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Milano Film Fest

‘Nothing in its place’, quando il passato si riflette nel presente

Il nuovo film di Burak Cevik riporta nella Turchia del 1978, ma lo fa con uno sguardo inquietantemente attuale.

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Nothing in its place

Nothing in its place è il quinto lungometraggio del regista turco Burak Cevik (Belonging).Presentato in anteprima italiana fuori concorso al Milano Film Fest, nella sezione Controcampo, il film mette in scena i conflitti ideologici che attraversavano la Turchia nel 1978, alla vigilia del colpo di stato militare del 1980. Un paese lacerato da tensioni interne, in cui la violenza politica segna le vite di giovani idealisti e la memoria collettiva.

Nothing in its place

‘Nothing in its place’, l’idealismo spezzato di cinque giovani

Al centro della narrazione ci sono cinque giovani militanti di sinistra, riuniti in un appartamento per discutere del loro progetto editoriale e per festeggiare il ventiquattresimo compleanno di uno di loro. La loro convinzione è chiara: la rivoluzione può (e deve) essere politica, non violenta. Ma la loro utopia viene brutalmente interrotta quando due membri dei Lupi Grigi, un movimento di estrema destra, fanno irruzione nella casa, li legano e li sottopongono a torture nel tentativo di ottenere informazioni e presunte armi.

La violenza si consuma tutta tra quelle quattro mura, senza bisogno di mostrarla apertamente. È il terrore stesso, suggerito dalla messa in scena, a farsi reale.

Una mimesi che diventa esperienza

Fin dalle prime inquadrature, Nothing in its place coinvolge lo spettatore in un’esperienza immersiva, quasi claustrofobica. Cevik adotta la forma del (falso) piano sequenza per seguire i personaggi con movimenti fluidi, evitando stacchi evidenti di montaggio. Anche se i tagli ci sono, sono invisibili: la regia costruisce un’illusione di continuità che ha richiesto un lavoro meticoloso, a partire dalla costruzione del set.

Questa scelta non è solo estetica: la continuità visiva richiama la ciclicità della violenza, suggerendo come i conflitti del passato risuonino ancora nel presente. Il film si apre e si chiude in spazi simili, rafforzando l’idea di un ciclo storico e politico da cui sembra impossibile uscire.

L’ambientazione è ricostruita con cura documentaristica: luci, arredi, colori e costumi restituiscono una Turchia anni ’70 con un realismo quasi perturbante, al punto che lo spettatore potrebbe credere di trovarsi davvero in un film d’archivio.

Nothing in its place

Il regista Burak Cevik. Foto di Giulia Virgara per Taxi Drivers.

Un film civile, nato da una domanda

Alla presentazione del film, Burak Cevik ha raccontato la genesi personale del progetto: “Tutto è iniziato quando avevo dieci o undici anni. Ho trovato un libro sul massacro di Ankara del 1978, con rapporti della polizia e confessioni. Mi sono chiesto: come possono delle persone commettere atti così atroci?”

La riflessione si è approfondita anni dopo, durante la pandemia, quando il regista ha cominciato a documentarsi in maniera più sistematica: “Mi sono accorto di quanto fossi lontano da quella storia, anche per barriere linguistiche. Ma proprio allora ho capito che valeva la pena affrontarla. Ho parlato con i familiari delle vittime e dei sopravvissuti, ma anche con alcuni dei carnefici. Ho voluto chiedere loro: com’è possibile arrivare a tanta violenza in nome della fede o dell’ideologia?”

Un passato che ritorna

Nonostante racconti eventi ormai lontani, Nothing in its place è un film radicalmente contemporaneo. Le tensioni ideologiche, la brutalità cieca, la repressione del dissenso: tutto parla anche del nostro presente. E non solo in Turchia. Il film non giudica né cerca di spiegare: immerge lo spettatore nei fatti, lo costringe a essere presente, a sentire, a prendere posizione.

Quello di Cevik è un cinema politico, ma mai didascalico. La sua forza sta proprio nell’evitare tesi preconfezionate: lascia che sia la vicinanza emotiva — e la durata soffocante del tempo reale — a generare una reazione. In un mondo in cui le democrazie sembrano sempre più fragili, Nothing in its place è un promemoria necessario.

Nothing in its place

  • Anno: 2024
  • Durata: 76 minuti
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Turchia
  • Regia: Burak Cevik