Marabù è un cortometraggio di Juan Pablo Etcheverry Ciancio, vincitore del premio Rai Cinema Channel al Social World Film Festival 2024. Marabù è candidato al RIFF nella competizione degli International Short Films
In un contesto ai limiti della sopravvivenza, dove ogni giorno è una lotta e dove i sogni sono schiacciati dall’aspirazione di fuggire, l’amicizia e la fiducia possono sembrare lussi inaccessibili. Tuttavia, proprio in questi luoghi estremi, queste qualità possono diventare essenziali, assumendo una forma diversa, più profonda e intensa.
Marabù, la sinossi del cortometraggio
Leo è un ragazzo orfano di 11 anni che sopravvive in una discarica vendendo metalli. Questo bambino non parla ma è molto intelligente ed è riuscito ad addestrare un marabù che lo aiuta nei suoi compiti quotidiani. Poi un giorno arriva Neimar, altro adolescente che sogna di diventare un famoso calciatore.
Raccontare in silenzio
In che modo i sogni possono diventare delle speranze? Come si fa a credere ancora in un futuro quando la tua vita è avvolta tra nubi, rifiuti di ogni genere e un contatto umano praticamente inesistente? A questi interrogativi prova a risponderci il regista Juan Pablo Etcheverry Ciancio. Lo fa senza parlare, senza dialoghi. Ma sfruttando la vera essenza del cinema: le immagini.
E’ un lavoro di sottrazione, di una finalità sintetica e allo stesso tempo d’impatto. Bastano pochi sguardi e pochi movimenti per rappresentare il contesto dove i due giovani protagonisti si ritrovano a vivere (sopravvivere?), una discarica in cui i sogni vengono presi e gettati, trasformati in altri oggetti. E’ un presente grigio, oscuro, che si contrappone al cielo azzurro troppo lontano da raggiungere; una tela che offre spazio soltanto per gli aerei, mezzi di trasporto di un futuro prossimo, lontano.
Il messaggio di speranza
La linea sottile tra innovazione e classicismo in questi casi è sempre molto fine. Juan Pablo Etcheverry Ciancio ci offre una narrazione non banale ma introspettiva e significativa. Il finale non è scontato e il messaggio appare chiaro e limpido. Non si vuole raccontare una semplice storia a lieto fine ma c’è l’obiettivo di far salire in cattedra la visione e il messaggio del cortometraggio.
Ricordate la domanda iniziale? Il regista è come se ci stesse mostrando che anche nelle situazioni più complicate, al limite del vivibile, c’è sempre la possibilità di ritrovare un fascio di luce che possa restituirci qualcosa in cui crediamo. I due protagonisti, Leo e Neimar – che prendono i nomi proprio dalle maglie che indossano dei loro idoli, Messi e Neymar – sono uno la luce dell’altro. Hanno lo stesso sogno, quasi la stessa età, e la stessa voglia di fuggire lontano da questo presente.
Amicizia in greco si chiama philìa, Roberto Vecchioni ci regala la definizione più potente, forte, che ritrae il quadro e i sentimenti del cortometraggio.
La Philia è un’amicizia disinteressata, cioè non è che tu ti accoppi a qualcuno perché hai qualcosa da guadagnare, non c’è utilità nella Philia greca e semplicemente perché è spiritualmente affine a te, è il completamento di te, è qualche cosa che non potevi non incontrare nella vita ed è molto di più addirittura dell’Eros, perché l’Eros è passione, alti, bassi, conclusioni e ritorni. La Philia invece è naturale cioè la Philia nasce e non può morire, puoi avere nuovi amici ma i veri grandi amici te li tieni sempre. L’amico è il te stesso da un’altra parte e questa è la fotografia che ce lo dimostra cioè questi due sono la stessa persona che si uniscono in un abbraccio, sono lo specchio l’uno dell’altro
Chi è Juan Pablo Etcheverry Ciancio?
Artista nato in Uruguay con cittadinanza spagnola. Laureato all’Accademia di Belle Arti di Barcellona nella specializzazione di disegno, esperto in animazione e grafica digitale. Dal 1997 è autore di cortometraggi d’animazione, riconosciuti con numerosi premi e partecipa a esposizioni e festival internazionali. La sua opera di animazione stop motion Minotauromaquia è stata nominata ai Goya, agli European Film Awards del 2005 e nel 2015 selezionata come parte della retrospettiva dell’animazione spagnola “Dal tratto al pixel”. Dal 2011 risiede in Italia dove regolarmente tiene corsi di animazione stop motion per bambini e lavora come freelance in montaggio e VFX. Dal 2018 in collaborazione con Teriaca Entertainment realizza cortometraggi in animazione 3D e videoclip, come ad esempio i suoi lavori per Sergio Cammariere Con te Sarò e Girotondo per Gretta.