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Visioni dal mondo

‘C’è chi disse no. La Resistenza degli Internati Militari Italiani’

La vicenda dei 650.000 internati militari italiani che, dopo l’8 settembre 1943, scelsero la prigionia nei lager nazisti pur di dire no al nazifascismo.

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La storia dei 650.000 militari italiani che rifiutarono il nazifascismo nel 1943: per loro prigionia, fame e lager nazisti.

Ci sono pagine di storia che restano in ombra, dimenticate o volutamente ignorate, nonostante la loro forza e attualità. La vicenda degli Internati Militari Italiani è una di queste.

Migliaia di soldati che, dopo l’8 settembre 1943, rifiutarono di arruolarsi con i nazifascisti e scelsero la via più dura: la prigionia e la fame, pur di non tradire la propria coscienza.

Il documentario C’è chi disse no. La Resistenza degli Internati Militari Italiani intreccia immagini d’archivio e riprese contemporanee, alternando bianco e nero e colore, in un flusso visivo che annulla le distanze temporali.

I primi piani degli intervistati dialogano con lettere spedite dai lager, scritte incise sulle gavette, ricordi custoditi nella materia. Due giovani attori prestano la voce ai diari e alle testimonianze dell’epoca.

Non solo evocano figure come il poeta Tonino Guerra o lo scrittore Mario Rigoni Stern, ma diventano ponte tra generazioni, trasformando la memoria in futuro.

Diretto da Marialuisa Miraglia, il documentario è stato presentato all’11ª edizione di Visioni del Mondo.

La storia dei 650.000 militari italiani che rifiutarono il nazifascismo nel 1943: per loro prigionia, fame e lager nazisti.

C’è chi disse no. La Resistenza degli Internati Militari Italiani

Come si arrivò agli Internati Militari Italiani

L’8 settembre 1943 l’Italia annunciò l’armistizio con gli Alleati. L’esercito, impreparato e diviso, si trovò senza ordini chiari né una strategia comune. Le truppe tedesche reagirono rapidamente.

Occuparono città, caserme e nodi ferroviari, disarmando intere divisioni italiane colte di sorpresa. In poche settimane il controllo nazista si consolidò.
Circa 800.000 soldati italiani vennero catturati e deportati. I convogli militari attraversarono l’Europa verso i campi di prigionia situati in Germania e nei territori occupati.  I nazisti non li riconobbero come prigionieri di guerra.

Li classificarono come Internati Militari Italiani, negando così le tutele previste dalla Convenzione di Ginevra. La vita nei lager significava fame, freddo, lavori forzati e umiliazioni quotidiane. Molti non sopravvissero, ma la maggioranza resistette senza piegarsi.
Ogni internato ricevette una proposta: arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana o restare prigioniero. Accettare significava tornare liberi, rifiutare significava continuare a soffrire.

Oltre 600.000 soldati scelsero la prigionia. Rifiutarono il giuramento al fascismo e dimostrarono una forma di resistenza silenziosa, ma straordinariamente collettiva.

La loro scelta non fu un gesto isolato, ma un atto politico e morale che contribuì a delegittimare il regime fascista agli occhi dell’Europa occupata. Questo episodio, a lungo ignorato, segna un passaggio decisivo della Resistenza italiana e mostra come la libertà possa nascere anche dal sacrificio e dal rifiuto individuale.

La storia dei 650.000 militari italiani che rifiutarono il nazifascismo nel 1943: per loro prigionia, fame e lager nazisti.

C’è chi disse no. La Resistenza degli Internati Militari Italiani

C’è chi disse no. Pagato a caro prezzo

Si rifiutarono di combattere accanto ai nazisti e ai fascisti: pagarono a caro prezzo quel “no”.

Il documentario di Marialuisa Miraglia racconta le storie degli italiani che scelsero la dignità della prigionia alla complicità con il regime.

l’8 settembre 1943 gli italiani scelsero la dignità della prigionia alla complicità con il regime e mostra come persone note come:

Giovannino Guareschi (creatore di Don Camillo), il regista Luciano Salce, il poeta Tonino Guerra e Giovanni Rossi (padre di Vasco Rossi), e uomini comuni come Giuseppe Pagnoni, ex soldato milanese oggi 101enne abbiano subito sfruttamenti e fame.

C’è chi disse no. La Resistenza degli Internati Militari Italiani racconta la storia degli IMI, attraverso le immagini e i racconti dei figli di chi ha subito questa punizione per aver espresso “no” contro il regime nazista. Con le loro vicende, essi riflettono la condizione della guerra e le ingiustizie che questa ha prodotto.

Attraverso i disegni e le parole dei prigionieri, che i nazisti non vollero riconoscere come tali, privando gli italiani di ogni tipo di tutela, il documentario mostra come, anche in luoghi oscuri, i prigionieri riuscirono a creare spettacoli teatrali e melodie.

C’è chi disse no. La Resistenza degli Internati Militari Italiani è un’opera classica nell’impostazione, ma capace di raccontare con efficacia e di entrare nella mente dello spettatore, lasciando un segno profondo.

La storia dei 650.000 militari italiani che rifiutarono il nazifascismo nel 1943: per loro prigionia, fame e lager nazisti.

Alberto Guareschi mostra il manoscritto originale de: “La favola di Natale”

Gli attori Manuel Bovino e Diego Finazzi leggono appunti e testimonianze dei prigionieri, rimasti nei campi per due lunghissimi anni. Le loro voci rendono la narrazione intensa e commovente.

Unendo passato e presente per ricordare ciò che non va dimenticato, chi tornò portò per sempre i segni di ciò che aveva vissuto.

Una resistenza silenziosa, che lottò non con armi, ma con la fermezza di dire no al nazifascismo.

Da non perdere.

 

C’è chi disse no. La Resistenza degli Internati Militari Italiani

  • Anno: 2025
  • Durata: 56'
  • Distribuzione: 3D PRODUZIONI SRL
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Marialuisa Miraglia
  • Data di uscita: 14-September-2025