Il Torino Film Festival ospita una rassegna dedicata al volto della quarantaduesima edizione, Marlon Brando. Tra i film in proiezione anche il musical Bulli e pupe (Guys and Dolls, 1955), scritto e diretto da Joseph L. Mankiewicz e basato sull’omonimo spettacolo di Broadway del 1950. Come recita il trailer originale del film, prima Marlon Brando non aveva mai cantato e ballato al cinema, ma non è il solo fuoriclasse della pellicola. Il cast, infatti, comprende anche Frank Sinatra, Jean Simmons e Vivian Blaine.
Gioco d’azzardo a Broadway
A New York brulica un sottobosco di giocatori d’azzardo sempre alla ricerca di nuovi modi per fare il colpo grosso. Uno di loro è il famoso Nathan Detroit (Frank Sinatra) ma, al momento, è al verde. L’uomo è inoltre fidanzato da quattordici anni con Adelaide (Vivian Blaine), che non intende ancora sposare a causa della sua precaria situazione economica. Per tentare la fortuna con una partita a dadi, Nathan ha bisogno di mille dollari, quindi, decide di procurarseli scommettendo con Sky Masterson (Marlon Brando). Per vincere la scommessa, quest’ultimo dovrebbe riuscire a portare a cena – a Cuba – Sarah Brown (Jean Simmons), sergente dell’Esercito della Salvezza. L’interazione fra denaro e sentimenti, però, non condurrà ai risultati previsti.
I colori di Hollywood
Bulli e pupe si inserisce in quello spaccato del cinema di Hollywood del secolo scorso che ha trovato nel musical uno dei generi di maggior successo. Fortemente voluto da Samuel Goldwyn, l’estetica della pellicola ne testimonia l’investimento economico. Come per ogni musical hollywoodiano che si rispetti, la scenografia è sfarzosa e colorata, tanto che persino il mondo dei giocatori d’azzardo diventa piacevole alla vista. La bellezza dei luoghi (ricostruiti in studio) e dei personaggi che li abitano dà vita a un mondo marcatamente di finzione ma, allo stesso tempo, tutt’altro che vuoto.
Genere e denaro
I ruoli di genere nel cinema hollywoodiano sono stati spesso delineati in modo netto, assegnando a donne e uomini tratti precisi. Un genere cinematografico sopra le righe come il musical, invece, difficilmente rende queste rappresentazioni univoche. Considerando la coppia Nathan-Adelaide, è possibile notare come il loro eterno fidanzamento sembri causato dalla disparità economica tra i due. Adelaide, infatti, ha una carriera e uno stipendio regolare; Nathan, invece, sembra un ragazzino che si aggira per il quartiere con le sue buffe spalle, interpretate da Stubby Kaye e Johnny Silver, alla ricerca di nuovi modi per vincere facile. Il tutto accade all’oscuro della fidanzata che, intanto, somatizza la situazione di stallo. Adelaide sposerebbe Nathan immediatamente, ma per lui la promessa non sembra potersi concretizzare senza la propria realizzazione economica, da ottenere a modo suo.
Contro le aspettative
Se la coppia di Nathan e Adelaide sembra stabile (e immobile) da quattordici anni, in Bulli e pupe ulteriormente centrale è quella destinata a formarsi. Sarah Brown è una giovane morigerata e tormentata dalla difficoltà di svolgere il suo lavoro di redenzione a Broadway. Non per nulla, il suo superiore le fa notare come il suo unico interesse sia quello di risolvere i problemi delle altre persone e non i propri. Sky Masterson, invece, è fin troppo sicuro di sé: giocatore di successo, vede il lato sentimentale all’opposto di Nathan. Non è di suo interesse, infatti, avere una sola compagna se può trovarne di diverse di giorno in giorno. Proprio a lui, però, toccherà la scommessa che lo porterà a fingersi pentito delle sue scelte, nonostante il successo, per entrare nelle grazie di Sarah. A questo punto, avrà inizio un processo reciproco di influenza e smussamento.
La personalità di Sarah è ben resa dai suoi abiti: la divisa rossa dalle linee rigide si staglia tra il grigiore dei completi dei giocatori di Broadway. Allo stesso tempo, però, nella giacca accollata si apre una breccia, quella del bottone che nervosamente sfila e reinserisce nell’asola. Questo gesto, come il raffreddore di Adelaide, rimanda a qualcosa di più profondo che Sarah ha difficoltà di ammettere, il reale desiderio di apertura verso l’altro non in quanto anima da salvare ma persona da conoscere autenticamente, senza giudicarla. Sky si avvicina a Sarah in prima battuta con l’intenzione di ingannarla, ma lei non si fiderà. Il loro rapporto, però, potrà evolvere quando entrambi usciranno dai loro personaggi: Sarah senza pregiudizi e Sky senza giocare.
La modernità di Brando
Nonostante Bulli e pupe possa apparire, sotto molti aspetti, un musical pienamente classico, la performance di Marlon Brando lo rende peculiare. A fronte dell’interpretazione piuttosto caricaturale di Frank Sinatra, quella di Brando è resa più sottile grazie alla coniugazione delle sue tecniche recitative alle necessità del musical. Sky risulta quindi dinamico e sicuro grazie al suo modo di stare nello spazio e di porsi agli altri personaggi e il continuo giocare con il suo cappello denota questo atteggiamento. L’attore ha inoltre dichiarato di non essere soddisfatto della sua resa canora nel film, ma rimane iconica la sequenza in cui canta Luck Be a Lady.
False bambole
Nelle fogne newyorkesi, Sky si appresta a tentare la fortuna e si rivolge a lei come se si trattasse di una donna. Il testo della canzone più iconica del musical è emblematico dei rapporti interpersonali che esso mette in scena. Nathan cerca di tenere buona Adelaide come se fosse una bambina alla quale indorare la pillola, mentre Sky cerca di conquistare Sarah, almeno all’inizio, solo per vincere una scommessa. L’invito alle due donne sembra quello di non avere troppe pretese e di ridimensionare i propri desideri ma, fortunatamente, il musical è un genere sovversivo. Alla fine, le coppie si costituiranno ma non alle condizioni di Sky e Nathan. Adelaide e Sarah potranno smettere di essere solo bambole, mentre ai due personaggi maschili toccherà assumersi le proprie responsabilità e, così, crescere.