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Figari international short film festival

‘Closeout’ al Figari International Film Fest: la recensione

Pochi dialoghi e lunghi silenzi: il lutto al Figari Film Fest.

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Closeout

Dal 13 al 18 giugno si svolge il Figari International Short Film Fest, conosciuto anche come Figari Film Fest. Si tratta di un festival dedicato ai cortometraggi, ai nuovi media e alle arti digitali, nato nel 2011 a Golfo Aranci (Sardegna). E ormai giunto alla sua quindicesima edizione, con proiezioni in caratteristiche e suggestive location naturali come spiagge o lungomare. Tra le proiezioni appare anche Closeout, nella categoria international, un corto di sedici minuti sul lutto e la famiglia pronto a toccarvi il cuore. Ecco cosa ne pensiamo.

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Closeout: di cosa tratta il cortometraggio?

Aukse e suo padre Saulius arrivano nella casa del defunto nonno, dove Aukse scopre che Saulius ha intenzione di vendere la proprietà. Saulius considera gli oggetti rimasti nella casa come cianfrusaglie da buttare via, mentre per Aukse rappresentano ricordi che danno forma a una visione del passato completamente diversa. Guidata da questa nuova consapevolezza, Aukse, protagonista di Closeout, cerca di convincere il padre a riconsiderare la vendita. Ma la freddezza del loro rapporto e il lutto silenzioso ancora in corso sfociano in un confronto in cui nessuno dei due ha del tutto ragione.

Closeout

Un frame da ‘Closeout’, fonte: Agnė Girsaitė

Il lutto: giocatore silenzioso

Nel gioco del basket, il closeout è una manovra difensiva. Si chiama closeout quando un difensore si avvicina rapidamente a un attaccante che ha appena conquistato la palla, con lo scopo di ostacolare la sua corsa verso il canestro o incastrarlo e costringerlo a rivalutare le sue opzioni. E in effetti, il basket incombe sul corto Closeout come una mano fantasma, attraversandolo dall’inizio alla fine. Grande intensità del cortometraggio arriva non dalle sue parole, quanto dai suoi silenzi. In questo senso il silenzio si fa personaggio attivo all’interno della storia, impegnato a evidenziare il vuoto incolmabile lasciato da un lutto profondo tra due persone, come Aukse e Saulius, distanti nonostante la vicinanza.

Closeout non perde particolare tempo in parole: dalla musica allo sfruttamento dei silenzi è un corto quasi delicato, che racconta una storia invisibile. Che si sviluppa nell’attesa, nel silenzio, nel tempo che scorre più lento che mai. È un corto che parla di chi resta indietro, di chi rimane e deve affrontare il dolore per ciò che invece non esiste più. Così in pochi minuti ci lascia entrare nell’intimo dolore di due personalità diverse, padre e figlia, che nella casa vedono cose diverse: un luogo da cui fuggire, o uno scrigno di ricordi. Nessuno che abbia torto, nessuno che abbia ragione: solo l’evidente incapacità di starsi accanto, quanto un dolore brucia così a fondo dentro.

Closeout

Un’immagine da ‘Closeout’, fonte: Agnė Girsaitė

Regia e luci in Closeout

La regia di Closeout è morbida e quasi invisibile, uno spettatore silenzioso all’interno della storia. Si fa più intima e soffocante nei momenti di raccordo e riflessione, o più spaziosa e ampia in sequenze più accomodanti, coi personaggi che si aprono un po’ allo spettatore. Accade per esempio nei momenti in cui Saulius gioca a basket, ritornando all’infanzia soleggiata e accogliente. Ad accompagnare la regia l’utilizzo preciso delle luci: più cupe e ombrose all’interno della casa, luogo di conflitto e dolorosi ricordi. E più soffici fuori, come a lasciarci respirare. Si tratta di un corto di pochi minuti che riesce però ad abbracciare la parte dello spettatore che in momenti della sua vita si è sentito Aukse o Saulius, senza dar ragione a nessuno dei due e, contemporaneamente, comprendendo entrambi.

Ciao! Sono Aurora e cliccando qui puoi trovare tutti i miei articoli.

Closeout

  • Anno: 2024
  • Durata: 16 min
  • Genere: Dramma, cortometraggio
  • Nazionalita: Lituania
  • Regia: Agnė Girsaitė