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Anticipazioni

‘Bloodride’: l’antologia horror scandinava che conquista Netflix

Dal Nord Europa arriva una serie inquietante che mescola horror e suspense, con episodi indipendenti legati da un misterioso autobus diretto verso destinazioni sinistre

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Nel 2025, il successo di Black Mirror continua a dominare il panorama televisivo internazionale, consolidandosi come una delle serie più influenti degli ultimi decenni. Creata da Charlie Brooker, questa produzione antologica ha saputo catturare l’attenzione del pubblico con la sua capacità di esplorare il lato oscuro della tecnologia, evidenziando scenari futuri inquietanti e distopici. La sua natura provocatoria e il suo approccio filosofico hanno reso Black Mirror un punto di riferimento per chi cerca un intrattenimento che vada oltre il semplice storytelling. Grazie al suo impatto, numerosi show hanno cercato di replicarne l’atmosfera e il formato, cercando di coniugare suspense e critica sociale. Una delle produzioni che si avvicina maggiormente a questo stile proviene dal Nord Europa e si distingue per il suo intrigante approccio all’horror.

Bloodride – La trama

Tra le molteplici serie nate sotto l’influenza di Black Mirror, Bloodride rappresenta una delle proposte più interessanti. Creata in Norvegia da Kjetil Indregard e Atle Knudsen, questa produzione ha debuttato su Netflix nel 2020, portando una ventata di freschezza nel genere horror. La serie adotta un formato antologico, caratterizzato da episodi indipendenti che ruotano attorno a un inquietante filo conduttore: un autobus misterioso che trasporta un gruppo di passeggeri verso destinazioni sinistre e sconosciute. Ogni puntata segue uno o più viaggiatori, esplorando le loro storie e immergendoli in situazioni spaventose e imprevedibili. Il concept della serie mescola elementi sovrannaturali con tensione psicologica, creando un’atmosfera cupa e magnetica.

Tra horror e black humor

Uno degli aspetti più distintivi di Bloodride è la sua capacità di fondere horror e humor nero, creando un mix di tensione e ironia che cattura lo spettatore. A differenza di Black Mirror, che affonda le sue radici nella fantascienza e nella critica sociale, Bloodride si avvicina maggiormente alla narrativa horror tradizionale, con racconti che evocano situazioni inquietanti e spesso legate a disturbi psicologici. La serie riesce a sorprendere il pubblico con storie che sembrano attingere da paure profonde e reali, ma sempre filtrate attraverso un approccio creativo e originale. Gli episodi sono costruiti con un ritmo incalzante e non esitano a esplorare tematiche disturbanti, mantenendo comunque un tono intrigante e coinvolgente.

Reazioni contrastanti del pubblico

Il riscontro del pubblico nei confronti di Bloodride è stato variegato: mentre molti spettatori hanno accolto la serie con entusiasmo, altri hanno evidenziato alcuni aspetti meno riusciti. Diversi utenti online hanno descritto la serie come una gemma nascosta nel catalogo Netflix, lodandone l’originalità e l’atmosfera unica. Tuttavia, non mancano critiche: su Rotten Tomatoes la serie ha ottenuto solo il 59% di recensioni positive, con alcuni spettatori che lamentano la prevedibilità di certe trame e la mancanza di una profondità narrativa paragonabile a Black Mirror.

Bloodride – Vale la pena guardarla?

Nonostante le opinioni contrastanti, Bloodride rimane una proposta interessante per gli amanti delle serie antologiche e delle storie brevi dal forte impatto visivo ed emotivo. Pur non raggiungendo la complessità narrativa di Black Mirror, la serie norvegese offre un’esperienza avvincente e disturbante, capace di intrigare chi è alla ricerca di qualcosa di originale nel panorama horror.