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‘Le stanze di Verdi’ di Marchesini, un atipico road movie

Grazie a Giulio Scarpati, in veste di narratore, il regista mostra un Giuseppe Verdi inedito. Dal 6 ottobre al cinema

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È un ritratto insolito di Giuseppe Verdi, quello che propone ne Le stanze di Verdi,  Riccardo Marchesini.

In luogo di interviste a musicologi che discettano sulla grandezza delle sue opere, di baritoni e soprani che eseguono tutt’oggi le famose arie tratte da L’Aida, La traviata o Il Rigoletto, il regista, allievo di Avati e Luchetti, ripercorre i luoghi nei quali ha vissuto il Maestro.

In questo atipico road-movie, a fare da Cicerone, è l’avvocato Marco Corradi che, nella prima parte, accompagna Giulio Scarpati nelle diverse tappe della Bassa Padana, tra Piacenza e Villanova d’Arda.

Tra una prova e l’altra de Il misantropo, Scarpati scopre dove è nata Luigia Rizzi Uttini, la madre del musicista, visita l’albergo San Marco, in stile liberty, ormai abbandonato, dove Verdi soggiornava a Piacenza, e giunge alla villa del Maestro, chiusa al pubblico, disabitata e consumata dall’usura del tempo.

Le stanze di Verdi: un viaggio in luoghi carichi di fascino e di storia

Tra una testimonianza e l’altra, emerge il ritratto di un musicista agricoltore, molto legato al territorio natale. Proprietario di diversi terreni, frequentava le fiere per comprare trattori. Allevatore, aveva due caseifici, che utilizzavano il latte delle sue aziende.

Generoso e filantropico, convinto che i contadini, che lavoravano per lui, dovessero vivere in case dignitose, le restaurava e offriva loro ospitalità. Infine, per i suoi contadini e gli abitanti della zona, fece costruire un ospedale, corredandolo di tutto il necessario, per far fronte alle loro esigenze sanitarie.

“Nella quiete e nella solitudine dei campi, riusciva a entrare in contatto con altre dimensioni.”

Scarpati, in veste di narratore, prosegue il suo viaggio e visita la casa natale di Verdi a Busseto, e intervista chi, nei diversi luoghi, custodisce con cura le tracce del suo passaggio.

Centrale nella vita dell’artista la figura di Antonio Barezzi, che lo accolse in casa quando il piccolo musicista  aveva appena dieci anni. Dopo la clamorosa bocciatura di Verdi al Conservatorio di Milano, fu lo stesso Barezzi, il suo mecenate, che gli pagò le lezioni di composizione e contrappunto.

Verdi sposò, poi, Margherita, la figlia di Barezzi, ma lei morì giovanissima a 26 anni. Scarpati fa poi un salto in una biblioteca che conserva il carteggio tra Verdi e Giuseppina Streppini, seconda moglie del Maestro.

Nella veste di narratore, un Giulio Scarpati empatico, misurato e coinvolgente

Nonostante gli amori e i diversi interessi per l’agricoltura, Giuseppe Verdi è descritto come un uomo ombroso, schivo, solitario, che si autodefinisce “un orso”. Dichiara un canonico:

“È più facile entrare nei segreti del Pentagono che entrare nella personalità di Verdi.”

Il viaggio di Scarpati non può che concludersi a Milano, dove Verdi è sepolto nella casa di riposo per i musicisti, fondata e voluta dallo stesso compositore.

Un doc girato con garbo, non agiografico, né celebrativo, che mette in risalto l’uomo e non il famoso musicista, che trasuda dell’amore e ammirazione del regista per questo gigante della musica, le cui opere sono ancora oggi rappresentate in tutto il mondo.

Un plauso a Giulio Scarpati che, in più di un’occasione, è apparso sinceramente commosso nel visitare i luoghi verdiani e che ha ascoltato, con una vivida partecipazione emotiva, le testimonianze degli intervistati.

Le stanze di Versi

  • Anno: 2025
  • Durata: 80'
  • Distribuzione: Giorgio Leopardi
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Riccardo Marchesini
  • Data di uscita: 06-October-2025