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‘Tutta Colpa del Rock’ conversazione con Andrea Jublin

'Tutta Colpa del Rock' di Andrea Jublin mescola generi e cinematografie per raccontare in chiave di commedia una storia tutta italiana

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andrea jublin

Presentato in anteprima al Giffoni 2025 Festival, Tutta Colpa del Rock di Andrea Jublin si ispira a The Commitments e School of Rock ma anche alla grande commedia italiana per raccontare una storia tutta italiana. Del film abbiamo parlato con il regista Andrea Jublin. 

Distribuito da Piper Film a partire dal 28 agosto, Tutta Colpa del Rock è interpretato tra gli altri da Lillo PetroloMaurizio LastricoElio, Naska – per la prima volta sul grande schermo – Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo,  Agnese Claisse, Massimo Cagnina e Carolina Crescentini.

Andrea Jublin e il suo Tutta colpa del rock

Il senso di Tutta colpa del rock emerge dalla concatenazione dei fatti e dalle azioni compiute dai personaggi e, nello specifico, dallo smacco tra le aspirazioni di Bruno di diventare una star musicale e la realtà che sembra negargli qualsiasi possibilità di realizzare questo sogno.

Avendo una certa età Bruno ha già capito che non diventerà una stella del rock per cui la sua aspirazione al momento è quella di vincere i soldi del Contest musicale per portare la figlia negli Stati Uniti al seguito del leggendario Rock Tour. Diciamo che la storia del film racconta il tentativo di un padre di riconquistare la fiducia della figlia.

Tutto colpa del rock mescola il genere musicale con quello carcerario facendo continui riferimenti agli stilemi e agli archetipi che li caratterizzano. 

Tutta colpa del rock è innanzitutto una commedia che, però, si nutre di melanconie, di silenzi e, come dicevi tu, di un cinema di genere, in questo caso quello carcerario, presente quando i protagonisti decidono di evadere dalla prigione per prendere parte al Contest musicale.

Il genere carcerario in particolare è molto stratificato perché il film non solo riflette sulla questione relativa al recupero dei detenuti, ma ne esplora anche i tratti distintivi legati all’action, quelli tipici del prison movie e del prison break.   

La commedia è un contenitore molto elastico che ti permette di far ridere, ma anche di farti riflettere mescolando riso e pianto. Dunque è vero che c’è una fuga dalla prigione, ma anche questa è fatta in chiave comica. D’altronde nella commedia gli opposti stanno molto bene insieme. Ci si può mettere tutto e il contrario di tutto: qui infatti la tenerezza della figlia di Bruno fa il paio con la cattiveria delle persone pronte a giudicare senza conoscere i fatti. Questo per dire come questo genere ti permette di fare qualunque cosa a patto di mantenerne la leggerezza e il divertimento. La commedia all’italiana era così: indagava il sociale senza smettere di far ridere.

andrea jublin

Costumi e ritratti

Come quella, Tutta colpa del rock è fustigatrice di costumi. Penso per esempio al ritratto della direttrice del carcere e soprattutto del sottosegretario di cui il film mette alla berlina l’idea di utilizzare le istituzioni per tornaconto personale.

Esattamente. Nella commedia italiana di questi uomini di potere ne abbiano visti tanti, sempre ritratti tra il ridicolo, il penoso e l’insopportabile. In questo senso nella parte del sottosegretario penso che Massimo De Lorenzo abbia fatto un ottimo lavoro.

Sono d’accordo. Guardandolo mi è venuto in mente la bravura di Mario Carotenuto. Tornando alla regia tu dimostri di essere molto consapevole dei topos di genere perché alla fine quelli relativi al carcere sono presenti nella quasi totalità.  La bravura è quella di saperne ribaltare gli aspetti drammatici in chiave comica. Penso al personaggio di Osso, il duro del carcere, pronto a rivelare una sensibilità inaspettata quando si tratta di cantare Il cielo in una stanza. Quella sequenza può essere un po’ la sintesi per capire il tuo modo di procedere.

Nel corso della presentazione al Giffoni Film Festival ha fatto molto piacere che la scena in questione abbia strappato applausi a scena aperta a conferma della grandi possibilità che ti dà la commedia. Certo, poi è indispensabile avere un attore capace di tradurre le tue idee e questo non dipende solo dal saper recitare, ma anche dall’avere la faccia e il corpo giusto per il personaggio. In questo caso Massimo Cagnina li aveva entrambi.

Andrea Jublin e la musica

Dal punto di vista musicale sei riuscito a tenere assieme realtà e immaginazione perché accanto ad attori che non avevano trascorsi in tal senso hai potuto lavorare con Lillo ed Elio, già leader del complesso Elio e le storie tese, che invece sono musicisti di professione.

Lo è anche Agnese Claisse che della batterista si è pure laureata in conservatorio. Cagnina è forse l’unico che non ha trascorsi musicali pur essendo molto intonato. Tieni conto che nella nostra mente Tutta colpa del rock doveva essere un film musicale avendo come riferimenti il bellissimo School of Rock e ancora The Commitments che è un film fondativo, pure molto divertente. Questo era il tipo di cinema a cui guardavamo consapevoli comunque che la nostra doveva essere comunque una storia molto italiana.

A proposito dell’ispirazione di School of Rock mi sembra presente nella scelta di “corpi animati” fuori dalla norma. In questo il film coglie nel segno restituendo la rottura della musica rock attraverso fisicità che come quelle di School of Rock e The Commitments sono lontane dai modelli classici delle produzioni mainstream.

Nel cinema si tenta di riprodurre una verità possibile in cui può succedere che in gruppo ci sia un bello però, ecco, è giusto indagare questi corpi perché la realtà è così. Poi, certo, bisogna sempre farlo all’interno del contenitore che si è scelto e dunque con un punto di vista che in questo caso è quello della commedia.

Momenti divertenti

Tutta colpa del rock ha momenti davvero esilaranti. Penso per esempio all’immaginario dei detenuti sintetizzato dalle diverse posizioni del cuscino poggiato sul letto che nel film immaginate alludere ad altrettante preferenze sessuali.

Infatti è questo il bello. Non mi è mai capitato di vedere un film dove c’è uno che parla dei messaggi lanciati attraverso le diverse posizioni del cuscino eppure all’interno di una commedia anche questo discorso risulta coerente e credibile rispetto al clima della storia.

Nel film esistono anche i cosiddetti personaggi tormentone chiamati ad arricchire la bizzarria della storia con le proprie ossessioni. Penso per esempio all’avvocato di Bruno interpretata da Sofia Panizzi, bravissima a fare della propria avvenenza uno strumento comico.

Per trovare l’attrice che doveva interpretarla abbiamo fatto provini molto lunghi perché si trattava di un personaggio che doveva far ridere pur avendo il phisique du role dell’avvocato rampante. Quindi come dici tu doveva essere bella, ma allo stesso tempo buffa. Sofia corrispondeva in pieno a questi requisiti.

Tutta colpa del rock ha una comunicazione molto istintiva e senza troppe dietrologie. Questo mi fa dire che la messa in scena ricalchi volutamente l’ingenuità del protagonista. È così?

Abbiamo voluto fare un film strutturalmente molto semplice con però all’interno delle zone distintive in cui ci fosse posto per una Roma appena più bella di quella vera in cui è possibile vedere due ragazzi che si baciano, una ragazza che gioca con il suo cane e un gruppo di giovani intenti a bere. Parliamo di sequenze che escono un po’ fuori dalla semplicità di cui parli e alle quali affidiamo la portata di uno sguardo più profondo.

Il rapporto tra l’ambiente e i personaggi nel film di Andrea Jublin

Il segno grafico è presente nella scelta delle scenografie. Le inquadrature esterne del carcere così come quelle del tribunale con il rigore essenziale delle loro architetture rimandano a uno stile da graphic novel.

È esattamente così. Questo razionalismo è stato molto cercato perché ci serviva qualcosa di costrittivo che andasse contro il desiderio di libertà dei personaggi e della stessa musica. Le architetture razionaliste erano visivamente molto belle, ma allo stesso capaci di rievocare il sentimento di costrizione vissuto dai protagonisti.

Il rapporto tra i personaggi e l’ambiente rimanda al contrasto tra la ribellione del rock e l’immobilità del sistema.

Esatto. Anche il Tribunale e l’ufficio del sotto segretario svolgono tale funzione. Questo segno è quello che abbiamo sempre cercato perché la commedia è sempre costruita sugli opposti partendo dal fatto che le cose si comprendono meglio quando sono immerse in qualcosa che le vuole negare.

Parliamo degli autori e del cinema che preferisci.

I film che preferisco sono quelli della grande commedia all’italiana degli anni sessanta e settanta. Dopodiché ti dovrei fare un elenco lunghissimo di registi e di lungometraggi che per essere entrati nella storia del cinema sono quelli che piacciono alla maggioranza delle persone.