Durante la cerimonia di premiazione di 48 Hour Film Project 2024 , Anastómōsis ha vinto diversi premi, fra cui la prestigiosa candidatura a Miglior Film. Il film, inoltre, rappresenterà l’Italia al Filmappalooza 2025 e sarà candidato a concorrere alla sezione Short Film Corner al Festival di Cannes 2025 .
Oltre a questo, Anastómōsis, è stato premiato per la Migliore Fotografia e per il Miglior Trucco, assegnati a Pietro Brunelleschi e Martina del Corso.
La trama: un noir elegante, ricco di colpi di scena

Il titolo stesso, Anastómōsis, rimanda a un termine medico che descrive una connessione tra due strutture, in questo caso, il legame tra i due protagonisti, interpretati rispettivamente da Matteo Bianchi e Francesca Alati. La trama ruota attorno alla connessione psicologica e fisica che si sviluppa tra i personaggi, accomunati da una tomba, quella del padre della protagonista. Il personaggio interpretato da Bianchi, inizia a sviluppare un’ossessione viscerale per questa tomba, polverosa e sempre spoglia di fiori, ubicata vicino a quella della madre.
Quella lapide poteva essere la mia, avrei potuto fare la stessa fine. Da solo. Abbandonato. […] Però quella tomba, che non sapevo neanche a chi appartenesse, mi lasciava sempre qualcosa, cominciai a pensarci, e giorno dopo giorno, senza che me ne accorgessi quel pensiero fluttuante divenne presto quasi un’ossessione
Fin quando un giorno, nel cimitero, non si palesa una figura che decide di svuotare la tomba dai fiori portati dal protagonista.
A compiere il gesto si svela essere la figlia del defunto, interpretata dall’Alati, la quale racconta al protagonista la storia di una figura genitoriale violenta, e che tutt’ora non è riuscita a perdonare. Il protagonista rimane affascinato da questa ragazza: dalle sue movenze, il suo modo di parlare e la durezza nel suo sguardo.
Matteo Bianchi riesce a incarnare la figura di un uomo tormentato, in lotta con i propri sentimenti, mentre Francesca Alati dà vita a una donna misteriosa e sfuggente, ma dal profondo senso di fragilità. La chimica tra i due è palpabile e, attraverso un gioco di sguardi e piccoli gesti, riescono a trasmettere una comunicazione emotiva che è al centro di tutta la narrazione.
Il punto di forza di Anastómōsis è la sua ambiguità narrativa

In un’atmosfera sospesa e tesa, il film esplora i temi della comunicazione, del distacco e della ricerca di significato nelle relazioni interpersonali. La narrazione, pur mantenendo un tono realistico, dà spazio a una certa dose di simbolismo, creando una sorta di dialogo tra il corpo e l’anima.
L’opera gioca sull’ambiguità delle emozioni e delle scelte, invitando lo spettatore a riflettere su cosa davvero ci lega agli altri, attraverso momenti di silenzio e intensi sguardi che sembrano dire più di mille parole.
Pietro Brunelleschi, direttore della fotografia, regala al film un’estetica di grande impatto. La scelta di luci e ombre, unita a inquadrature precise e calibrate, costruisce una tensione visiva che segue la psicologia dei personaggi. L’uso degli spazi e dei dettagli contribuisce a enfatizzare l’aspetto claustrofobico della vicenda, creando un’atmosfera che riesce ad avvolgere lo spettatore. La regia di Alessandro Lattanzi si dimostra acuta nel dirigere gli attori e nel creare un flusso narrativo che alterna momenti di calma apparente a bruschi scossoni emotivi.
Un grande noir raccontato in soli sette minuti

Nonostante il formato ridotto e il tempo limitato imposto dal concorso 48 Hour Film Project, Anastómōsis non sembra risentire della fretta, ma anzi sfrutta la sfida del minutaggio per enfatizzare la sua intensità. La produzione di Silvio Leonardo Muccino è attenta ai dettagli e capace di restituire un prodotto raffinato, che non sacrifica la qualità della narrazione e della realizzazione tecnica.
Anastómōsis è un cortometraggio che non si limita a raccontare una storia, ma propone una riflessione sulle connessioni umane e su come spesso siano più profonde di quanto non appaiano a prima vista. Il film è un ottimo esempio di come, anche in un contesto di estrema urgenza e limitazione di tempo, possano emergere opere di grande valore artistico e narrativo. Grazie alla regia precisa, alle interpretazioni coinvolgenti e alla fotografia evocativa, il cortometraggio si impone come uno dei più significativi del concorso 48 Hour Film Project 2024.
Un lavoro che sicuramente merita di essere visto e che lascia, nella sua brevità, un’impronta durevole nel cuore dello spettatore.