N-Ego è il secondo film di Eleonora Danco che sta ottenendo un grande riscontro di pubblico e critica, e che sta riuscendo a portare in sala i giovani.
Il film, prodotto da Nightswim e distribuito da Lo Scrittoio, è prodotto da Ines Vasiljević e Stefano Sardo per Nightswim, co-prodotto da Jean Bréhat e Fabrizio Mosca per Tessalit Productions, in collaborazione con Rai Cinema, con il contributo di Mic- Ministero Della Cultura e di Lazio Cinema International. Il calendario di proiezioni, iniziate con l’uscita in sala del 5 maggio scorso al cinema Troisi di Roma (andata sold out) e proseguite al cinema Delle Provincie, sempre a Roma, va arricchendosi di giorno in giorno di nuove date. Il film sta girando in un tour con programmazione a Milano e in proiezione nelle prossima date a Civitavecchia, Napoli, Roma (Don Bosco), Bari, Latina, Salerno, Torino, Ancona, Palermo e Catania, Firenze.
Presentato in concorso all’ultimo film Festival di Torino, N-EGO vanta anche i camei di Elio Germano e Filippo Timi. Il film dal linguaggio tragicomico, visivo, e spiazzante porta sul grande schermo la vita di persone scelte dalla strada che diventano attori della loro vita, storie diverse tra di loro, portate sullo schermo con un coraggio un divertimento e con momenti drammatici e commoventi come non si è forse mai visto in Italia. Un linguaggio personale, un montaggio che passa dall’alto al basso delle emozioni, ambientato in luoghi di spiazzante bellezza tra scorci inediti di Roma e la costa laziale, tra Sperlonga e Terracina. Un film che fa divertire e riflettere su noi stessi, sul rapporto con la vita, con il sogno e con la lotta che tutti facciamo ogni giorno per affermare noi stessi.
In occasione del tour nelle sale di N-Ego abbiamo fatto alcune domande a Eleonora Danco.
Eleonora Danco e il suo N-Ego

Dare una definizione alla tua opera è difficile, se non quasi impossibile, nel senso che si fatica anche a definirlo film. Sembra più un’opera sperimentale dove mescoli tante cose intese come arte, dal cinema al teatro alla pittura e scultura. Come nasce N-Ego?
Questo film nasce dalla trilogia di N-Capace. Il mio primo docufilm, che aveva vinto il Festival di Torino con due menzioni speciali, si intitola proprio N-Capace. N-Ego fa parte della trilogia del percorso. Mentre N-Capace, con in mezzo il personaggio che interpreto dell’anima in pena che va in giro con il letto, il pigiama, per Roma con un piccone e con mio padre e la badante vestiti da astronauti, era su anziani e adolescenti non mettendoli mai a confronto, ma utilizzando due estremi della vita, questa volta, in N-Ego, ho scelto la vita adulta e ho scelto di lavorare sul mondo degli adulti. Direi che tutto è nato da questo percorso che ha toccato l’età adulta e quindi ho trattato il mondo degli adulti non solo come età anagrafica, ma come una figura che si trova a dover entrare nella vita adulta per responsabilità. Soltanto in secondo luogo si considera l’età anche perché ora si fa fatica a dire chi è un adulto per età anagrafica in Italia.
Una definizione del film
Oltre a questa mescolanza di arti N-Ego è anche a metà strada tra film di finzione, documentario, intervista. A tratti sembra che tu esponga qualcosa, soprattutto con la voce fuoricampo, poi gli intervistati guardano in camera come in un confessionale. Come lo hai concepito e qual è l’atteggiamento che hai avuto nei confronti delle persone? Come ti sei relazionata a loro e come le hai selezionate? Tu fungi, in parte, da filo conduttore.
Non so se sia corretto definire il mio personaggio come un filo conduttore. All’inizio fornisce delle informazioni per dare il via, ma da quel momento in poi non parla più del suo lavoro, della regia e della realizzazione di un film. Però, allo stesso tempo, è come se entrasse nel caos della vita adulta, in quanto personaggio simbolico. Lei non sa di avere la calza, non sa di avere il sonnifero, ma è solo una sua condizione di quella che è la pena della vita adulta, quindi il caos della creatività, che è una forza, ma è anche una condanna. Lei sa di poter realizzare quello che vuole, di avere tutto a disposizione, ma poi alla fine si perde e quante persone sono così? Tantissime, che si svegliano la mattina e poi si perdono.

E questo è uno dei motivi per cui questo film piace molto ai giovani. Stiamo riempiendo le sale di giovani, perché questo film parla proprio di questo modo di vivere. Il personaggio è un personaggio fanciullesco, a modo suo, e tutto il film è una sorta di sogno, di fiaba. È fiabesco a modo suo.
La cosa interessante di questo film, e per questo devo tantissimo a Marco Tecce, il montatore che ha scelto anche le musiche e che ha fatto un lavoro pazzesco, è che, secondo me, abbiamo fatto il film insieme, ma lui non ha voluto firmarlo. Lui ha fatto un grandissimo lavoro di montaggio che piace tantissimo ai giovani perché mescola due linguaggi, quello delle persone (che io ho portato come un linguaggio dell’anima, perché poi non sono delle vere e proprie interviste, ma delle performance) e quello del mio personaggio, che è un linguaggio poetico (io, per scelta, non ho voluto che lei parlasse delle sue problematicità, ma di stati d’animo che diventano degli squarci poetici, ma dove la gente si ritrova). È in questo che il personaggio acquista qualcosa di fanciullesco perché sembra una bambina, un fanciullo, che si strugge nei suoi stati d’animo, e questo lo rende poetico e molto umano. Poi tutto questo si incastra con le voci degli adulti che ho incontrato per strada e che rendono questo film con un linguaggio ipnotico.
Il casting di Eleonora Danco per N-Ego
E come hai selezionato le persone che intervengono?
Il casting è stato pazzesco. Ho trovato queste persone fermandomi, appostandomi in tutti i quartieri dove ho girato, aspettavo che passassero le persone che mi colpivano. Sapevo che dovevo trovare adulti di diversa età, di diversa fascia sociale. Non sapevo niente delle loro vite, non le ho scelte in base alle vite che si sentono nel film, ma più per un impatto estetico, emotivo, solo dopo ho scoperto la loro.

Citazioni e riferimenti
A livello stilistico, a parte quello che abbiamo detto, ho trovato geniale il modo di girare N-Ego e sarebbe bello analizzare ogni singola inquadratura e ogni singola scena perché in molti casi sembrano davvero delle opere d’arte. Anche le scelte delle persone che poi hai collocato in dei luoghi ben precisi sono dettate dal caso o hai studiato dove e come collocarli? È tutto frutto del caso o, al contrario del risultato finale, c’è stata molta più meticolosità nel pensarlo e concepirlo?
Ho lavorato molto sull’architettura e spesso mi dicono che ricorda Pasolini. Ci sono delle citazioni, ma c’è una costruzione diversa, che è tutta un’altra cosa, anche se ho lavorato con una fascia che a lui sarebbe piaciuta. Posso dire che ci sono delle citazioni a Uccellacci e Uccellini, come per esempio i cartelli per la strada e poi in generale ho voluto onorare anche Fellini, che, insieme a Buñuel, è uno dei miei idoli. In ogni caso comunque ho fatto delle ricostruzioni anche dentro la città e i pezzi di strada li ho scelti al millimetro, non c’è un’inquadratura su cui non abbia messo bocca, anche se mi sono trovata benissimo con Martina Cocco, il direttore della fotografia.
Si può parlare secondo te di teatro per N-Ego nel senso che la strada, il mondo, la vita è come un palcoscenico nel quale ogni persona che intervisti diventa l’attore protagonista? Alla fine c’è un filo conduttore ben più preciso di quello che si possa pensare e all’interno di un caos solo apparente c’è una struttura ben delineata.
Sì, sono tutti come dei palcoscenici. Ma me ne sono accorta dopo, e questo è stato anche molto valorizzato al montaggio, anche se in partenza era tutto girato così perché questo è un po’ il mio modo. Anche perché io non so se mi sento una regista di cinema, mi sento sicuramente la regista del mio film.

Il titolo
Prima parlavi del fatto che non il tuo personaggio non è il filo conduttore di N-Ego. Forse, però, in parte è una sorta di voce della coscienza…
Esatto. Non sono il classico filo conduttore, ma sono un qualcosa di più vicino alla voce della coscienza. In realtà forse sono più i ragazzi con il mantello d’oro a rappresentare la coscienza, come una sorta di super-io (c’era anche una canzoncina che cantavano che poi è stata tagliata al montaggio per far capire che erano il super-io). Loro sono la coscienza dell’adulto, coloro che ti dicono cosa fare e cosa non fare, coloro che ti puniscono. Sono la coscienza che aleggia intorno ai personaggi.
Poi c’è anche una continua dicotomia tra la voce fuoricampo che tenta di spiegare qualcosa, seppur in maniera astratta e quasi esterna, e le voci delle persone coinvolte che sono all’interno della storia (e della vita). L’una fa da contraltare all’altra e aiuta anche a scindere (ma al tempo stesso fondere) realtà e finzione perché si passa da domande normali e risposte talvolta anche banali a domande più complesse fatte magari a persone che compaiono solo come entità perché scomparse. Quindi c’è anche il rapporto/contrasto tra vita/morte e realtà/finzione. Come si può evincere dal titolo stesso.
Sì, tutto questo è racchiuso anche dal titolo che non è solo negativo. N- sono anche degli ego all’infinito, in senso matematico, poi n-ego, come pilastro della vita adulta, come a dire che tutto è un compromesso, in tutti i campi e in tutti i contesti (nel lavoro, nella vita, con gli amici…). E poi è anche un negare il proprio ego. Anche a se stessi, perché a volte molti di noi l’hanno rimosso, dedicandosi a cose che non erano nelle loro corde.
Quando e come vedere N-Ego di Eleonora Danco
- MILANO Cinema Beltrade: martedì 27 maggio h 15:30
- ROMA Cinema Don Bosco: lunedì 26 maggio h 21:00
- BARI AncheCinema: mercoledì 28 maggio h 20:30
- LATINA Multisala Corso: giovedì 29 maggio h 21:00
- SALERNO Cinema Fatina: venerdì 30 maggio h 20:00
- TORINO Cinema Massimo: martedì 3 giugno h 20:30
- RIMINI Multiplex le befane: mercoledì 4 giugno h 21:00
- ANCONA Cinema Azzurro: giovedì 5 giugno h 21:00
- PALERMO Cinema Rouge et Noir: martedì 10 giugno h 21:00
- CATANIA Multisala King: mercoledì 11 giugno h 21:00
- PARIGI Dolce Vita Sur Suine: lunedì 7 luglio
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli