Connect with us

In Sala

‘Come Closer’ Tel Aviv non è il Midwest

Il film vincitore del Viewpoints Award al Tribeca Film Festival 2024 è nelle sale italiane. Un Coming of Age imperfetto ma significativo, tratto dalla straziante storia vera della sua regista

Pubblicato

il

Come Closer Tom Nesher

Con Come Closer, Tom Nesher, 28enne israeliana nata a Los Angeles, firma il suo debutto alla regia e alla sceneggiatura di un lungometraggio trasformando la propria storia personale in un cinema seducente nella forma e patinato nella sostanza.

Dopo la morte improvvisa del fratello Nati, la ventenne Eden (Lia Elalouf) si ritrova smarrita, incapace di colmare il vuoto dentro di sé. Quando scopre l’esistenza di una ragazza segreta nella vita del fratello, Maya (Daria Rosen), decide di incontrarla. Nasce così un legame inaspettato, passionale e pericoloso, che diventa il motore narrativo del film.

Come Closer, è stato un fulmine a ciel sereno: ha avuto un’eco dirompente nel panorama indipendente, elevando in breve tempo la figura di Tom Nesher, capace di trasformare una ferita personale in un’opera intensa e, almeno nelle sue intenzioni, universale.

Il film ha conquistato il Viewpoints Award al Tribeca Film Festival 2024, uno dei più prestigiosi eventi indipendenti al mondo, ed è stato celebrato anche al Jerusalem Film Festival e agli Ophir Awards.

Variety ha inserito Tom Nesher tra i 10 Directors to Watch del 2025, confermando l’interesse crescente verso la regista israeliana, costretta però a fare i conti con l’ostracismo internazionale riservato in questi anni agli autori della comunità ebraica.

Come closer. Esordio doloroso: un’opera in due parti

Come Closer dà l’impressione di essere diviso in due, più nella resa che nel concetto. La prima metà appare come un collage di cliché tipici del coming-of-age occidentale, costruiti con eccessiva perfezione. La colonna sonora, a tratti invadente, rischia di soffocare le immagini invece di sostenerle. Nonostante un montaggio brillante, la recitazione e la regia non sempre mantengono lo stesso livello. A parte Eden, i personaggi restano piatti, e la Tel Aviv messa in scena non sembra viva, ma piuttosto un tentativo di emulare i paesaggi del Midwest americano o le coste sconfinate della California, dove questo genere ha costruito la propria estetica giovane, romantica e chic. Il risultato appare artificioso, fittizio.

Eppure il film è anche un’analisi introspettiva, filtrata dallo sguardo di Eden. Il montaggio alterna sequenze serrate, capaci di trasmettere emozioni forti, a momenti più rarefatti, restituendo l’idea di un continuo passaggio tra coscienza e sogno. Le protagoniste si muovono così tra i dubbi, gli sbalzi d’umore dell’adolescenza e il dolore insopportabile di una perdita senza senso. Nella seconda parte il film prende un’altra direzione: abbandona i cliché, osa di più, e Nesher scava nel proprio cuore ferito, riversando sullo schermo ciò che vi trova dentro. È qui che Come Closer giustifica l’hype che lo accompagna.

Come Closer Tom Nesher

Lia Elalouf  e Daria Rosen in Come Closer (Tom Nesher, 2024)

Vita e morte a vent’anni

Come Closer racconta un lutto autentico attraverso una narrazione immediata, da un punto di vista preciso e caratterizzante. Questo conferisce al film una carica emotiva che trascende l’estetica pop, trasformandosi col passare delle scene in un ritratto psicologico intimo e autoriale. Morire a vent’anni non dovrebbe accadere, e per chi rimane non esistono manuali su come affrontarlo.

Questa chiave di lettura consente di apprezzare davvero il film e le interpretazioni delle protagoniste, che lo sostengono con naturalezza. Lia Elalouf e Daria Rosen reggono meravigliosamente dei ruoli delicatissimi, ma non tutti gli interpreti raggiungono lo stesso livello. Alcune scene risultano forzate o poco incisive, lasciando l’impressione che in fase di scrittura si sia osato più del dovuto. Errori perdonabili per un’esordiente con un budget ridotto. A eccezione di Eden e Maya, i personaggi restano poco sviluppati, quasi ornamentali, utili solo a fare da contrappunto al percorso della protagonista.

L’elefante nella stanza

Il film affronta senza filtri lutto, identità e memoria, oscillando tra apatia e sarcasmo. Emblematica è la scena in cui le due protagoniste parlano della consueta gita in Polonia organizzata dalle scuole israeliane: “Beh, la prossima settimana sarò ad Auschwitz.” – “Ahah, classico, buon Olocausto!”.

Un dialogo disturbante, soprattutto se estrapolato dal contesto, che riflette la distanza emotiva dei giovani dal peso del passato e dall’estremismo nazionalista. È in dettagli come questo che il film si fa più interessante: quando smette di imitare modelli preconfezionati e mette a nudo la contraddizione tra dolore privato e discorso collettivo. Una linea sottile, spesso rischiosa.

In questo senso Come Closer cammina su un terreno scivoloso: da un lato cerca di raccontare una storia intima e universale, dall’altro non può evitare di inserirsi nel più ampio discorso geopolitico sul cinema israeliano. Negli ultimi anni diversi festival hanno boicottato opere provenienti da Israele, scelta contestata da registi e produttori — come Gal Gadot — che hanno denunciato come queste decisioni finiscano per colpire soprattutto le produzioni indipendenti, non le istituzioni responsabili delle politiche governative. Un conflitto etico ancora aperto.

Come Closer Tom Nesher

Lia Elalouf in Come Closer (Tom Nesher, 2024)

Una voce nuova nello stesso coro

Come Closer non è un film perfetto. È talvolta sbrigativo, sbilanciato nella caratterizzazione dei personaggi, nella musica e nell’estetica. Ma è anche un esordio sincero, capace di aprire ferite e proporre un finale potente, amaro e doloroso. Eden rimane un personaggio ambiguo, egoista, che usa gli altri senza mai davvero cambiare. Ma proprio per questo è verosimile, giudicabile dal pubblico in quanto tale, e in grado di stimolare una riflessione più profonda.

Tra la patina dorata, qualche scivolone ideologico e un intreccio narrativo che fatica a sciogliersi, Come Closer resta un film capace di far innamorare le nuove generazioni, restituendo un’immagine autentica, seppur ambivalente, della crescita e della perdita. È in questa ambiguità che risiede la sua verità. Da qui si intravede una voce che, liberandosi delle sovrastrutture, potrà dire molto di più in futuro.

Al cinema con Fandango.

Come Closer

  • Anno: 2024
  • Durata: 107'
  • Distribuzione: Fandango
  • Genere: coming of age, drammatico, romantico
  • Nazionalita: Israele, Italia
  • Regia: Tom Nesher
  • Data di uscita: 28-August-2025