Candidato al RIFF Awards 2024, ecco 6.21, cortometraggio, senza dialoghi, scritto e diretto da Sergey Ramz. Una storia graffiante, solo apparentemente algida e austera.
La trama
Mariella (Inna Sin) trova lavoro come cameriera in un lussuoso albergo. Dovrà presto imparare la disciplina e il rigore che regnano sovrani, oltre al codice non scritto che si cela silenzioso tra il personale. Tra lenzuola dalle macchie sospette, costosi mobili e capi pretenziosi, Mariella dovrà capire come trovare la sua via di fuga in questo mondo di rigore e segreti.
“Forse penserete che il numero 6.21 nasconda qualche sorta di significato, che, in verità, non c’è. É solamente il numero di una camera d’albergo. E il film in realtà parla d’amore.” – Sergey Ramz
Algide regole o amor proibito?
La vicenda si sviluppa con ritmo incalzante, grazie a un editing rapido ma esaustivo. Veniamo subito a conoscenza della superiore di Mariella (Olga Ergina), una donna matura che lavora da tempo come cameriera nell’albergo. Il loro rapporto sembra inizialmente tra sorella maggiore a minore, ma la donna si rivela distaccata da Mariella. Non c’è alcun legame emotivo fra loro: tutto ruota intorno al lavoro. Ma non è solo questo che interessa il personale dell’albergo: l’amor fisico è di certo la sotto-trama di 6.21. Un amore illecito, nascosto nell’oscurità dei sotterranei, lontano da occhi indiscreti e bocche curiose. Quali segreti nascondono i membri dello staff? E perché Mariella è così attratta dalla stanza 6.21?
Qualche cenno tecnico
Veniamo subito immersi in un universo dalle linee rigide e severe. Una fotografica fortemente basata sull’architettura precisa dell’albergo ci accompagna per tutto il corto. In 6.21, la scenografia, ovvero l’albergo, è assolutamente protagonista della vicenda: le porte che si alternano, tutte uguali, le scale che si avvolgono a spirale in cerchi perfettamente concentrici, i ripetitivi pattern della moquette, gli spigoli severi delle cucine. Tanto spazio per un formato claustrofobico come quello scelto, il 4:3. I personaggi sono perfettamente incastonati in questo gioco di linee sapientemente calcolato.
In conclusione…
6.21 è un cortometraggio incalzante, affascinante e sensuale, che tiene incollati allo schermo fino alla fine. Non è come sembra. Aspettare l’epilogo per giudicare.