In Jour de Vent, un cortometraggio d’animazione francese di sei minuti prodotto dall’École des Nouvelles Images e distribuito da Miyu Distribution, un parco tranquillo diventa il palcoscenico di una meditazione stravagante e senza parole sulla connessione, la perdita e i legami invisibili che ci spingono dolcemente l’uno verso l’altro.
Diretto collettivamente da Martin Chailloux, Ai Kim Crespin, Élise Golfouse, Chloé Lab, Hugo Taillez e Camille Truding, questo film cattura più emozioni nella sua delicata animazione di quanto facciano molti lungometraggi in due ore.

Una visione a volo d’uccello
La storia inizia in un tranquillo pomeriggio in un parco, dove diverse vite convergono senza realmente toccarsi. Una coppia sposata con un bambino, due giovani che si scambiano un bacio, una ciclista, un anziano, un ragazzo con la chitarra e un uomo scontroso in giacca e cravatta: tutti vengono introdotti attraverso il percorso tortuoso di un cagnolino.
La curiosità del cane diventa la nostra lente, legando insieme questi momenti di quiete. È un espediente narrativo ingegnoso, leggero e naturale, che non sembra mai forzato. E quando l’uomo scontroso scaccia il cane, non è solo la fine della piccola avventura dell’animale, ma il primo segno di resistenza emotiva che il vento presto sfiderà.
Quando l’aria solleva tutto
Il vento non arriva con minaccia, ma con meraviglia. I personaggi, sollevati dalle loro vite, vengono portati in cielo, leggeri, senza peso. In un momento particolarmente toccante, la madre vola nell’aria, dietro la ciclista, per riunirsi al suo bambino. E questi gesti, senza parole, hanno un profondo peso emotivo.
Ma il momento che rimane più impresso è quando il bambino e l’uomo anziano si scambiano uno sguardo silenzioso, e l’uomo svanisce nelle nuvole, dolcemente e senza lottare. Il suggerimento della morte è silenzioso, dignitoso e profondamente commovente. È il tipo di narrazione visiva che si affida al pubblico per sentire, piuttosto che per essere raccontata.

Atterraggio, Cambiamento
Quando tutti atterrano, qualcosa è cambiato. Il mondo non è stato trasformato – il parco è ancora il parco – ma le persone che lo abitano sono cambiate. C’è una risata, una leggerezza, una sottile vicinanza che prima non c’era. Tutti tranne l’uomo scontroso, che torna alla sua panchina. Quella accanto a lui, un tempo occupata dal vecchio, ora è vuota.
Il cane, fedele e addolorato, guaisce ai suoi piedi. È un finale splendidamente silenzioso che lascia spazio alla riflessione: sul dolore, sulla compagnia e sui modi in cui veniamo cambiati dalla presenza – e dall’assenza – degli altri.
Una fioritura sulle Alpi
Con un successo discreto ma in crescita, Jour de Vent è stato selezionato per il Cactus International Children’s and Youth Film Festival 2025, una celebrazione del cinema che favorisce la narrazione tenera e fantasiosa dedicata a un pubblico giovane. Immerso nelle Alpi italiane, il Festival è noto per la sua capacità di mettere in luce film che parlano con sincerità e intelligenza emotiva, e Jour de Vent si inserisce perfettamente in questa tradizione.
La sua inclusione tra i cortometraggi per ragazzi ritenuti tra i più significativi dell’anno è una testimonianza della sua delicata universalità: una storia che attraversa età, lingua e confini con la leggerezza del vento.

Il sussurro di un capolavoro
Jour de Vent è delicato come suggerisce il nome. Con un’animazione 3D dai toni pastello e un ritmo delicato, sembra più un ricordo che una storia, una storia che non sapevi di avere. Nessun dialogo, nessun arco drammatico, nessun messaggio forte. Solo una brezza che solleva un momento e lo lascia riposare in una forma leggermente diversa.
In un’epoca in cui così tante storie reclamano attenzione, questa semplicemente respira, e così facendo, rimane con te.