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In Sala

‘Diciannove’, un giovane sull’orlo di una crisi di nervi nel bell’esordio di Giovanni Tortorici

Nel suo film d'esordio Giovanni Tortorici sorprende con uno sguardo agrodolce e affilato

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Dopo un felice passaggio a Venezia 81 nella sezione Orizzonti, arriva in sala Diciannove scritto e diretto da Giovanni Tortorici, qui al suo esordio. Tra i produttori figurano Frenesy Film Company di Luca Guadagnino, Pinball London, Tenderstories e MeMo Film.

Diciannove – la trama

2015. Leonardo Gravina (Manfredi Marini) è un ragazzo palermitano in procinto di iniziare l’università a Londra, dove raggiungerebbe la sorella Arianna (Vittoria Planeta). Qui, non riesce ad ambientarsi appieno nel contesto metropolitano, senza stimoli per frequentare né l’università, né la vita sociale. Decide di iscriversi alla facoltà di Lettere di Siena, in una situazione più a misura d’uomo. Anche qui, nonostante coltivi una vibrante passione per gli studi danteschi, fatica (o non ha interesse) a bilanciare carriera e vita sociale, vivendo da recluso all’insaputa dei famigliari. Il racconto prosegue nel presentare i patemi di un giovane ricco di conoscenza e incapace di trovare il terreno per crescere.

Diciannove – il trailer

Una generazione al centro di un mondo pronto a esplodere

In questo scintillante esordio Tortorici racconta in modo personalissimo una fase cruciale della crescita di un giovane uomo. L’età col fiato sul collo dei vent’anni, i fatidici Diciannove anni. Un momento decisivo nel riconoscimento del proprio percorso nel mondo. Manfredi, tuttavia, si sente corpo estraneo nell’ecosistema accademico, nutrendo una frustrazione assoluta. La sua dedizione cieca non viene riconosciuta, confermando come la nostra società non abbia i mezzi necessari per riconoscere i talenti e consentirne una proficua formazione. L’alienazione di Leonardo si esprime sia sul piano sociale (mantiene i rapporti solo con chi rimane fisicamente fuori dalla sua bolla senese, come la sorella e il cugino bocconiano) che accademico.

Non si pensi però che il film abbia prevalentemente tonalità cupe, perché Tortorici è bravissimo nel rappresentare le genuine note comiche della quotidianità di un ragazzo qualunque. Gustosissima, ad esempio, la sequenza del rifiuto del voto all’esame con susseguente rosicamento e tentativo di contestazione plateale. Marini è perfetto nell’impersonare un ragazzo in apparenza invidiabile che vive mascherando un’anima gelida, sgranocchiata da angoscia e frustrazione. Un personaggio che serra i pugni nelle tasche (dove c’è lo smartphone), che non rivolgerà contro la famiglia come il protagonista di Bellocchio, ma contro sé stesso.

Manfredi Marini in Diciannove

La genesi di un villain superomista

L’aspetto più potente del film è quello di assemblare la genesi di un villain, senza che ci siano particolari traumi da provocare tale virata oscura. Semplicemente vive la gioventù convenzionale di un contemporaneo, priva di figure educative e con gli algoritmi come unica bussola. Leonardo è frustrato nello studio, nei rapporti sentimentali e sociali. Riempie l’horror vacui con sbronze ciclopiche e sequele di approcci palliativi con le ragazze in discoteca. Manfredi è il giovane adulto di oggi plasmato da incomunicabilità, pieno di rancore cordiale verso le istituzioni e le relazione sociali.

Niente di meno distante dal percorso che porta all’integralismo, con al posto del Corano immensi tomi polverosi di critica letteraria.

Diciannove

  • Anno: 2024
  • Durata: 108'
  • Distribuzione: Fandango
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giovanni Tortorici
  • Data di uscita: 27-February-2025