui vivono, per immergersi in una narrazione favolistica, dando origine a un inedito e metaforico Coming of Age senza però perdere quella concretezza ambientale.
El Conejo Lunar
Durante una festa di un villaggio nello Yucatán, un bambino di nome Jacob vede tutti sparire, compresa la sua amica Melanie, che si sente ormai cresciuta. Armato solo del suo coniglio domestico come compagnia e del suo cavallo, si addentra nella giungla per cercarla. Lì dentro, Jacob perde di Vista Melanie, e anche una parte importante di se stesso.
Il viaggio – iniziatico – dell’eroe Jacob
Attendendo il suo prossimo cortometraggio (titolo provvisorio Lottery), Giuseppe De Lauri con El Conejo Lunar è un autore prolifico, realizzatore di opere sperimentali e videoclip. Le ultime due opere sono le altrettanto originali Welcome (2022) e The Shell (2024). Nato a Napoli, ha iniziato come giornalista e poi ha subito spostato il suo interesse artistico verso il cinema.
Da anni residente a New York, dopo anni errabondi in altre città, come lui stesso ha confidato, De Lauri da oltre un decennio, tra spostamenti geografici e differenziazione di stili narrativi e formati, ha sicuramente acquisito in questa pellegrinazioni storie da raccontare e un singolare approccio al medium.
Già Welcome, anch’esso presentato alla Festa del cinema di Roma, era tratto da una storia vera. Un Coming of Age che abbracciava il Road Movie. In questo El Conejo Lunar, il regista si è addentrato nell’Yucatán, millenario stato del Messico, per raccontare un altro romanzo di formazione.
In questo caso attingendo dalla magia del luogo, pregno di legami con le ataviche leggende del luogo in cui vissero i Maya. Ambiente e fotografia, curata da Vinnie Maraghino, restano reali (la povertà, la natura incontaminata del luogo, i tratti indios dei personaggi) però lambiscono le atmosfere della fiaba.
Inoltrandosi nella foresta, usualmente luogo buio e pericoloso usato dalle antiche tribù come prova di coraggio e di crescita, il piccolo Jacob compie il classico viaggio dell’eroe, alla ricerca della sua “principessa”, per riportarla indietro.
Nella solitudine e nell’oscurità della foresta, è accompagnato soltanto dai suoi due amici animali. Un bambino spesso ha per amici soltanto gli animali, come si può vedere all’inizio quando parla con il suo cavallo. Alla fine Jacob scopre se stesso, capendo che deve lasciarli alle spalle quell’età.
Per lui è stato un viaggio iniziatico, ma fortunatamente De Lauri questo cambio d’età lo lascia tutto all’ellissi narrativo, a un risveglio.
