Safety State è il nuovo cortometraggio diretto da Jeanette L. Buck, che sarà proiettato al Florence Queer Festival 2024. La storia segue le vicende di una coppia lesbica che, per sfuggire alla persecuzione, deve abbandonare la propria casa nel Midwest americano e cercare rifugio nel New England. La narrazione si fa particolarmente avvincente quando le protagoniste sono costrette a fingere di essere sposate con due uomini, Jacob e Michael, per viaggiare indisturbate.
Un mondo di sorveglianza e censura morale
In Safety State, il futuro non appare troppo lontano da alcune realtà già percepibili oggi: un sistema oppressivo che spinge i cittadini a denunciare qualunque comportamento ritenuto “immorale”. La storia si concentra su due coppie, costrette a unirsi in una fragile alleanza per sopravvivere. Fingendo di essere eterosessuali e “conformi”, le protagoniste intraprendono un viaggio verso il New England, trasformando la strada in un campo minato di segreti e silenzi.
Il cortometraggio richiama alla mente Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale), la celebre serie tratta dal romanzo di Margaret Atwood. La società distopica in cui vivono i personaggi della Buck, con la sua rete di spionaggio e la criminalizzazione delle identità queer, si nutre dello stesso clima di terrore che permea Gilead. Tuttavia, a differenza della serie, che scava profondamente nell’orrore psicologico, Safety State bilancia la tensione narrativa con un tocco di leggerezza, puntando sulla forza dei legami interpersonali e sull’ironia che scaturisce in situazioni surreali.
Non solo un racconto di fuga, ma anche di riscoperta. Nel corso del viaggio, le due coppie – costrette a interpretare una parodia di ciò che la società si aspetta da loro – trovano nella loro “finzione” un terreno inaspettato per creare legami. Le dinamiche che si sviluppano tra i personaggi sono un invito a riflettere sulla solidarietà come forma di ribellione.
Safety State, tra toni leggeri e messaggi incisivi
Jeanette L. Buck riesce a confezionare una storia che, pur partendo da premesse inquietanti, adotta un tono quasi giocoso. Le scene di interazione tra i personaggi, con battute sottili e momenti di complicità, stemperano il peso della situazione in cui si trovano, regalando al pubblico una narrazione più aperta alla speranza. Questo equilibrio rende l’opera fruibile e, al contempo, incisiva nel suo messaggio politico.
Proiettato nell’ambito del Florence Queer Festival, Safety State trova il palcoscenico ideale per dialogare con un pubblico sensibile ai temi dell’inclusione e della resistenza. Il festival, ormai uno dei più importanti appuntamenti LGBTQ+ in Italia, continua a dare spazio a voci coraggiose e innovative come quella di Jeanette L. Buck, riaffermando l’importanza del cinema come strumento di riflessione e cambiamento.
Grazie alla sua capacità di bilanciare paura e speranza, il corto della Buck lascia anche un messaggio chiaro: la resistenza non è mai solitaria e la solidarietà può essere la più grande arma contro l’oppressione.