Netflix ha saputo trasformare il fascino inquietante dei serial killer in narrazione di alta qualità. Negli anni, la piattaforma, ha creato un catalogo di contenuti di tutto rispetto. In occasione dell’uscita di Monster: La storia di Ed Gein (disponibile dal 3 ottobre), tra adattamenti di casi reali e thriller psicologici, ecco le 10 migliori serie e docuserie disponibili su Netflix. Questi titoli esplorano la mente umana nel suo lato più oscuro e disturbante. Trame intricate, cast straordinari e regie impeccabili: preparatevi a entrare nelle parte più buia della psiche.
1. ‘Mindhunter’ apre la classifica sui migliori titoli Netflix sui serial killer
Ambientata alla fine degli anni ’70, Mindhunter ci porta nel cuore dell’FBI, dove due agenti visionari – Holden Ford (Jonathan Groff) e Bill Tench (Holt McCallany) – iniziano a studiare i serial killer per creare un nuovo metodo investigativo: la profilazione criminale. Ispirata al libro autobiografico di John E. Douglas e prodotta da DavidFincher, la serie è un capolavoro di tensione psicologica e regia elegante. I dialoghi sono taglienti e aiutano le ricostruzioni accurate di casi reali, come quelli di Ed Kemper e BTK.
Questa miniserie fa parte di una serie antologica che tratta dei serial killer più spietati. Con una performance disturbante e magnetica di EvanPeters, abituato a interpretare serial killer nelle serie tv. Dahmer è ideata da RyanMurphy e IanBrennan e ricostruisce la vita e i crimini di Jeffrey Dahmer, uno dei più crudeli assassini seriali americani. Più che una semplice cronaca di omicidi, Dahmer mette in luce l’indifferenza delle istituzioni e la vulnerabilità delle vittime, spesso appartenenti a minoranze ignorate dalla giustizia. Il racconto è crudo, doloroso, ma necessario, e si distingue per la sua capacità di restituire dignità a chi è stato dimenticato.
In una New York fin de siècle in pieno fermento sociale e scientifico, un brillante psicologo criminale – Laszlo Kreizler, interpretato da DanielBrühl – viene incaricato di indagare su una serie di omicidi di bambini. Al suo fianco ci sono l’illustratore di giornali John Moore (LukeEvans) e la prima donna impiegata al dipartimento di polizia, Sara Howard (DakotaFanning). Con atmosfere gotiche e una cura maniacale per i dettagli d’epoca, L’Alienista su Netflix è un raffinato thriller psicologico in cui il progresso scientifico si scontra con la brutalità di un serial killer.
Ispirata a una storia vera, questa miniserie racconta l’ascesa e la caduta di Charles Sobhraj. Questo truffatore e assassino seriale era attivo negli anni ’70 lungo il cosiddetto Hippie Trail, tra Bangkok, Kathmandu e Nuova Delhi. Il protagonista, interpretato con glaciale eleganza da Tahar Rahim, si muove come un camaleonte tra identità false, omicidi e inganni. La regia frammentata e l’ambientazione esotica aumentano il senso di smarrimento e tensione, mentre Jenna Coleman, nel ruolo della sua complice Marie-Andrée Leclerc, aggiunge una sfumatura tragica al racconto.
Diretta da JoeBerlinger, questa docuserie esplora il caso di Ted Bundy. Lo fa attraverso registrazioni audio inedite in cui lo stesso assassino racconta – con una freddezza disarmante – i suoi crimini. Il contrasto tra il carisma apparente di Bundy e l’orrore delle sue azioni è il fulcro di questa narrazione che vuole andare oltre il sensazionalismo. Ciò che questa docuserie fa è interrogarsi su come un uomo possa arrivare a uccidere oltre trenta donne. La serie mette in discussione l’immagine pubblica del killer e le falle di un sistema che ha ignorato i segnali d’allarme.
Questa miniserie documentaristica segue l’indagine che ha portato alla cattura di Richard Ramirez, il cosiddetto Night Stalker, che ha terrorizzato Los Angeles a metà degli anni ’80. Il racconto è affidato agli investigatori reali, Gil Carrillo e Frank Salerno, che condividono ricordi e dettagli inediti della caccia a uno degli assassini più inquietanti della storia americana. La regia di Tiller Russell restituisce la paura di quegli anni con ritmo cinematografico e una colonna sonora da brivido.
Slasher è una serie televisiva antologica horror canadese. Ogni stagione presenta una trama autoconclusiva, con un nuovo mistero e un nuovo assassino mascherato che perseguita un gruppo di vittime. La serie è nota per le sue scene cruente e per i colpi di scena inaspettati, che mantengono alta la tensione. La prima stagione, per esempio, si intitola TheExecutioner, ha come protagonista una donna che torna nella sua città natale, dove i suoi genitori furono uccisi, scatenando una nuova serie di omicidi. Le stagioni successive esplorano ambientazioni diverse, come un campeggio estivo isolato e un ricco ritrovo di famiglia su un’isola. La serie è stata paragonata ad American Horror Story per la sua struttura antologica.
Questa docuserie in due stagioni racconta casi in cui persone sono state condannate per omicidi – anche seriali – basandosi su confessioni ottenute con mezzi ambigui o manipolatori. Ogni episodio solleva dubbi profondi sulla legittimità delle indagini e sulla possibilità che uomini e donne innocenti stiano scontando pene ingiuste. Non è una serie sui serial killer nel senso classico, ma mostra come anche la ricerca della giustizia possa generare nuovi mostri.
9. ‘Crime Scene: Il killer di Times Square’
Ambientata nella New York degradata degli anni ’70, questa docuserie racconta i crimini di un assassino che agiva nel cuore della zona più oscura della città: Times Square, all’epoca centro del porno, della droga e dell’illegalità. Il racconto si allarga oltre il crimine, offrendo uno spaccato sociale su una metropoli in declino e su come il contesto culturale abbia protetto – o ignorato – l’esistenza di un serial killer. Joe Berlinger, ancora una volta, firma un’opera solida e inquietante.
10. ‘You’ chiude la classifica delle serie Netflix sui serial killer
You è una serie che ha fatto discutere per il modo in cui mescola romanticismo tossico e psicopatia. You segue la vita di Joe Goldberg, libraio colto e apparentemente gentile, ma in realtà un uomo ossessivo e manipolatore, capace di uccidere chiunque intralci la sua idea distorta d’amore. Interpretato da PennBadgley, Joe si racconta in prima persona, rendendo lo spettatore complice e giudice delle sue azioni. Le prime stagioni giocano con i cliché della commedia romantica per smontarli uno a uno in una spirale di violenza, seduzione e paranoia.