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Locarno Film Festival

‘Dry Leaf’ Alexandre Koberidze tra presenze invisibili e assenze visibili.

Il cinema sospeso di Alexandre Koberidze in Concorso Internazionale al Locarno Film Festival

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Alexandre Koberidze, Dry Leaf

A Locarno Film Festival, in mezzo a titoli internazionali scintillanti e immagini perfette da poster, Dry Leaf di Alexandre Koberidze è arrivato come un oggetto strano e bellissimo, una sfida silenziosa a ciò che crediamo debba essere il cinema.

Presenze invisibili, assenze visibili

La famiglia è qui al centro, ma non solo come concetto narrativo: David Koberidze, padre di Alexandre, diventa Irakli; Giorgi, il fratello, costruisce la colonna sonora che intreccia elettronica e strumenti classici, e con questa musica il film avanza leggero, quasi senza peso, sospeso tra realtà e sogno.

La storia racconta la sparizione di Lisa, fotoreporter di campi da calcio della Georgia rurale. Il padre, Irakli e l’amico Levan, invisibile agli occhi, si mettono in viaggio per cercarla. Ma ridurre Dry Leaf a una semplice trama è come ridurre una poesia alla sua punteggiatura. Ogni incontro, ogni gesto, ogni passaggio in macchina diventa evento minimo e irripetibile. I pixel si mescolano alla polvere delle strade georgiane, le figure si dissolvono nei controluce, e il tempo si dilata, fino a diventare percezione più che misura. I personaggi invisibili suggeriscono molteplici linee temporali: passato, presente e futuro si intrecciano, si fanno eco tra loro, udibili solo a chi è disposto ad ascoltare.

Geografie intime di una Georgia rurale

Chi conosce il cinema georgiano contemporaneo sa quanto la liricità e la malinconia lo attraversino. Koberidze, nei suoi lavori precedenti – Let the Summer Never Come Again, What Do We See When We Look at the Sky? – ha sempre mostrato una predilezione per l’osservazione, i movimenti di macchina delicati, e un senso del tempo dilatato, dove ogni dettaglio assume un peso emotivo inatteso. E Dry Leaf continua questa pratica, senza compromessi: lenta osservazione del mondo, sguardo attento a ciò che sfugge alla fretta e alla passività.

La storia si muove tra geografie intime, tra strade e campi aperti, dove la leggerezza del caso diventa riflessione sul destino, sull’incontro, sulla perdita. Koberidze costruisce immagini in cui il cielo si staglia spesso al centro dello schermo, lineare e primordiale, quasi infantile, come i disegni che facciamo da bambini della nostra casa: un segno semplice e immediato, eppure carico di significato. È lo stesso gesto con cui Koberidze racconta la Georgia: l’architettura fragile, i paesaggi aperti, le strade che respirano insieme ai protagonisti. Ogni scena diventa così una memoria condivisa, un ricordo che possiamo sentire nostro, anche se non l’abbiamo vissuto direttamente.

Alexandre Koberidze, Dry Leaf

L’uomo sussurra alla natura

Nonostante il verde onnipresente, Dry Leaf non è un film sulla natura in senso astratto. È un film sull’interazione tra uomo e ambiente. Dai campi trasformati in alberghi, segno di un impatto umano invasivo, ai momenti in cui la natura è ospite e compagna, come la tazza appoggiata sulla cascata per permettere ai passanti di bere: piccoli gesti, dettagli quotidiani che rivelano un rispetto profondo e un senso di convivenza possibile.

La sensazione è quella di camminare in un mondo appena nato, di vedere ogni cosa con occhi vergini. Le strade, le architetture, il vento tra gli alberi, il riflesso della luce sull’acqua: tutto appare come ricreato dal ricordo, come rivedere vecchie fotografie attraverso la memoria emotiva piuttosto che con l’occhio oggettivo della realtà. È un cinema che ci insegna a guardare, a osservare, a riscoprire la meraviglia nelle cose più semplici.

Dry Leaf non arriva con clamore. Arriva come il sussurro di un mondo che esiste da sempre ma che dobbiamo imparare a vedere. Un cinema che insegna a essere presenti, a restare sospesi tra meraviglia e malinconia, tra realtà e sogno. Un invito a riconoscere l’intimità dei luoghi e delle persone, a osservare la natura non come sfondo, ma come un mondo fragile, bellissimo, ribelle nella sua leggerezza,  ospite e specchio di noi stessi.

Dry Leaf

  • Anno: 2025
  • Durata: 186'
  • Genere: Dramma
  • Nazionalita: Georgiano
  • Regia: Alexandre Koberidze