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‘Gerri’ : un crime umano che scava nella verità

Dai romanzi di Giorgia Lepore, la fiction ambientata in Puglia coniuga indagine e introspezione in un racconto crime originale e profondo

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Trasmessa in prima serata su Rai 1 a fine stagione televisiva e da pochi giorni disponibile su Netflix, Gerri è una serie crime italiana diretta da Giuseppe Bonito, tratta dai romanzi di Giorgia Lepore e prodotta da Cattleya e Rai Fiction

Un ispettore fuori dagli schemi

Il Gerri del titolo è Gregorio Esposito, un ispettore di polizia di origini rom.
Gerri è stato abbandonato dalla madre in tenera età ed è cresciuto in una casa famiglia a Napoli, sotto la tutela di un prete e di una perpetua.
Il senso di abbandono e la solitudine dell’infanzia hanno segnato profondamente la sua identità, riaffiorando spesso nel presente e condizionando anche il suo approccio umano e investigativo.
I casi che affronta – dai femminicidi, al traffico e alle sparizioni di minori – non sono mai semplici atti investigativi: diventano specchi opachi della sua storia personale, richiami involontari a ricordi infantili sbiaditi e dolorosi, in particolare all’ultimo sguardo scambiato con la madre, impresso nella sua memoria come una ferita aperta.  
La sofferenza degli altri lo attraversa profondamente e proprio questa connessione emotiva determina il suo approccio istintivo alle indagini. In ogni vittima Gerri ritrova, in parte, frammenti della propria storia.  

Pur essendo episodi autonomi, le singole storie compongono un mosaico coerente di dolore e verità. Le tematiche affrontate sono dure e di stretta attualità, raccontate con un realismo incisivo, oggi più che mai necessario. 

Gerri è un personaggio che sfugge alle categorie canoniche del genere: non è l’eroe buono in senso classico, né l’antieroe affascinante. È un uomo complesso, spigoloso, spesso più interessato a comprendere se stesso che a farsi comprendere dagli altri.
Insegue la verità con un’urgenza che nasce dalla sua frattura identitaria, oltre al senso del dovere,  e questo lo rende fortemente umano.

Un’interpretazione di rara autenticità

A renderlo decisamente credibile è l’interpretazione di Giulio Beranek, che offre una prova attoriale da considerarsi estremamente sincera e matura.
La sua è una recitazione costruita su una simbiosi profonda, quasi fisica, tra attore e personaggio.

Giulio Beranek e Valentina Romani in una scena della serie.

Lea Coen – l’altra faccia dell’indagine

Esposito è affiancato dalla vice ispettrice Lea Coen (interpretata da Valentina Romani) che incarna il suo esatto opposto: razionale, distaccata, ligia alle regole.
La Coen rappresenta la legge nella sua forma più fredda, Gerri la parte umana e istintiva. Il loro equilibrio incerto è una dinamica particolarmente interessante della serie.
Il personaggio della Coen, potenzialmente esposto al rischio di cadere nello stereotipo della “donna inflessibile” o della controparte romantica del protagonista tormentato, viene invece restituito dall’attrice con notevole intelligenza interpretativa, offrendo un ritratto sfumato e credibile.

Marinetti –  un pilastro saldo nella vita di Gerri

Un altro fulcro emotivo della narrazione è il legame tra Gerri e il commissario Alfredo Marinetti, interpretato da Fabrizio Ferracane. Marinetti non è solo un capo, è una figura paterna a tutti gli effetti, pur in assenza di legami di sangue. Con la moglie (Roberta Caronia) forma un nucleo familiare “adottivo” che rappresenta per Gerri una rara zona di calore, rifugio e stabilità.
Il loro affetto è trattenuto, mai esibito, ma chiaramente riconoscibile.
È Marinetti la prima persona che ha riposto fiducia in lui e questo legame, sobrio e mai retorico, si rivela uno degli snodi più autentici della serie.

Anche in questo ruolo, Ferracane conferma la sua capacità interpretativa, dando vita a un personaggio di grande spessore etico e morale.

In conclusione…

Gerri ha il merito di restituire al crime italiano un’anima, ricordando che dietro ogni poliziotto – e ogni criminale – ci sono storie più grandi, più dolorose, più ambigue di quanto i format consueti lascino immaginare. Lo fa senza retorica, senza violini in sottofondo, con un linguaggio visivo narrativo essenziale, quasi documentaristico.
È un crime coraggioso che si fa racconto umano e sociale.
Una serie che non cerca compiacimenti né facili consolazioni, ma che lascia un’impronta duratura.

Gerri

  • Anno: 2025
  • Durata: 100 min (episodio)
  • Genere: Drammatico, noir, poliziesco
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giuseppe Bonito