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Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

‘BUSEOK’ e il racconto della Corea del Sud

Un pezzo di Corea del Sud arriva venerdì 20 giugno al Pesaro Film Festival con 'Buseok', il corto di Park Kyujae

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Park Kyujae, giovane regista coreano, presenta il suo cortometraggio, 'Buseok', alla 61esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

In programmazione alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, il cortometraggio BUSEOK, rispecchia lo spirito e la voglia di sperimentazione che il Festival ha deciso di abbracciare per questa nuova edizione.

Qui per maggiori dettagli sulla 61°edizione del Festival.

La storia di BUSEOK

Prima di entrare nel vivo del cortometraggio e del suo modo di raccontare, è bene fare un passo indietro e delineare un po’ il contesto. Ci troviamo in Corea del Sud nel 676 in un tempio buddhista situato alle pendici del monte Bonghwang. Il tempio in questione è proprio quello di Buseoksa, conosciuto anche con il nome “Il Tempio della pietra fluttuante”.

Ma perché “pietra fluttuante”? La leggenda racconta che durante il periodo di sviluppo della cosiddetta scuola di Buseok, ci fu una donna cinese grande ammiratrice di Uisang, il fondatore della scuola. Quando Uisang decise di lasciare il Tempio e la Cina, dopo aver terminato i suoi studi, la donna si concentrò talmente tanto su di lui e sulla sua protezione che si trasformò in un drago, così da sorvegliarlo e aiutarlo a superare le difficoltà nel viaggio verso Silla, intrapreso dopo aver scoperto l’intenzione, da parte dell’Impero Cinese, di invadere uno dei tre regni di Corea.

Si racconta, inoltre, che la donna, per scacciare spiriti maligni che impedivano a Uisang di costruire il tempio dove attualmente si trova, iniziò ad appendere enormi pietre nel cielo, sopra le teste dei demoni. Da qui “pietra fluttuante”.

Tornando al corto, abbiamo una persona non bene identificata, che ripercorre le tracce della leggenda, le quali si intrecciano con quelle della storia della propria famiglia. Il viaggio di questa “non – persona” tocca Geomeunyeo e il Tempio di Buseok. Due luoghi che insieme alla casa dove viveva la nonna tracciano una linea retta sulla mappa della Corea del Sud.

Geomeunyeo è una roccia che si trova in una zona bonificata di Buseok; in origine una barriera corallina che emergeva dalle acque del mare, ora semplicemente un promontorio.

Park Kyujae, giovane regista coreano, presenta il suo cortometraggio, 'Buseok', alla 61esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

Un esercizio di stile

Il regista Park Kyujae per il suo cortometraggio fa delle scelte stilistiche estremamente precise e, probabilmente, anche rischiose.

Il corto è muto, non solo perché nessuno parla. Per tutti i suoi 18 minuti, è attraversato da un silenzio quasi assordante. Non c’è una musica, una voce narrante di sottofondo, qualcuno che legge i sottotitoli che riassumono in poche righe la storia. Nulla, solo il silenzio.

D’altra parte, c’è un uso della pellicola estremamente intelligente. Il corto alterna continuamente immagini in bianco e nero con immagini a colori, come se il bianco e nero rappresentasse ciò che è stato, e il colore rappresentasse ciò che è. L’alternanza tra i colori e i non colori, viene accompagnata da giochi di luce, in cui il regista dà sicuramente prova di essere già un abile maestro.

Park viaggia e si sposta nel tempo, attraversando fiumi e rocce con il suo cavalletto sempre in mano. Ripercorre le proprie tracce, va alla ricerca delle proprie origini cercando di mischiare il presente con il passato. Allo stesso tempo, porta avanti un esercizio di stile in cui dimostra di essere capace e sicuro con l’uso della pellicola e del bianco e nero; d’altra parte, la totale manca di suoni, potrebbe, effettivamente disturbare.

Editing Giulia Radice.

BUSEOK

  • Anno: 2024
  • Durata: 18'
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Park Kyujae