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‘Dinner Club’: nuove frontiere del voyeurismo culinario

Nel programma Prime Video, arrivato alla terza stagione, Carlo Cracco e i suoi ospiti ci portano a riscoprire i sapori della nostra terra

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Dinner Club 3

Uno chef stellato, un gruppo di noti personaggi dello spettacolo, una cena tra amici e un lungo viaggio nei meandri dei sapori folkloristici del Bel Paese. Questi sono gli ingredienti di Dinner Club, il food travelogue ideato e prodotto da Banijay Italia per Amazon Prime Video che, giunto alla terza stagione, si propone di rinnovare il linguaggio della cucina in televisione, attraverso un racconto genuino delle innumerevoli sfumature di gusto e tradizione provenienti da ogni angolo d’Italia. Il risultato è la ricetta di un’originale dissertazione sull’arte culinaria, tra risate in compagnia e prelibatezze nascoste.

I comizi gastronomici di Carlo Cracco

Dinner Club si mostra sin dalla sua prima stagione come il tentativo di proporre qualcosa di innovativo nel panorama degli ormai incalcolabili cooking show che farciscono gli schermi televisivi. Per farlo, decide di distaccarsi completamente dalla formula trionfale della competizione ai fornelli, che ha fatto la fortuna di format inossidabili come Masterchef o 4 ristoranti, preferendo ricalibrarsi sulla linea del classico programma televisivo itinerante, svecchiandola e insaporendola con un montaggio alternato tra curiosi sprazzi territoriali e scene di un’amichevole e vivace degustazione di gruppo. Ne deriva una docu-serie che prova ad amalgamare l’intrattenimento spensierato con l’archeologia esplorativa dei regionalismi nazionali ­‒ prevalentemente gastronomici, ma non solo ‒, sviscerando con onestà e semplicità preparazioni poco conosciute o a volte persino sperimentali (come la cucina nipponica-calabrese nella seconda stagione), ma soprattutto la loro dimensione più popolare.

Nelle varie tappe che costituiscono il tragitto delle tre stagioni (escursioni individuali nelle prime due, che si trasformano in unico viaggio lungo la Via Appia nella terza), non ci si sofferma soltanto sull’elemento nozionistico dei piatti protagonisti, ma viene dato il giusto spazio ai custodi dei succulenti segreti alla base delle usanze locali: le persone. In queste sequenze Cracco è abilissimo nel dismettere la maschera burbera e intransigente che lo ha reso celebre, abbandonando la centralità della sua figura e servendo in maniera pasoliniana la realtà umana alla base della cultura culinaria.

L’intento non è mai quello di istruire il pubblico o di rendere replicabile una ricetta, ma si tratta semplicemente di una volontà esaltatrice degli aromi che sprigiona il nostro territorio, anche grazie ai funzionali siparietti di interazione che le celebrities/compagne di viaggio dello chef riescono a generare con le comunità ospitanti. D’altro canto, non è sempre facile trovare il giusto bilanciamento tra puro divertimento e divulgazione, al punto che in certe occasioni il quantitativo di gag comiche messe in scena rischia di risultare sovrabbondante, restituendo una sapidità un po’ troppo contrastante con l’arricchimento conoscitivo che il programma vorrebbe trasmettere.

Carlo Cracco in Dinner Club, S3; Fonte: Amazon Prime Video

 

Una grande abbuffata di guest star

Pur nella sua mirabile ampiezza esplorativa, il vero piatto forte di Dinner Club è però senza dubbio il parterre di celebrità che accompagnano Cracco durante il viaggio, riuniti in occasione delle pittoresche cene attorno alle quali ruota totalmente la serie. Un cast eccezionale che varia nelle tre stagioni, con un graduale rinnovamento di dinamiche adibito ad eliminare il pericolo di ripetitività: Fabio De Luigi, Luciana Littizzetto, Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea, Sabrina Ferilli e Pierfrancesco Favino animano la prima stagione, mentre nella seconda subentrano Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Luca Zingaretti e Marco Giallini, in aggiunta alla conferma delle presenze saporite della Ferilli e della Littizzetto. Con la terza stagione si tenta invece di rinfrescare la struttura, tramite tre soli comprimari dello chef durante il viaggio (Christian De Sica, Emanuela Fanelli e Rocco Papaleo) ed un unico banchetto finale al quale si aggiungono nuovamente Albanese, l’immancabile Sabrina Ferilli e la straordinaria ospitata di Corrado Guzzanti.

Dinner Club, S3; Fonte: Amazon Prime Video

 

Un turbinio di grandi nomi, che con sagacia, brillantezza ed enorme spontaneità condisce l’appetitoso girovagare lungo la Penisola e conferisce ai simposi che ne fanno da contraltare un clima di intima convivialità. Un approccio senza dubbio capace di catalizzare l’attenzione dello spettatore, ma forse non di coinvolgerlo fino in fondo: il pasto condiviso si erge a palcoscenico per gli aneddoti, le curiosità di vita o di carriera e la complicità radicata tra i vari commensali, che ci troviamo semplicemente ad osservare dall’esterno con languida curiosità. E nel momento in cui le digressioni si dilatano al punto da oscurare leggermente il cibo che si avvicenda sulla tavola, la soddisfazione dello spettatore finisce per dipendere completamente dalla capacità di saziarsi nel guardare il godimento altrui, che si estende dall’animo al palato, ma con un distacco che rende complicata l’empatia verso le sensazioni dei protagonisti.

 

Dinner Club rimane comunque un esperimento interessante, che nonostante i limiti intrinseci è riuscito a farsi apprezzare dal pubblico per la sua eclatante naturalezza. Uno spensierato intrattenimento televisivo, che forse non riesce a toccare la massima glorificazione della cucina in Tv, ma la tratta con grande rispetto, mostrando così tutta la gioia che la comunione gastronomica è in grado di creare.

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Dinner Club

  • Anno: 2021
  • Durata: 3 stagioni, 16 episodi
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: Documentario, Cucina
  • Nazionalita: Italiana
  • Regia: Riccardo Struchil, Caterina Pollini