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Interviews

Malcolm McDowell: intervista con l’attore premiato al Lucca Film Festival 2025

Premio alla carriera e "accompagnamento" a 'Caligola: the ultimate cut' per l'attore britannico, diventato iconico per il ruolo da protagonista in 'Arancia Meccanica'

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malcolm mcdowell lucca film festival

Premiato con lo speciale premio alla carriera, al Lucca Film Festival 2025 è arrivato anche il noto attore Malcolm McDowell.

Tra aneddoti e curiosità si è messo a disposizione della stampa in uno spazio dedicato della kermesse per rispondere ad alcune domande sulla sua carriera, sui suoi film e ruoli più iconici e sul suo futuro.

Malcolm McDowell al Lucca Film Festival 2025: Arancia Meccanica

Tante le domande sull’iconico ruolo di Alex DeLarge nel film di Kubrick Arancia Meccanica e tanti gli aneddoti raccontati dall’attore britannico che ha voluto sottolineare come i film di quel periodo fossero molto più rivoluzionari e ribelli, anche perché realizzati in un clima bellico un po’ ovunque, in Europa, negli Stati Uniti, in Vietnam.

L’occasione gli ha permesso anche di ricordare e omaggiare il regista Lindsay Anderson che lo ha diretto nel suo debutto sul grande schermo con Se…. Alla domanda sul regista preferito, McDowell ha, infatti, fatto riferimento a colui che lo ha lanciato nel mondo del cinema definendolo come un ottimo professore, un uomo molto poetico e vulnerabile al quale deve tutto. Anche perché grazie a lui è stato notato da Kubrick che lo ha scelto per Alex in Arancia meccanica. Oltre a Anderson, ha poi citato anche Robert Altman e il fatto che spesso abbia collaborato con registi emergenti con i quali era curioso avere a che fare perché non si poteva sapere quale sarebbe stato il loro marchio di fabbrica.

malcolm mcdowell lucca film festival

Su Arancia Meccanica ha poi aggiunto che, appena uscito il film, era spaventato a proposito del fatto che le persone potessero preoccuparsi della violenza, anche se non c’è sangue.

Caligola: the ultimate cut

Tra le domande anche qualcosa riguardante la nuova versione di Caligola presentata al Festival. «Il film, per me, riguarda lo scegliere di essere una persona morale o immorale ed è una scelta di libertà». Queste le parole di Malcolm McDowell al Lucca Film Festival per commentare la versione più recente del film di Tinto Brass. Un film che l’attore ha definito futuristico già nel momento dell’uscita nelle sale nel 1979. Considerato come un antico mistero, il film che lo ha visto vestire i panni del noto imperatore, pur appartenendo al passato, tende a riaffacciarsi ogni tanto nella vita dell’attore britannico.

Attualità e futuro

Spazio anche all’attualità per un rapido commento sulla situazione mondiale (un po’ spaventosa) e sulla presa di posizione di alcuni colleghi, tra attori e registi, che si sono espressi in maniera solidale nei confronti della Palestina. McDowell ha tenuto a precisare di essere davvero contento di vedere che alcuni dei principali paesi europei hanno riconosciuto la Palestina. È un passo nella giusta direzione. Ma devono smetterla con questo tipo di bombardamenti su persone innocenti, in particolare sui bambini.

Sul suo futuro e sui suoi impegni cinematografici, invece, ha anticipato qualcosa, come il fatto che girerà per la prima volta un western, al quale ha contribuito anche uno dei suoi figli scrivendo la colonna sonora. Oltre a questo prenderà parte anche a un film scritto da Andrew Kevin Walker dal titolo iniziale Psycho Killer poi cambiato in PK e poi ha girato il film Summer House in uscita nei prossimi mesi, ambientato nel 1970, sulla costa orientale degli Stati Uniti con protagonista un ragazzo di 18/19 anni che sta aspettando di essere chiamato alle armi per andare in Vietnam. «Sto anche per girare un film tratto da Jane Austen», ha aggiunto precisando che non è girato come un film in costume, ma aggiornato al presente.

Anche Taxidrivers per una domanda a Malcolm McDowell al Lucca Film Festival 2025

Pensi che il personaggio di Alex DeLarge potrebbe vivere nel presente e se sì, come lo vedresti? Cosa farebbe e cosa penserebbe?

Beh, Alex sarebbe probabilmente in prigione (ride, ndr). Anche perché non puoi cavartela come forse potevi fare nei primi anni ‘70. Poi, ovviamente è un personaggio di fantasia che alcune persone ritengono uno psicopatico o qualcosa del genere.

Quando ho letto il libro dal quale è tratto il film ho capito che dovevo far sì che la gente lo apprezzasse, ma senza barare, senza essere sentimentale. Dovevano apprezzarlo alle sue condizioni. E quella è stata la parte divertente del lavoro: capire come farlo. Quindi ho cercato di renderlo nel modo che conoscete basandomi su questo perché lui semplicemente amava la vita. In realtà amava particolarmente saccheggiare, violentare, picchiare la gente… Ma c’è da dire che era sempre fatto, drogato.

Un po’ come succede oggi con alcune gang in certe città degli Stati Uniti, ma non solo. Anche Londra, per esempio, è piuttosto violenta.

Quindi alla fine va avanti tutto come è sempre stato, qualunque sia l’attività criminale. A cambiare è solo l’enfasi. Ma ci sono e ci saranno sempre persone che cercano di aggirare il sistema. Ed è quello che fa e ha fatto Alex.

E la cosa incredibile è che in un certo senso vince. Penso che sia questo che ha reso difficile per alcune persone apprezzarlo completamente. Il fatto che fosse tornato ad essere quello di prima non è stato digerito da tutti. Lui dice Sono guarito. E penso che per alcune persone sia stato davvero difficile accettarlo. Ma allo stesso tempo è questo che lo ha reso davvero interessante.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

Si ringrazia Carlo Dutto, ufficio stampa del Lucca Film Festival, per il coordinamento dell’intervista e per le foto