Passato in anteprima il 9 e il 10 agosto in tutta Italia, in sala per Piperfilm dal 28 agosto, Tutta colpa del rock è la nuova divertente commedia che vede protagonista Lillo Petrolo. Come si evince dal titolo, la musica è un elemento fondamentale della pellicola, diretta da Andrea Jublin e prodotta da Mattia Guerra. Il film, presentato al 52esimo Giffoni Film Festival, è una produzione Be Water Film e PiperFilm, in collaborazione con Netflix, mentre la colonna sonora è firmata da Motta, che cura anche la supervisione musicale.
PIPERFILM
Tutta colpa del rock | La trama
Nelle vene di Bruno (Lillo) scorre il rock più puro, che lo motiva e lo spinge verso la realizzazione di un sogno: diventare una star. Un inatteso incidente, però, rovina tutto, costringendolo a ridimensionare le sue ambizioni e a vestire i panni, forse troppo stretti, di un bravo padre di famiglia. Con una figlia teenager a cui fare da mentore e da guida, e una moglie che sa il fatto suo, Bruno non fa che combinare guai, incrinando sempre più quei rapporti già precari. Deciso a salvare il salvabile, decide di iscriversi a una competizione musicale, il Roma Rock Contest, così da ottenere il denaro per portare in America la figlia e accompagnarla nel mitico Rock Tour. Se non che, dopo averne pensata una delle sue, finisce in galera.
Bisogna essere pionieristici.
Qui incontra Roberto (Maurizio Lastrico), altro padre in crisi, con il quale condividerà la cella e l’idea di mettere su una band. Schierati sul palco insieme a loro, compariranno il Professore (il sempre esilarante Elio), la batterista irosa Eva (Agnese Claisse), l’imponente Osso (Massimo Cagnina) e il giovane K-Bone (a cui presta volto e voce il cantante Naska, per la prima volta sullo schermo). Con l’obiettivo di esibirsi al Roma Rock Contest, Bruno e il suo gruppo dovranno prima convincere la direttrice del carcere (Carolina Crescentini) e del sottosegretario (Massimo De Lorenzo).

La musica che segna la rinascita
Senza troppe pretese nè tanta originalità, Tutta colpa del rock racconta una storia di rinascita, se così la si vuol vedere, dove la musica assume un valore importante. Oltre a legare un padre e una figlia, o un uomo e i suoi compagni di cella, fa anche da specchio a momenti, situazioni, desideri. Ogni performance e ogni brano hanno il compito di trasmettere un concetto e di far riflettere su questo. Il contesto carcerario si rivela quindi perfetto allo scopo, sebbene la comicità rimanga ben salda al centro del progetto.
Noi siamo delle rockstar.

Forti della partecipazione di veri artisti musicali – da Elio a Naska – gli autori Matteo Menduni, Tommaso Renzoni e lo stesso Lillo, sfruttano al massimo le potenzialità insite nel rock, metafora di ribellione, libertà ed energia. Se i protagonisti sembrano aver tutti bisogno di una seconda occasione, detenuti o carcerieri che siano, questa arriva nel momento in cui capiscono i propri errori e decidono di mettersi a nudo. La speranza di cambiare le cose, recuperare un rapporto o rimettersi in carreggiata, segue un percorso poco lineare ma fattibile. E così Tutta colpa del rock ostenta i buoni sentimenti tipici della commedia, condita con della buona musica e suggellata dal brano inedito Nato nel posto sbagliato.
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.