The Square di Kim Bo-sol, film di animazione sudcoreano, vincitore del Premio del Pubblico ad Annecy e presentato al FEFF e al BIFAN (Bucheon International Fantastic Film Festival), è l’opera di esordio al lungometraggio del regista.
Isak Borg è un diplomatico svedese che, durante il suo mandato in Corea del Nord, si innamora di un’ufficiale del traffico, Bok-joo. Pur mantenendo la loro relazione segreta, vengono scoperti e per questo Isak inizia a sospettare del suo “interprete” Myeong-jun, che riveste un ruolo sospetto.
La Corea del Nord, quella sconosciuta
Ci sono certe cose della realtà nordcoreana che non possono essere raccontate e l’animazione è un modo delicato con cui poter trasportare una favola all’interno di un mondo che di favole non ne ammette.
Quella tra Isak Borg e Bok-joo è una storia d’amore le cui sequenze più toccanti sono in realtà anche quelle più pericolose. Isak e Bok-joo rischiano, per un minimo contatto, di essere denunciati: perché la relazione tra un diplomatico straniero e un’operatrice del traffico qualunque, non solo non è ammissibile ma è passabile come tradimento e spionaggio.
Il regista decide di ambientare gli ultimi giorni di questa storia in una Pyongyang nevosa, evidentemente gelida, ma riscaldata dal calore delle persone. Nell’impossibilità di creare un lieto fine, ben evidente sin dal principio della vicenda, si cerca comunque di affidare una soluzione ottimistica alle persone e all’onestà delle loro emozioni, malgrado la claustrofobica sovrastruttura della società in cui si è finiti per nascere. Ci sono buoni, ci sono i cattivi, ma questo non dipende dall’essere nordcoreano.
Il buono, in Corea del Nord
Umanizzare queste vite le rende meno lontane. Ma anche: annebbiare la favola perfetta del romanzo di queste precauzioni rigorose a cui si devono sottoporre di continuo i due amanti – come quella del nascondersi nelle notti gelide pur di rivolgersi la parola – ci mantiene ancorati alla società in cui la storia ha luogo. Insomma, l’amore esiste anche in quella prigione, e trova il modo di sbocciare ovunque, tra le crepe del sistema.
Film di chiusura del Far East Film Festival, The Square ha tutte le carte in regola per essere un melodramma moderno, tanto quanto un film politico dai toni miti. E il design fumoso delle strade di questa Pyongyang fatta di pedalate e di tracce di ruote sulla neve, ci porta in una dimensione che, per una volta, sembra non essere così minacciosa. È un pregio del film quello di consentire una fantasia lieve, una connessione emotiva, con un universo con regole davvero uniche, ma su cui ci si riesce a sintonizzare.
The Square è una visione romantica ma non per questo ci risparmia la durezza della realtà a cui si ispira. Il grigio, il freddo e la monotonia dei palazzi trovano nuovi colori nella storia d’amore dipinta da Kim Bo-sol.
