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Interviews

Manichini di carne e altre oscenità. Intervista a Domiziano Cristopharo.

Domiziano Cristopharo è autore e regista di House of the flesh mannequins, film indipendente del 2008 che, pur non avendo trovato distribuzione nelle sale, non ha mancato di far parlare di sé critici, festival e riviste di genere.

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Domiziano Cristopharo

Domiziano Cristopharo è autore e regista di House of the flesh mannequins, film indipendente del 2008 che, pur non avendo trovato distribuzione nelle sale, non ha mancato di far parlare di sé critici, festival e riviste di genere. Nel film, porn star e performer di body art si mescolano agli attori. “Tutto è vero, ma al contempo diventa film, quindi messinscena. Un film che affronta temi scomodi come il voyerismo, la violenza e il sesso”. A ottobre, House è stato pubblicato in dvd da Terresommerse (www.terresommerse.it), e Cristopharo sta per concludere il suo nuovo film: The museum of wonders.

Quali sono stati i percorsi che ti hanno portato al film House of flesh mannequins?

Il caso e tanta gavetta! Una miscela formidabile di buona energia che mi han messo sulla strada di Domiziano Arcangeli e Daniele Panizza che han prodotto il mio primo film; a  loro devo dire grazie per avermi dato la possibilità di realizzare qualcosa… qualcosa grazie alla quale molti altri han poi successivamente creduto in me… al punto di poter allestire un progetto ambizioso e folle come The Museum of Wonders.

Nella sinossi del tuo House scrivi: “Porn star e performer […] si mescolano agli attori: tutto è vero, ma al contempo tutto viene fatto in un film,quindi diviene messinscena”. Quanta verità è mostrata allo spettatore e perché questa ostentazione del vero?

Semplicemente per non cadere nel moralismo o nella retorica. E’ un film che affronta e si basa su temi scomodi e ben precisi come il voyeurismo, la violenza ed il sesso… mi sembrava la cosa più logica affrontare questi aspetti del film con le persone più indicate a rappresentarli davvero. Per toccare davvero certi argomenti ci si deve entrare dentro… non si possono aggirare. Ma capire cosa è falso e cosa è vero in quel film diventa difficile… ovvio io non svelerò i trucchi!

Roberta Gemma e Daniele Mulè

Sebastian, il protagonista del film, visita “la casa dei manichini di carne”, un luogo a metà tra un bordello, un museo e un freak show. Un luogo dove la nudità e il sesso diventano uno spettacolo, che respinge e ammalia protagonista e spettatori. Che reazioni ha scatenato questa ostentazione del corpo e del sesso?

Mi aspettavo grandi polemiche… ma invece critica e pubblico fin’ora han dimostrato di apprezzare molto questo segmento del film… forse perchè nulla di ciò che viene mostrato è gratuito. Io trovo forse più volgare la scena di una doccia in un “cinepanettone” che il nudo esplicito necessario ad una tematica o lo sviluppo di una storia. Ma non per questo l’eccesso sarà il mio marchio di fabbrica. Ho semplicemente sviluppato nel modo più onesto una storia fortemente drammatica che no andava rappresentata, ma vissuta.

Che feedback avete riscontrato in Italia e all’estero?

Molta attenzione in generale… curiosità, inviti ai Festivals… ottimi segnali da Spagna e Francia… in America (curiosamente) il film viene ritenuto di difficile comprensione; in Italia invece, mi son guadagnato il rispetto di molti colleghi ed autori, ma anche una piccola porzione di affezionati fans!

Che rapporto pensi che i tuoi film possano instaurare col cinema italiano mainstrem, e cosa pensi, invece, del panorama indipendente italiano?

Io credo che nel mio “piccolissimo” ho dimostrato solo una cosa… che in Italia c’è tanta energia in attesa di entrare in circolo… e che tutto si può fare. Basta volerlo. Il panorama indipendente è necessario… è quel che in Italia tiene ancora in vita l’arte e le idee, ma è ancora troppo egoista. L’unione fa la forza e questa unione tarda ad arrivare… i colleghi si scornano e pensano al loro giardino invece di pensare prima a creare un campo fertile comune, abbastanza GRANDE da divenire una realtà incontestabile.

Maria Rosaria Omaggio - La Santa Muerte

Il film segna il ritorno di Giovanni Lombardo Radice, interprete di alcuni film cult del cinema di genere italiano (Apocalypse domani, Paura nella città dei morti viventi…). Come è avvenuto questo incontro?

Ho conosciuto Giovanni molto tempo prima, per la realizzazione di un promo di un film mai fatto… essendo un fan dell’horror, sono un suo fan… e quando ho avuto la possibilità di fare un film vero… tutto mio… mi sembrava naturale chiederlo a lui!

Ora stai chiudendo le riprese del tuo nuovo film: The museum of wonders. Su che binari si muoverà?

Niente sesso, pochissima violenza… sarà una favola nera con tanta bella musica.

Hai dichiarato che “House” è un omaggio un po’ nostalgico che ammicca al cinema di genere (soprattutto quello anni ’70), fai il nome di Fulci e Argento. Io ci  vedo molto teatro, per la presenza dei performer, per il senso voyeuristico che pervade il film… Tu stesso hai deciso di costruire il film in atti. Quanto “Fulci” e quanto “teatro” troveremo nel tuo nuovo film?

Fulci è un grande maestro… credo che le regie di film come “L’aldilà” o “Quella villa accanto al cimitero” siano da manuale; mi ispiro molto anche a Fellini o Polanski! Ma in Museum of Wonders credo si troverà molta Nouvelle Vague… riguardo al teatro… c’è! E’ meno esplicito che in House of Flesh ma il Museum of Wonders nel film E’ è un Teatro quindi….

The museum of wonders è un progetto importante: girato in costume, con straordinarie location e attori d’eccezione (Francesco Venditti, Giampiero Ingrassia, Maria Grazia Cucinotta). Che via di distribuzione tenterete, visto che il primo ha saltato le sale ed è appena uscito in dvd?

Credo che sia un piccolo fenomeno… anche se passasse direttamente in DVD… credo sia il primo film “economicamente” di serie Z “visivamente” di serie A! Abbiamo fatto un film NO BUDGET con location ed attori straordinari. Tutti han aderito per dare una scardinata al sistema ingolfato che c’è in Italia… fatto di nepotismi e priorità commerciali. C’è molta energia che vuole andare in circolo… e l’attenzione del pubblico e dei media rivela anche che… c’è voglia di un alternativa. Ai nomi da te citati aggiungerei Venantino Venantini, Maria Rosaria Omaggio, Giovanna Nocetti, Elda Alvigini e perfino Ruggero Deodato.

Il corpo attoriale è oscena opera d’arte nel primo film. Cosa diventa l’attore [e il suo corpo] in The museum of wonders?

Diventa il mezzo per confondere l’essere con l’apparire. Nessuno è quel che sembra in Museum of wonders… io lo definirei un labirinto di specchi dove ci si perde per trovare se stessi.

Luca Ruocco

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