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Mubi Film

‘Mysterious Skin’, l’accettazione del trauma dalla condivisione di un dolore

L’infanzia perduta secondo Gregg Araki in un viaggio intimo e brutale nella memoria di una frattura

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Tratto dall’omonimo romanzo di Scott Heim del 1995, Mysterious Skin (2004) consolida il ruolo del regista Gregg Araki come voce di spicco del cinema cult queer, già affermata con la sua Teen Apocalypse Trilogy che comprende Totally Fucked Up del 1993, Doom Generation del 1995 e Ecstasy Generation del 1997.

Oggi su Mubi, il dramma, presentato alla 61ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia, è stato poi proiettato all’interno del Sundance Film Festival nel 2005 aggiudicandosi da parte della critica valutazioni per lo più positive. La regia di Araki è considerata matura, mentre le interpretazioni toccanti le interpretazioni dei due protagonisti conferiscono una trattazione del tema della pedofilia intensa, dolorosa ma rispettosa.

Mysterious skin: il trauma

I titoli di testa si aprono con una pioggia ralenti di luminosi e colorati cereali. A raccontare la storia di un decennio, le voci adulte di Neil (Joseph Gordon-Levitt) e Brian (Brady Corbett), due ragazzi di Atchison, piccola cittadina del Kansas, che hanno giocato nella stessa squadra di baseball e che si ritrovano ad avere in comune non solo il trauma dell’abuso sessuale ma la sofferente accettazione di un dolore condiviso.

Crescere attraverso il dolore due mondi paralleli

I protagonisti rivelano una complessità interiore che funge da contatto e distanza allo stesso tempo: Brian, cinico e apatico, rotola in una vertigine di incontenibile disinvoltura che si sovrappone al ricordo. Brian, fragile e impacciato, rifugge la memoria e, nascondendosi in un mondo costruito, tenta di rimuovere il trauma.

In Mysterious skin le interpretazioni di Joseph Gordon-Levitt e Brady Corbet – allora ancora volti appena emergenti – riescono a rendere queste sfumature, oscillando con efficacia tra intensità e sottrazione, in un racconto che alterna continuamente realtà e percezione, fatti e ricordi, trauma e rinascita.

Neil

Neil vive con una madre distratta dalle superficiali frequentazioni discontinue con cui si intrattiene e che coinvolgono il figlio come spettatore, al punto da indurlo a sperimentare, insieme alla pubertà, una precoce attrazione omosessuale.
Piccolo campione del baseball riceve immediatamente le premure del viscido coach (Bill Sage) che, dopo averlo adescato, si rivela essere un pedofilo. Sulla scia delle violenze subite da bambino, il Neil adolescente inizia a prostituirsi, per pochi spicci, con i marlboro men, incappando spesso in circostanze ambigue, aggressive e persino brutali.

Brian

Brian invece è cresciuto in una famiglia indifferente al nucleo collettivo, spezzata dalla freddezza di un padre che resta a distanza dalle dinamiche che lo vorrebbero coinvolto. Nel baseball, accanto a Neil che è il fuoriclasse, Brian non è altro che la timida schiappa della squadra, spesso anche bullizzato dai suoi stessi coetanei.
A seguito di svenimenti, amnesie, epistassi e incubi, Brian sviluppa un carattere introverso, tuttavia ossessionato dal capire l’origine del suo malessere. Persuaso di essere stato rapito anni prima dagli alieni, si rinchiude in se stesso e inizia a frequentare una donna che sembrerebbe confermare la sua tesi. Mano a mano che gli incubi si fanno più nitidi, Brian scopre che il suo passato è legato a quello di Neil e decide di affrontare il dolore lancinante della verità.

 

Si può reagire al dolore se condiviso?

Nel frattempo che Brian scava a fondo sul presunto rapimento alieno, emerge per contrasto la stasi esistenziale di Neil. Entrambi sembrano sospesi in una narrazione frammentata, fatta di ricordi sfocati e interpretazioni distorte, finché la verità  non inizia a ricomporsi. Il punto di svolta non arriva solo dall’interno: gli amici (Michelle Trachtenberg, Jeffrey Licon) innescano un’inversione di rotta, aiutando Neil e Brian a ritrovarsi e a rompere il silenzio. Così, mentre Brian esplode nella consapevolezza, Neil accoglie finalmente la propria vulnerabilità. Le loro storie convergono nell’epilogo, sulle note eteree dei Sigur Rós, in un momento di verità crudo, irrimediabile, ma liberatorio.

Mysterious skin: il peso della memoria

Araki mantiene gli elementi distintivi del suo stile – in un contrasto limpido tra lirismo e crudezza – e continua a esplorare i temi ricorrenti della giovinezza disorientata, la sessualità e il desiderio di evasione, scegliendo un approccio intimo ed equilibrato. Argomenti difficili, come la pedofilia e la prostituzione minorile sono raccontati come riflessi di un dolore profondo e di una crescita compromessa da una realtà deformata di cui non si può avere controllo.

Gregg Araki conserva la struttura letteraria del romanzo come un coming of age e, attraverso gli sguardi in camera, le inquadrature frontali, fonde toni cupi e pop con un equilibrio nuovo, più maturo. Mysterious Skin non cerca di rappresentare una generazione e tantomeno di fotografarne il decadimento: usa piuttosto un’esperienza estrema per illuminare quel fragile confine tra adolescenza e maturità, dove si inizia a fare i conti con il caos e con la propria identità.

Mysterious Skin

  • Anno: 2004
  • Durata: 99'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA, Paesi Bassi
  • Regia: Gregg Araki
  • Data di uscita: 01-May-2005