Un giorno o l’altro è un film documentario di Vincenzo Fattorusso, presentato alla XVIII edizione del Festival Internazionale della Cinematografia sociale “Tulipani di seta nera” che si svolge a Roma dal’8 all’11 maggio prossimi.
Il GTV: esperienza di teatro popolare e politico
Fattorusso ricostruisce, attraverso interviste e numerose immagini di repertorio, l’esperienza per certi versi unica del Gruppo Teatrale Viaggiante (GTV), una compagnia di teatro itinerante autogestita che operò negli anni Sessanta e parte del decennio successivo a Bologna.
Di quell’esperienza, voluta fortemente da Luciano Leonesi, fondatore della compagnia e regista, scomparso a 92 anni nel 2021, fecero parte alcuni personaggi quali Paolo Bondioli, Guido Ferrarini e Loriano Macchiavelli, autore dei testi degli spettacoli del GTV e divenuto famoso con i romanzi della serie di Sarti Antonio, sergente della questura di Bologna e quelli scritti a quattro mani con Francesco Guccini.
È proprio Loriano Macchiavelli, insieme ad altri protagonisti di quell’esperienza che suscitò grande interesse anche nel futuro premio Nobel Dario Fo, a raccontarci ciò che aveva rappresentato il GTV. Un’idea di teatro popolare e politico che Leonesi aveva pensato come mezzo per portare questa espressione artistica fra la gente, nei circoli Arci, nelle fabbriche e nei cortili delle case popolari, in capannoni e chiese sconsacrate, allo scopo di diffondere il teatro fra coloro che a teatro non erano mai andati. Un’esperienza durata sedici anni, sempre “alla ricerca del contatto con la gente che non conta”.

Un’esperienza palestinese
Fra le numerose esperienze raccontate nel documentario di Fattorusso, una in particolare viene narrata con dovizia di particolari: quella del viaggio che Leonesi e altri membri della compagnia fecero nei campi profughi palestinesi, andando a conoscere la realtà dei ragazzini che a otto, dieci anni, al termine delle scuole, andavano nei “campi di addestramento” per imparare a diventare combattenti di Al-Fatah per la liberazione della Palestina.
Da quest’esperienza particolarmente significativa ne derivò, nel 1972, uno spettacolo dal significativo titolo “Voglio dirvi di un popolo che sfida la morte…” scritto da Loriano Macchiavelli, con audiovisivi realizzati sui luoghi del conflitto e che venne bloccato e censurato a Bologna con la motivazione di “vilipendio a capo di stato straniero”, poiché veniva mostrato un video in cui un fedayn rivolgeva una pesante invettiva dopo la strage di palestinesi eseguita dall’esercito di re Hussein di Giordania.
Nel bel documentario di Vincenzo Fattorusso si alternano i ricordi dei protagonisti di allora e numerose immagini d’archivio, fra cui filmini di momenti della vita privata di Leonesi o dei lunghi viaggi del gruppo fatti in macchina insieme a Paolo Bonoldi, il “viaggiatore” della compagnia.
Ne deriva un documento prezioso, testimonianza di una realtà in cui un gruppo di giovani aveva la grande ambizione – o velleità come ammette Guido Ferrarini – di poter “migliorare la società” con il loro lavoro teatrale e politico.

Gli articoli di Marcello Perucca