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Paramount Serie tv

‘Curfew’ : caccia all’uomo

La serie inglese ci mostra uno degli ultimi livelli della rappresentazione femminista. La prigione e il controllo verso il mondo maschile in un thriller che mischia crime, riflessione sociale e qualche incoerenza di troppo

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Curfew

Sbarca su Paramount+ la serie inglese Curfew. Il thriller distopico è tratto dal romanzo After Dark di Jayne Cowie e scritta a tre mani da Lydia Yeoman, Jess Green, e Sumerah Srivastav. Prodotta per Paramount+ UK dalla Vertigo Films, nel cast troviamo vecchie conoscenze della tv inglese: Sarah Parish (Doctor Who), Mandip Gill (Suspicion), e la cantante Alexandra Burke.

IL TRAILER – Curfew

Sinossi – Curfew

In una società in cui gli uomini sono obbligati ad un coprifuoco che va dalle 19.00 alle 7 di mattina per evitare crimini di femminicidio, la detective Pamela Green(Sarah Parish) si trova alle prese con l’omicidio di una giovane donna. Sicura che si tratti di un assassino uomo e che ci sia una falla nel sistema del coprifuoco, la Green dovrà venirne a capo affrontando pressioni mediatiche e politiche.

Il coprifuoco nella società del controllo – Curfew

La nuova serie britannica Curfew  parte da un punto di vista e da una struttura abbastanza originale. Impostare il coprifuoco come elemento di controllo del femminicidio. E Curfew è un ennesimo tentativo della serialità inglese di dimostrare alle grandi produzioni americane quando non ci voglia poi molto nel creare una distopia con poco budget. E se il vasto universo di Doctor Who ha tracciato in tal senso una strada in cui il linguaggio distopico aveva bisogno solo di solide scritture e pochi mezzi, Curfew si incanala in un versante che costringe lo sci-fi a ragionare con spinosi temi sociali. Il centro dell’originalità della serie è l’ideare una drammaturgia del crime che vive costantemente con le regole del controllo.

La Camera dei Comuni inglese ha approvato una legge che cerca di dimezzare e annientate le percentuali dell’omicidio di genere. Il crimine più efferato e crudele a danno dell’universo femminile.

Una dittatura della morale pubblica che in Curfew , al contrario di un altro prodotto distopico come The Purge-La notte del giudizio (in cui la legalità del crimine in un lasso di tempo breve era attuata per abbassare i reati), costituisce un mondo dove l’elemento criminoso dell’uomo contro la donna viene estinto dal coprifuoco. Di certo la serie pone però un problema abbastanza logico. Si può evitare che l’omicidio venga compiuto in quelle dieci ore di inattività, ma nel tempo precedente cosa succede? Nulla vieta alla malvagità patriarcale di attivarsi prima delle sette di sera. Ed è in questa dubbia linea tra controllo e complotti che subentra la detective Green, interpretata da una brava Sarah Parish. Uno sguardo sospettoso e investigativo sulla sua certezza femminista, e la fragilità del coprifuoco.

Curfew

Il thriller investigativo e quello politico

Tutto in Curfew è in linea col romanzo audiovisivo contemporaneo. A partire dalla figura della Parish che ci viene presentata già con un bagaglio personale abbastanza attinente  con l’obbiettivo della serie di mostrare il pericolo maschile. La detective Pamela Green infatti viene da un passato che più tragico non si può: la scomparsa della figlia vittima del femminicidio prima che il coprifuoco diventasse realtà in Inghilterra. Si capisce quindi come l’inizio di Curfew sia dettato dalla protezione di questa dinamica; l’evento che scatena il crime della serie, la morte di una giovane donna durante il coprifuoco, pone degli interrogativi alla Green che non intaccano mai la colpevolezza del responsabile. Che deve per forza essere conciliante con la linearità del mondo del serie, distribuendo colpe solo nella componente maschile.

Siamo dinnanzi ad un procedurale investigativo inglese abbastanza consumato: l’omicidio, la detective che indaga sulla verità celata, le istituzioni che nascondono invece di mostrare, con una protagonista che alterna più livelli in Curfew, quello dell’indagine e del complotto, che piace tanto alla british television. Rivelare la fragilità del sistema in una lotta col gatto che si morde la coda è sempre stato un cruccio delle storie d’oltremanica. I tanti tasselli con cui la Green si interfaccia, in primis l’ipotesi che l’alterazione dei braccialetti elettronici possa permettere all’uomo di aggirarsi liberamente nelle strade, si relazionano continuamente col peso mediatico dell’omicidio oggetto della parte procedurale della serie.

Mitchell Robertson as Eddie and Sarah Parish as Pamela. Photograph: Vertigo Films/Paramount+/PA

Una serie femminista che rivendica i propri limiti

Nella serie Paramount + si assiste ad un contrasto ben definito. Le figure maschili sono carnefici ed ipotetici assassini, ma anche istituzioni che hanno originato il coprifuoco. Uomini a capo del sistema, come i superiori della detective pronti a proteggere l’immagine pubblica e politica di uno Stato che preserva le sue donne. Archetipo contrapposto ad un altro archetipo. Quello delle protagoniste femminili: anarchiche, autonome e smaniose di cambiare il mondo che gli stessi uomini hanno costruito in loro difesa.

Donne che, con le loro storie, paradossalmente, in un mondo di uomini sorvegliati, rivendicano il timore che senza la limitazione di libertà è il loro libero arbitrio ad essere in pericolo. Partendo dalla protagonista Pamela Green, si sfilacciano una serie di donne come Sarah (Mandip Gill) e sua figlia Cass (Imogen Sandhu), che, con i loro atteggiamenti di misandria e di rivendicazione femminista, sottolineano l’esigenza politica del movimento Me Too, dando l’impressione che non controllare più la notte riequilibri la parificazione tra i sessi. Uno scenario che tale distopia inglese respinge con assoluta fermezza.

Curfew

Tra letture sociali e incongruenze  

Lo sbaglio di Curfew , che appare già nei primi episodi, è quello di accomunare l’originalità di un soggetto di serie con l’insensatezza di un particolare così ovvio da sembrare banale. Nel mondo della serie Paramount+ sembra che il concetto di violenza domestica non esista, ponendo allo spettatore il prevedibile interrogativo del cosa faccia l’uomo minaccioso nello spazio chiuso del coprifuoco. Perché cosi come l’elemento criminoso può materializzarsi nell’esterno, può anche, come raccontano le cronache quotidiane, compiersi nello spazio stretto del focolare domestico.

Una carenza che la serie inglese sembra non vedere proprio perché predilige ragionare in termini dispotici, perseguendo nel ‘fuori’ quello che sembra essere l’unico pericolo per il sesso femminile. Se Curfew riesce da un lato ad educare la tossicità maschile, usando vari mezzi come l’istruzione e la terapia per far riflettere sull’etica del possesso, dall’altro molte illogicità e il suo impantanamento nel genere crime impediscono alla serie di essere più di un passabile sci-fi senza eccessive pretese.

Curfew mostra un’abilità tutta inglese di costruire la distopia con la sola forza di una buona storia e di un thriller investigativo ben rodato, evidenziando però qualche limite nella sua rappresentazione femminista difronte alla minaccia patriarcale.

  • Anno: 2024
  • Durata: 50'
  • Distribuzione: Paramount+
  • Genere: thriller
  • Nazionalita: UK
  • Regia: Joasia Goldyn
  • Data di uscita: 20-January-2025

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