Si è conclusa la 43a edizione del Bergamo Film Meeting che, dall’8 al 16 marzo, ha fatto la gioia degli spettatori più cinefili, con 160 film tra lungometraggi, documentari e cortometraggi, confermandosi un appuntamento irrinunciabile per tutti gli amanti del cinema, con scoperte e riscoperte vissute sul grande schermo. Un viaggio visivo prezioso, grazie alla raffinata sensibilità artistica delle due direttrici Fiammetta Girola e Annamaria Materazzini, che continuano la gloriosa tradizione di una manifestazione che permette da decenni di esplorare strade del cinema poco battute, con l’incanto di trovare spazi narrativi ed emotivi che trasformano il cinema in un autentico strumento di conoscenza.
Altra specificità del Bergamo Film Meeting è la sua atmosfera, il pubblico che è riuscito a creare in un’attività che dura tutto l’anno: un’ammirevole simbiosi di frequentatori storici e giovani appassionati, che hanno riempito sempre le sale di un Festival da preservare gelosamente nel sin troppo affollato calendario di manifestazioni cinematografiche che, spesso, sono più passerelle buone per i social che autentici contenitori culturali. L’idea era già nel nome: Film Meeting, un luogo in cui incontrarsi per condividere una passione e accrescerla insieme agli altri.
Seguendo una formula vincente da anni, che fa la specificità del Bergamo Film Meeting, accanto ai film nuovi in concorso, distribuiti in due sezioni competitive, una riservata ai lungometraggi di finzione, l’altra rivolta al cinema documentario, ci sono state anteprime, classici, eventi speciali, imperdibili retrospettive.

Alice Nellis
Per l’ormai consueto focus sul nuovo cinema europeo contemporaneo (Europe, Now!), c’è stata la personale su Alice Nellis, una delle registe più rappresentative del cinema ceco, apprezzata per le sue opere delicate, ironiche, dalla complessa sensibilità emotiva nel cogliere le sfumature delle relazioni umane. Nella stessa sezione, una retrospettiva completa di tutti i film di Christian Petzold, il regista tedesco più interessante emerso subito dopo la caduta del muro di Berlino. Un autore con opere dense di riferimenti letterari e cinematografici, sempre alla ricerca di una nuova via all’interno dei generi, costruendo personaggi enigmatici che si muovono tra il turbolento passato della Germania e il suo fragile presente. Due registi che, presenti a Bergamo, hanno accompagnato le loro opere in affollati incontri con il pubblico.
E poi la sorprendente sezione Cinema d’animazione: AnReal, un percorso dedicato alla scoperta del cinema documentario d’animazione. Una selezione di film che ha esplorato una forma narrativa estremamente coinvolgente per raccontare grandi avvenimenti, intrecciati con vicende di personaggi straordinari o uomini comuni che si confrontano con i punti di svolta della Storia. Un titolo su tutti: Valzer con Bashir (2008), che ha portato a Bergamo il suo autore, Ari Folman, protagonista di un indimenticabile incontro con il pubblico.

Christian Petzold
E poi, ancora, le riscoperte di autori che la vita ha passato a classici, dal gusto fortemente cinefilo. La retrospettiva sul regista georgiano (naturalizzato francese) Otar Osseliani (1934/2023), autore di un inconfondibile corpus di film poetici e burleschi, di personaggi che definisce «ottimisti senza dimenticare che tutto finirà male», di cui intesse le storie all’interno d’imprevedibili destini, molteplici e casuali. A questo si accoppia l’omaggio, nel centenario della nascita, al regista polacco Wojciech Has (1925/2000), artista dalla vena surreale e fantastica. Portatore di un cinema intimo e personale, Wojciech Has si allontana dall’impegno sociale dei primi anni del dopoguerra, per portare i suoi personaggi in un territorio di confine tra realtà e immaginazione che, non a caso, lo renderà tra gli autori più amati da registi come Luís Buñuel e David Lynch.
Per chiudere, non si può non citare la sezione Cult Movie, quest’anno dedicata a una delle più grandi icone del cinema: l’intramontabile Audrey Hepburn, che non si smette mai di ammirare, tanto più nel formato grande schermo con i suoi film in lingua originale.
I premi della 43a edizione del Bergamo Film Meeting
È Gina di Ulrike Kofler (Austria, 2024) il film vincitore, votato dal pubblico, della Mostra Concorso fiction. La giuria internazionale, composta da Dániel Hevér, Andrea Inzerillo e Tiina Lokk assegna invece il Premio per la migliore regia a Hiver à Sokcho di Koya Kamura (Francia, Corea del Sud, 2024).
Per la sezione Visti da Vicino, il Premio Miglior Documentario CGIL Bergamo, votato dal pubblico, va a Mutterland di Miriam Pucitta (Svizzera, Germania, 2023); mentre il Premio della Giuria CGIL – La Sortie de l’Usine, è assegnato a Dear Beautiful Beloved di Juri Rechinsky (Austria, 2024).
Dopo tanti giorni d’inesauribili delizie cinefile, non resta che aspettare la prossima edizione, con la stessa passione di sempre, dal 7 al 15 marzo 2026.

Colazione da Tiffany