Il massimo riconoscimento del SIFF 2025 è andato a Tinā, diretto da Miki Magasiva di Aotearoa (Nuova Zelanda). Quest’opera profonda e profondamente personale diventa il primo film diretto da un Māori a vincere il massimo riconoscimento del Seattle International Film Festival, una pietra miliare per il cinema indigeno.
Tinā offre un ritratto emotivamente ricco di resilienza matriarcale, traumi intergenerazionali e rinascita spirituale, riecheggiando con grazia e furia le tradizioni narrative oceaniche. La voce di Magasiva è tenera ma feroce, evocando una narrazione che permane a lungo anche dopo i titoli di coda.
Oro nei documentari: Come See Me in the Good Light
Nella categoria non-fiction, Come See Me in the Good Light di Ryan White si è distinto per la sua luminosa umanità. Il documentario racconta con delicatezza comunità che affrontano traumi e speranza, concentrandosi sul potere trasformativo della gentilezza in luoghi piccoli e spesso trascurati.
La macchina da presa di White non si limita a osservare, ma abbraccia. Il risultato è un’opera cinematografica che respira, soffre e guarisce insieme al suo pubblico.
Twinless trionfante: James Sweeney nominato Miglior Regista
Per il suo film indipendente americano Twinless, il regista James Sweeney si è aggiudicato il premio come Miglior Regista, un premio che si percepisce meritato in ogni centimetro dell’inquadratura.
Il tono delicato, la chiarezza emotiva e la padronanza formale del film rappresentano un nuovo punto di svolta nell’opera in continua evoluzione di Sweeney: un film sull’assenza che non sembra mai vuoto.
Miglior interpretazione: Abou Sangaré in Souleymane’s Story
In un contesto competitivo, l’interpretazione di Abou Sangaré in Souleymane’s Story (Francia) si è aggiudicata il premio per la Migliore Interpretazione. Sangaré offre un ritratto bruciante dello sradicamento e della dignità interiore, irradiando vulnerabilità senza fragilità.
Con una menzione speciale, il SIFF ha anche premiato il cane Indy in Good Boy, un sottile ma affascinante cenno alla gamma emotiva degli artisti non umani.
Corto e Sbalorditivo: Five Star di Kai Hasson
Five Star di Kai Hasson ha vinto il premio per il Miglior Cortometraggio, condensando critica sociale e innovazione stilistica in pochi minuti taglienti.
La sua narrazione stratificata e il ritmo giocoso hanno conquistato sia l’affetto del pubblico che il rispetto della giuria: un cortometraggio dall’impatto duraturo.
Persistenza Visionaria: The Librarians e il Premio Lena Sharpe
Presentato da Women in Film Seattle, il Premio Lena Sharpe per la Persistenza della Visione è stato assegnato a The Librarians di Kim A. Snyder.
Ritratto di resistenza archivistica e memoria collettiva, il film di Snyder ci ricorda che le storie non solo plasmano il mondo, ma lo preservano.
Premi del Concorso Ufficiale: Seeds e The New Year that Never Came
Seeds di Brittany Shyne si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria del Concorso Ufficiale, una meditazione lirica su antenati e rigenerazione nel Sud America nero.
La Menzione Speciale della Giuria è andata a The New Year that Never Came, la coproduzione Romania/Serbia silenziosamente devastante di Bogdan Mureșanu sulla memoria e l’inquietante dissonanza della gioia interrotta.
Il cinema iberoamericano emerge: Deaf, Transfers e Invisible Things
Il Gran Premio della Giuria Iberoamericana è stato assegnato a Deaf, il dramma spagnolo di Eva Libertad, noto per il suo sguardo crudo ma compassionevole sull’intimità e il silenzio.
Le menzioni della giuria sono andate anche a Transfers (Argentina/Uruguay) di Nicolás Gil Lavedra e The Nature of Invisible Things della brasiliana Rafaela Camelo, entrambi sorprendenti per il loro coraggio narrativo e la loro consistenza visiva.
Voci emergenti: The Crowd trionfa
Nel Concorso Nuovi Registi, il regista iraniano Sahand Kabiri ha vinto il Gran Premio della Giuria per The Crowd.
Un’esplorazione caleidoscopica dell’identità e dell’isolamento nella frammentata espansione urbana di Teheran, il debutto di Kabiri è una rivelazione: urgente, lirico e coraggioso.
Un grande festival
Con premi che spaziano dal Pacifico meridionale al Sud America, e che spaziano da autori emergenti a visionari affermati, il Seattle International Film Festival 2025 si conclude con una nota di risonanza globale.
Il festival dimostra ancora una volta che il cinema, in tutte le sue voci e visioni, rimane lo specchio più inclusivo dell’umanità.
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Fonte: Deadline