The Night Of Your Life, opera della regista olandese Fleur Bax, film sulla notte, l’insicurezza delle donne, e sulle supernove, è in concorso al Festival dei Popoli, nella sezione internazionale Discoveries, dedicata a corti e mediometraggi realizzati da giovani filmmaker, con un particolare sguardo e attenzione alla sperimentazione e originalità delle forme.
Come una supernova che segna il cielo
Un’esplosione e una luce che illuminano il cielo e lo cambiano, lo mutano radicalmente. Una passeggiata, più giù del cielo, tra strade buie e silenziose, in una notte come le altre. Un lampo, che squarcia quel cielo, e una botta, che spezza quella passeggiata. Due eventi, apparentemente separati, dal cielo alla terra, e in un universo, di cui cielo, terra, stelle e persone fanno indissolubilmente parte che, invece, in egual misura, segnano irreparabilmente l’oscurità di quel cielo, di quella notte e dei giorni a venire.
Come la supernova studiata e analizzata da Annette Derkink, puntando i telescopi verso l’alto e verso un tempo, sempre passato, che occorre ad essa per implodere e arrivare, anche solo in lontananza, ad essere visibile ad occhio umano. Nella speranza di poter assistere alla sua esplosione e con la capacità, ancor prima che visiva, di intendere che essa, con la sola forza e potenza di eventi portatori di cambiamenti e trasformazioni durature, arriverà.
E come, permanente ma imprevedibile, è l’aggressione che, sotto quel cielo, ha subito Lotte, sorella della regista Fleur Max, che proprio con lei, e l’altra sorella, Sophie, cerca di ricostruire ciò che è accaduto, le conseguenze indelebili che ha lasciato e ciò che, anziché quella violenza, al culmine e a finale di quella serata, sarebbe invece potuto succedere.
The Night Of Your Life
Uno spazio sicuro di riconciliazione
Un finale alternativo, quello che Fleur Max, infatti, tenta di offrire e costruire in The Night Of Your Life. Una riconciliazione con sé, con l’altro, e con la notte. Un ritorno al controllo, in uno spazio, come quello del documentario stesso, pensato dalla regista, sicuro, protetto, luminoso e colorato.
Con i colori che, come Annette utilizza per identificare gli eventi dell’universo, Lotte dipinge sul suo viso, ripercorrendo le macchie e contusioni che quella notte le ha lasciato. Tra gli occhi e uno sguardo che testimoniano a ricostruiscono. E in cui la creatività e l’immaginazione, di quei colori e trucchi che vanno e vengono, e dell’allestimento, prima in miniatura e poi a fare da scenografia artigianalmente ricostruita, degli edifici e della strada che hanno fatto da sfondo all’aggressione, hanno un ruolo cardine. Per un finale alternativo, abbracciato da una musica calda e raffinata, che accompagna l’intero film, e una coreografia di breakdance, come quelle che Lotte immagina di sentire risuonare e di vedere, illuminato da una supernova, di cui, ogni donna, avrebbe bisogno.