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Mubi Film

Il fascino del male: le dark ladies di MUBI nella rassegna ‘Una vera baddie’

Una rassegna che attraversa il mito della femme fatale, da Salomé alle anti-eroine contemporanee, restituendo complessità e potere alle “cattive” del cinema

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Audition MUBI

Ci sono personaggi che non si limitano a essere malvagi: divorano lo schermo, ribaltano i codici del desiderio e ci costringono a guardare il peggio di noi stessi. A loro MUBI dedica la rassegna “Una vera baddie”, un viaggio nel cuore nero della femminilità cinematografica, dal fascino magnetico di Marlene Dietrich alle mutilazioni mistiche di Lars von Trier.

Sin dai tempi del muto, la ‘cattiva irresistibile’ è stata più che un archetipo: un simbolo del potere dirompente dell’immaginario erotico. In Salomé (1923), l’eroina biblica di Oscar Wilde prende forma in una visione art déco di puro delirio visivo: la danza dei veli diventa rito di morte, desiderio che esige la decapitazione come prova d’amore. È da lì che comincia il viaggio della rassegna, tra corpi famelici, crudeltà rituali e sguardi che uccidono.

L’angelo azzurro (Josef von Sternberg, 1930)

Prima che le “baddie” diventassero moderne, c’era Marlene Dietrich. Nei panni della cantante Lola-Lola, seduce e umilia un professore rispettabile fino a ridurlo a un relitto. La sua ambiguità, a metà tra sirena e carnefice, è la matrice di tutte le femme fatale successive. Dietrich ride, canta, fuma: ogni gesto è un atto di dominio.

Basic Instinct (Paul Verhoeven, 1992)

Forse la più celebre tra le cattive moderne, Catherine Tramell è il trionfo del potere erotico come arma. Sharon Stone rovescia la tradizione hitchcockiana che racconta: “le bionde sono le vittime migliori”, trasformandosi in una predatrice elegante che uccide e manipola con la stessa grazia con cui accavalla le gambe. Il ghiaccio del suo punteruolo diventa il simbolo perfetto del suo fascino: trasparente, tagliente, letale. – Leggi la recensione.

Basic Instinct

Basic Instinct (Paul Verhoeven, 1992)

Audition (Takashi Miike, 1999)

In Giappone la crudeltà si fa rituale. La docile Eihi Shiina, inizialmente un’ombra fragile, rivela un’anima di puro orrore. Il suo sorriso si trasforma in maschera e il suo amore in tortura. Miike orchestra un crescendo di sadismo e compassione che lascia lo spettatore intrappolato nello stesso dilemma del protagonista: chi è davvero la vittima?

Cannibal Love – Mangiata viva (Claire Denis, 2001)

L’immaginario sensuale e ferino di Claire Denis raggiunge qui una delle sue vette più disturbanti. Béatrice Dalle, predatrice dagli occhi febbrili, adesca camionisti in una provincia francese che sembra sospesa tra sogno e incubo. Ogni suo gesto è una liturgia della fame: erotismo e ferocia si confondono fino a diventare una danza cannibale. Denis filma la carne come un paesaggio sacro e dannato, trasformando il corpo femminile in un campo di battaglia tra piacere e distruzione.

Revenge

Revenge (Coralie Fargeat, 2017)

Revenge (Coralie Fargeat, 2017), Lux Æterna (Gaspar Noé, 2019) e X (Ti West, 2022)

Le eredi contemporanee della “vera baddie” vivono in un cinema che non teme il sangue né la riflessione metacinematografica. Revenge ribalta il mito dello stupro vendicatore in una parabola pulp di empowerment. Lux Æterna è invece un sabba visivo in cui Béatrice Dalle e Charlotte Gainsbourg (di nuovo insieme) riflettono ironicamente sul martirio delle attrici nel cinema maschile. Ti West chiude il cerchio con X, dove la pornografia diventa terreno di scontro tra giovinezza, desiderio e morte: un manifesto della carne come destino.

I film MUBI su taxidrivers

MUBI celebra così un secolo di donne pericolose, spingendo lo spettatore a riconoscere quanto la cattiveria femminile sia stata, e continui a essere, una forza liberatoria. Dietro ogni “baddie” si nasconde una ribellione: al patriarcato, al dolore, alla rappresentazione stessa. E se la loro ferocia ci attrae tanto, forse è perché, in fondo, in ogni spettatore si cela il desiderio di essere una vera cattiva.