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‘Gioco pericoloso’ : Performance

Il film con Elodie e Adriano Giannini pone fortemente il tema dell’arte e dell’essere artista. Un thriller che cerca di andare oltre la propria componente melò con risultati altalenanti

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Gioco pericoloso

Ora in sala Gioco pericoloso diretto da Lucio Pellegrini e co-scritto con Elisa Fuksas. Il film, frutto di una produzione tra Groenlandia, Vision Distribution e Sky con la supervisione di Matteo Rovere e Sydney Sibilia, vede nei ruoli principali la cantante Elodie, Adriano Giannini e Edoardo Scarpetta.

Il TRAILER – Gioco pericoloso

Sinossi – Gioco pericoloso

Carlo (Adriano Giannini), un famoso romanziere, sentimentalmente legato alla ballerina Giada (Elodie), si trova nella classica situazione del blocco dello scrittore dopo il successo del suo primo romanzo. L’incontro in un locale clandestino e d’élite con il giovane Peter Drago (Edoardo Scarpetta) sembra riaccendere una nuova linfa creativa in Carlo. Ma ben presto lo scrittore, Giada e Peter si troveranno dentro ad un gioco pericoloso nel quale minacce del passato e timori esistenziali rischieranno di prendere il sopravvento.

Il film-performance – Gioco pericoloso

Leggendo tra gli sceneggiatori il nome di Elisa Fuksas, figlia del grande architetto Massimiliano, si riesce a comprendere l’operazione che lega cinema e arte. Difatti Gioco pericoloso, se da una parte risente del suo involucro cinematografico attraverso il thriller e il melodramma, dall’altra vive del suo strato artistico. Nel film di Pellegrini si evince, con una certa fermezza, un’analisi dell’artista tipo a 360 gradi. Per farlo, il regista e la Fuksas usano i due personaggi interpretati da Giannini e Scarpetta:  il romanziere di successo, ma senza un  briciolo di aspirazione e il performance artist bohemien pieno di idee e intraprendenza.

Perché, al netto del triangolo e degli sviluppi thriller, il film non parla dell’affascinante ballerina divisa tra due uomini, ma di Carlo e Peter, ossia dell’arte come prodotto e della creatività come pura e libera ideazione. Nell’incontro tra lo scrittore e l’artista, Gioco pericoloso mette in connessione e in opposizione due concetti di arte che lottano per coesistere e mantenersi in equilibrio. Fuksas e Pellegrini procedono per gradi, prima delineando una collaborazione emotiva tra Carlo e Peter, accumunando la razionalità del romanziere col libero sfogo dell’artista, per poi mettere in conflitto le due sponde artistiche dividendo la mente dall’istinto, il genio improvvisato con il freddo e misurato calcolo creativo.

Due mondi che si incontrano e scontrano

Tra Giannini e Scarpetta il livello relazionale artistico coabita prima con le loro conversazioni e poi con le loro azioni e non azioni. Se nel primo atto, e a metà del secondo, i due si spronano a vicenda nell’intenzione di mettere dentro qualcosa di personale nella propria arte, nel terzo, il passaggio conflittuale del film, la crisi tra le due visioni dell’arte raggiunge il punto massimo nella distanza caratteriale tra i due: “non fai arte perché non esisti”, dice con arroganza Peter a Carlo nell’epilogo.

È chiaro l’intento del film di spostare l’attenzione dal fragile intreccio thriller con al centro Elodie, il topic del film, al focus reale, il conflitto tra due mondi di inerzia e iperattività dell’arte. Ciò è desumibile dall’agire dei due artisti. Mentre Peter trasforma la propria vita e la realtà in una performance narcotizzando i propri genitori per fare arte, Carlo scrive romanzi per cose che altri hanno vissuto  e non per ciò che ha sperimentato in prima persona. E quindi Gioco pericoloso tiene bene nella sua parte concettuale, trasformando il cinema in un’opera-performance e delineando le contraddizioni dentro una sofisticata critica all’arte.

Il thriller che non rischia

Gioco pericoloso funziona nella sua componente metaforica del quadro cinematografico dell’arte visiva, della performance contemporanea. Risulta invece meno convincente quando si sposta nei meccanismi che riguardano completamente la struttura-film. Il primo atto convince dal punto di vista tecnico-fotografico grazie al sontuoso lavoro del d.o.p Radek Ladczuk che sembra spingere, con colori verdi amarognoli, verso una dinamica più sofisticata ed estrema del thriller. In uno dei punti nevralgici del film invece, ossia quando assistiamo alla coabitazione forzata tra Giada e Peter con il loro passato in comune e segreto, Gioco pericoloso inizia una lenta agonia nel suo rinchiudersi in un intreccio senza via d’uscita.

La scelta di non spingere in un triangolo erotico alla Guadagnino in Challengers, verso cui il film alludeva e sembrava protendere, ne rappresenta una falla che lo impantana in un thriller psicologico a cui manca l’escalation, quella verve che renda appunto l’opera davvero pericolosa. Probabilmente uno dei limiti di Gioco pericoloso è aver deciso di rinchiudersi nella sua atmosfera, sviluppando la narrazione nel suo interno, alternando la contorta psicologia dei personaggi tra la claustrofobia del nido d’amore della coppia Giannini/Elodie e l’estenuante fase di stalking, a cui il film si piega, portata avanti dal villain Scarpetta. Adagiandosi nel cinema-istallazione della cineasta belga Agnès Varda, Fuksas e Pellegrini cercano di intrecciare il film-performance con quello più didascalico in un risultato che a tratti è sperimentale e in altri incompleto nella drammaturgia.

Gioco pericoloso è un thriller ben sviluppato nella sua parte artistica, ma poco funzionante in quella psicologica e nell’intreccio. Una prova sia filmica che attoriale riuscita a metà, indecisa se essere un’operazione sofisticata sul mondo dell’arte o un melodramma con troppa suspense.

  • Anno: 2025
  • Durata: 104'
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Genere: thriller
  • Nazionalita: Ita
  • Regia: Lucio Pellegrini
  • Data di uscita: 13-March-2025