È vivo! È al Festival del Cinema di Venezia! Ma non è un’allusione ai pericoli dell’intelligenza artificiale.
La Biennale di Venezia
Il nuovo attesissimo film di Guillermo del Toro, Frankenstein, con protagonisti Jacob Elordi e Oscar Isaac, racconta la storia di uno scienziato brillante ma arrogante che dà vita a una creatura mostruosa — un esperimento che finisce per distruggere entrambi. Una narrazione potente sul potere, la corruzione e l’hybris, che però, secondo il regista premio Oscar, non vuole essere un’allegoria sulla diffusione dell’IA.
“Non è pensato come una metafora di questo,” ha dichiarato Del Toro durante la conferenza stampa ufficiale.
“Viviamo in tempi di paura e intimidazione. Il compito più urgente oggi è mantenere la nostra umanità, nonostante tutto ci spinga verso una visione dicotomica del mondo. Il film cerca di mostrare personaggi imperfetti, e il diritto che abbiamo tutti di esserlo — e soprattutto di comprenderci anche nelle condizioni più oppressive.”
“Temo più la stupidità naturale dell’intelligenza artificiale”
Con la sua consueta ironia, il regista ha poi aggiunto:
“Non ho paura dell’intelligenza artificiale. Ho paura della stupidità naturale.”
L’opera di Mary Shelley è stata adattata molte volte al cinema, celebre la versione del 1931 diretta da James Whale con Boris Karloff. Nella rilettura di Del Toro, Elordi interpreta la Creatura in conflitto mortale con il suo creatore, interpretato da Isaac. Ma più che un horror tradizionale, il regista immagina Frankenstein come un dramma familiare complesso e stratificato. Un progetto che Del Toro coltivava da tutta la vita.
“Seguo questa creatura da quando ero bambino. Ho aspettato il momento giusto, le condizioni ideali per farlo, sia dal punto di vista creativo che produttivo,” ha spiegato. E ha scherzato: “Ora che il film è finito, mi sento in depressione post-partum.”
Alla domanda su chi oggi rappresenti un “mostro” nella società, Jacob Elordi ha risposto senza esitazione:
“Gli uomini in giacca e cravatta.”
Del Toro ha rincarato la dose: “Soprattutto quelli ben tagliati.”
Oscar Isaac: “Non credevo fosse vero”
Oscar Isaac ha invece raccontato i suoi primi incontri con Del Toro, che lo hanno portato a ottenere il ruolo del dottor Victor Frankenstein.
“Non riesco a credere di essere qui ora. Due anni fa eravamo seduti a tavola, mangiando maiale cubano e parlando dei nostri padri e delle nostre vite. Poi Guillermo mi ha detto: ‘Voglio che tu sia Victor’. Non ero sicuro se lo dicesse davvero o se stessi sognando. Sembrava un traguardo incredibile.”
Un sogno da 120 milioni di dollari… in sala solo per tre settimane
Frankenstein ha un budget di 120 milioni di dollari e debutta in concorso per il Leone d’Oro, premio che Del Toro vinse nel 2017 con La forma dell’acqua. Al fianco dei due protagonisti, nel cast figurano anche Christoph Waltz, Mia Goth e il compositore Alexandre Desplat.
Distribuito da Netflix, il film avrà una breve uscita in sala di sole tre settimane, prima di arrivare in streaming. Ma Del Toro non è preoccupato.
“Certo, vorrei sempre avere più di tutto,” ha ammesso il regista. “Ma oggi non sai mai cosa può succedere al cinema.”
Ha ricordato l’uscita travagliata del suo thriller La fiera delle illusioni (2021), penalizzata dal Covid e dall’uscita in contemporanea di Spider-Man: No Way Home.
“Non si può prevedere cosa sia sostenibile. Ma se hai l’opportunità di raggiungere oltre 300 milioni di spettatori su Netflix, accetti la sfida. Realizzi un film che evochi il grande cinema e lo offri prima alle sale. Per me, è un’esperienza creativa appagante.”
Frankenstein la versione di Guillermo Del Toro