È dura scoprirsi lesbica per Fatima, una ragazza di origine algerina che vive a Marsiglia, in una famiglia piuttosto tradizionale (madre, padre e due sorelle più grandi) che sogna per lei – la figlia più piccola che sta ora per diplomarsi – una vita serena e ordinaria, così come vorrebbe anche il suo ragazzo, dal quale Fatima cerca invece di allontanarsi con tatto, proprio quando lui le propone matrimonio e figli, senza sospettare nulla.
La storia dunque di un coming out doppiamente difficile, quella raccontata nel film La Petite Dernière, dalla brava attrice e regista franco-tunisina Hafsia Herzi (apprezzata in entrambi i ruoli e resa nota come attrice da Cous cous di Abdel Kechiche nel 2007), sia perché al femminile e sia perché maturata in un ambiente di religione islamica, piuttosto rigido e poco tollerante su certi temi.
Dopo il successo del suo Bonne Mère, selezionato al Festival di Cannes del 2021, nella sezione Un Certain Regard, e vincitore del Premio per il miglior cast, Hafsia Herzi approda da regista alla 78a edizione del Festival, con La Petite Dernière, nella sezione in Concorso, che quest’anno presenta opere estremamente diverse fra loro, forse anche troppo distanti in alcuni casi, se si ipotizzano le possibili assegnazioni dei premi.
Fatima e le altre: dalla sorellanza all’emancipazione
Ispirata all’omonimo romanzo autobiografico di Fatima Daas, la protagonista tiene nascosto a lungo con grande sofferenza il suo segreto, cercando in primis di accettarlo lei stessa, e poi a poco a poco iniziando a svelarsi e a cercare incontri ‘mirati’, attraverso una chat LGBT, per capire meglio la sua reale inclinazione.
Inizia così a scoprire un mondo, quello del corpo e delle sue possibilità, e si concede alcune esplorazioni fino a incontrare una persona che le piace davvero, una ragazza coreana (la rivelazione Park Ji-Min) che lavora in un centro medico dove si cura l’asma (Fatima ne è affetta da sempre). Con lei intreccia qualcosa di nuovo, forse l’amore, ma poi la perde, per paura e forme depressive; la ragazza fugge e per Fatima la delusione è cocente.
Nel frattempo, a ferita ancora aperta, l’attende l’Università a Parigi, dove le si spalanca un orizzonte più vasto, quello delle amicizie senza confini e barriere, dei locali LGBT, della sorellanza e della completa libertà sessuale, oltre che della filosofia e della scrittura, che diventeranno il suo oggetto di lavoro.
Nel ruolo di Fatima, la giovane e intensa Nadia Melliti, reclutata in un casting aperto durante una parata del Gay Pride: un talento naturale che dona al personaggio di Fatima la carne e il sangue di cui necessita, attraverso le movenze riservate, i sorrisi spontanei, l’iniziale imbarazzo e l’abbandono alla sessualità e all’amore.
Omosessualità e religione islamica: un tema scottante
La Petite Dernière, alla sua uscita, ha rappresentato un vero e proprio caso letterario, raccontando in modo piuttosto crudo e vitale la complessità delle scelte, dei sentimenti e dei comportamenti della giovane protagonista – e di tutti quelli che vivono la stessa esperienza – divisa fra la banlieu parigina dove è cresciuta con la sua famiglia (così come la regista) e la grande città dove inizia un nuovo capitolo della sua esistenza, con uno stile di vita apparentemente inconciliabile con le convinzioni musulmane della sua comunità.
Fatima, la ‘piccola’ di casa, una diciassettenne che prega e fa le abluzioni ogni mattina, brava a scuola ma poco portata per la cucina come la madre e le sorelle, amante del football e della corsa, sempre vestita in abiti maschili e berretto calato sul viso, scoprendosi lesbica dovrà confrontarsi con i dettami della religione islamica. Decide di andare a confrontarsi presso la moschea con un Imam: questi, però, invece di confortarla, cercherà di convincerla a farsi sposare comunque (specificando che, pur se meno grave di quella maschile, anche l’omosessualità femminile non è prevista dall’Islam).
L’ultima frontiera del coming out sarà quella di rivelare tutto alla madre, da sempre accogliente e amorevole. Ma nel film Fatima non ce la fa: piange e la madre comprende che esiste un segreto che scende insieme a quelle lacrime e che ancora la figlia non è pronta a rivelarle. “Quando vorrai dirmelo, sai che io sono qui ad aspettarti”, conclude la madre mentre cucina le madeleine al cioccolato per il compleanno della figlia.