Alan Cumming, ospite al Lovers Film Festival, ha ricevuto il Premio Stella della Mole. L’attore, regista, produttore, conduttore e scrittore ha avuto modo di dialogare con noi di Taxidrivers, nel più generale contesto di un incontro tra giornalisti, proprio nelle ultime ore, nella città che lo sta attualmente ospitando. Molti i temi affrontati, a partire dalla situazione politica contemporanea in America, per quanto concerne i diritti delle persone LGBTQ+, passando per ricordi e aneddoti sulla sua carriera di attore, e soffermandosi in particolare sul momento che sta vivendo. Al Lovers Film Festival, infatti, Cumming è protagonista anche nel film del regista Michael Clowater, dal titolo Drive back home.
Il Premio Stella della Mole a Torino
Alan Cumming ha ricevuto a Torino il Premio Stella della Mole, più precisamente il premio che il Museo Nazionale del Cinema assegna a personalità che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema. E oltre, visto che la personalità di Cumming – come lui stesso l’ha definita – è sicuramente eclettica.
“Sono molto onorato di ricevere questo premio. Penso che la ragione principale per cui sono voluto venire qui è di supportare il film. Questo è un film di produzione canadese, ed è ancora più importante quindi sostenerlo. L’opera racconta una storia che rischia di essere cancellata: la vicenda di un uomo di mezz’età, omosessuale, prima dei diritti omosessuali e di tutto ciò che conosciamo adesso. Non si sente spesso una storia del genere. Per me è anche un modo di celebrare questa storia”.
A proposito dell’intento di promozione del film, più nello specifico:
“É un piccolo film, voglio quindi sostenere i nuovi talenti. Quando il Lovers Film Festival mi ha chiesto di partecipare, ho accettato con piacere e quando mi hanno informato che avrei ricevuto questo premio, è stata proprio la ‘ciliegina sulla torta’ per me. Tutti i premi sono anche un’occasione di promuovere una cosa che va al di là di quello che sono io, in questo caso è utile a sottolineare la nostra lotta per la cancellazione di questa storia”.
Drive back home è un racconto doloroso e necessario
Alan Cumming al Lovers Film Festival è presente anche da attore, nel ruolo di co-protagonista nel film Drive back home. Un film ispirato a una storia vera, che parla di relazioni, scelte, ma ad emergere è soprattutto la tematica omosessuale, in tutte le sue derive meno esplorate e più difficili da accettare.
“Girare questo film è stato molto difficile, e lo abbiamo girato rapidamente, nel nord dell’Ontario. Faceva molto freddo, non ho mai sentito così tanto freddo nella mia vita. Il regista, che è anche lo sceneggiatore, ha parlato della storia di suo nonno e di suo zio, quindi si trattava di qualcosa di personale. Era molto importante rendere onore a questa storia, per me; ho quindi cercato di parlare con il regista e di capire come poteva essere la realtà delle persone omosessuali negli anni Sessanta/Settanta in Canada, perché era proprio il punto centrale del racconto”.
Fino a una difficoltà che Cumming ha incontrato sul set e che è diventata sfida con se stesso:
“Un’altra cosa molto importante era l’accento. I personaggi vengono da una parte più rurale del Canada: ho cercato, perciò, di rendere il mio accento più rurale. Una cosa un po’ imbarazzante è proprio recitare con un accento che non è il tuo nel posto natìo di quell’accento. Se viene male, è un fallimento. Quando mi hanno parlato del film ero un po’ preoccupato per questo”.
Ed al ruolo che ha interpretato:
“Il mio non è un personaggio effettivamente molto glamour, ho dovuto inoltre indossare una parrucca e per un periodo delle riprese rasare parte dei miei capelli. É stata un’esperienza intensa, non è stato facile, ma ho amato molto film. Sebbene sia la storia complicata di un uomo omosessuale in un altro periodo storico, penso sia comunque una commedia molto particolare e divertente. Ammiro molto il regista per il suo lavoro”.
Alan Cumming: la carriera di un attore
Alan Cumming ha quindi riservato uno spazio dell’incontro con i giornalisti, per guardare indietro nella sua carriera, tentando di trovare un fil rouge, che legasse più o meno tutte le sue esperienze nel mondo dello spettacolo. Questo è sembrato essere la sua personalità eclettica.
“Penso di essere inciampato da un film a un altro film: non c’è una vera e propria strategia. Riguardando la mia carriera, è molto eclettica: sono passato da film indipendenti a grandi film, con budget importanti. Adesso sto presentando un reality e sono direttore artistico di un festival in Scozia. La mia vita è eclettica, però mi ha permesso di fare tutto. Io ho sempre detto di sì a tutto ciò che mi sembrava giusto fare, e quindi per me è stata un’opportunità per vivere in differenti paesi, mi sono divertito molto. La cosa più importante secondo me è rimanere aperti alle possibilità, ed è qualcosa che ho apprezzato molto nella mia vita, oltre ad essere stata casuale”.
Infine, sulla sua personalità ricca di sfumature:
“Penso anche che essendo una persona eclettica, la gente possa riconoscere questo lato di me. Soprattutto negli Stati Uniti, mi piace molto il fatto che le persone non sanno ancora come etichettarmi. É qualcosa che amo, forse è un po’ solitario, però mi piace”.