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Anticipazioni

Netflix sotto accusa: clima tossico e discriminazioni

Le cause contro Netflix intentate da due ex dirigenti rivelano un ambiente lavorativo ostile, discriminatorio e dominato da dinamiche di potere aggressive

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Netflix

Netflix torna sotto i riflettori per motivi tutt’altro che lusinghieri. Due cause legali, intentate da ex dirigenti della piattaforma, accusano l’azienda di aver tollerato comportamenti discriminatori, molestie e ritorsioni. Le testimonianze contenute nei documenti legali dipingono un quadro inquietante della cultura aziendale interna, descritta come spietata, misogina e insensibile alle segnalazioni dei dipendenti. Le denunce, presentate da Amy Takahara e Nhu-Y Phan, mettono in discussione l’etica e la responsabilità dei vertici di Netflix.

Le accuse di Amy Takahara

Amy Takahara, ex direttrice delle acquisizioni Kids & Family, ha recentemente modificato e ripresentato la sua denuncia contro Netflix e Edward Horasz, attuale direttore dei contenuti live action per bambini e tween. Secondo Takahara, il suo licenziamento avvenuto il 13 gennaio 2025, dopo sette anni di servizio, è stato una ritorsione per aver denunciato il comportamento scorretto del suo superiore.

Nel documento di 33 pagine depositato presso la Corte Superiore di Los Angeles, Takahara descrive un ambiente lavorativo “oppressivo, ostile e misogino”. Tra le accuse figurano episodi in cui Horasz avrebbe sminuito la sua salute mentale, le avrebbe detto che non era in grado di gestire contenuti “maschili” e avrebbe dovuto “limitarsi a show relazionali femminili”. Inoltre, avrebbe deriso colleghe incinte e parlato di una presunta “agenda lesbica” all’interno del team.

La risposta di Netflix

Netflix ha risposto con una dichiarazione standard:

“La posizione della signora Takahara è stata eliminata a seguito della riduzione del team. Le sue accuse sono prive di fondamento e riteniamo che il procedimento legale lo dimostrerà”.

Una risposta simile era stata data anche in merito alla causa di Nhu-Y Phan, ex dirigente delle relazioni sindacali, che aveva denunciato discriminazioni e molestie sessuali.

Un sistema che premia il silenzio

Secondo Takahara, le sue ripetute segnalazioni non hanno mai ricevuto l’attenzione dovuta. Dopo un incontro con Patti Medina, responsabile delle risorse umane, nel dicembre 2024, non sarebbe stata avviata alcuna indagine interna. Anzi, le sarebbe stato proposto un pacchetto di uscita senza alcuna possibilità di ricollocamento all’interno dell’azienda. Questo, secondo la denuncia, dimostrerebbe la volontà di Netflix di proteggere i dirigenti accusati e ignorare le lamentele delle donne.

 

Fonte: Deadline.