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‘The devil’s hour’: la stagione due migliora la sua formula

La seconda stagione amplia la premessa della serie senza ripercorrerne necessariamente gli stessi principi.

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Debutta su Prime Video la seconda stagione di The devil’s hour, la serie TV ispirata alle idee nietzschiane sull’eterno accadere.

Cinque puntate dirette da Johnny Allan e Shaun James Grant. Per gli appassionati del genere, quello di The devil’s hour è un grande ritorno. Anche nella seconda stagione troveremo i protagonisti Jessica Raine, Peter Capaldi, Nikesh Patel e Benjamin Chivers.

Questo thriller psicologico è stato presentato per la prima volta nel 2022 ed esplora la vita di una donna che si sveglia ogni notte esattamente alle 3:33, la cosiddetta “ora del diavolo”,  a causa di incubi orribili su una vita che non è la sua.

Dove eravamo rimasti

La prima stagione di The Devil’s Hour racconta la storia di Lucy Chambers (Jessica Raine), un’assistente sociale con diversi problemi personali che si sveglia ogni notte alle 3:33 del mattino, la cosiddetta “ora del diavolo”, ricordando incubi orribili legati a una vita che non è la sua. Il suo nome viene collegato presto a una serie di brutali omicidi, ed è così che incontra Gideon Shepherd (Peter Capaldi), un uomo inquietante che ha la straordinaria capacità di “ricordare” il futuro perché, per molti anni, ha vissuto un loop temporale della sua stessa vita.

Gideon ha usato questa straordinaria capacità per cercare di correggere i torti, salvare le persone morte tragicamente o per fermare potenziali assassini. Riesce a ricordare crimini raccapriccianti commessi in molte vite precedenti e a impedire che accadano in quelle successive. Non solo conosce Lucy, ma ha usato la sua abilità per cambiare il peggiore evento della sua vita: il suicidio di sua madre. Ma spostare quel singolo momento dalla sua linea temporale ha portato molte conseguenze impreviste, la più significativa delle quali è l’esistenza di suo figlio Isaac (Benjamin Chivers), che non appartiene a nessuna linea temporale e tecnicamente non avrebbe dovuto esistere.

La recensione della seconda stagione

La seconda stagione di The devil’s hour riprende esattamente da dove si era interrotta la precedente, con Lucy Chambers che si sveglia con i ricordi di quella che sembra essere una vita passata e un incontro con il serial killer Gideon Shepherd. La donna si ritrova a fatica nei ricordi di una vita che non aveva idea di aver vissuto: ha stretto un patto con Gideon per salvare sua madre in cambio dell’interruzione di una terribile catastrofe. Il tutto mentre cerca di prendersi cura di suo figlio Isaac, il cui strano comportamento persiste.

Gideon chiede aiuto alla detective Lucy per sventare un omicidio di massa in un negozio di giocattoli. Si ritrovano così a lavorare insieme per identificare l’attentatore in modo che Gideon possa fermarlo. Quest’ultimo, però, si trova in difficoltà perchè per identificare l’uomo e quindi fermarlo ha bisogno di vedere il suo volto. Ma l’attentatore riesce a non farsi riprendere dalle telecamere di sorveglianza.

La seconda stagione si caratterizza per essere incentrata soprattutto sul personaggio di Lucy. É come trovarsi davanti a due donne diverse: la detective della polizia che non è riuscita a fermare una tragedia e la madre che potrebbe dover sacrificare tutto per mantenere le promesse fatte in una vita precedente. Queste due diverse realtà si scontrano per fermare la cosa peggiore che si possa immaginare, un evento mostruoso che è legato alle vite passate di Lucy, e che Gideon ha studiato per più cicli della sua stessa esistenza.

Ma di chi ti puoi fidare quando i tuoi ricordi non sono più tuoi?

 

Una corsa contro il tempo

Nella seconda stagione si assiste a un vero e proprio cambio di tono narrativo. Si esce dalle catene create nella prima per offuscare la vera natura di questa storia folle, e il risultato è quello di una stagione più snella e diretta. The Devil’s Hour riesce a portare in superficie le grandi questioni filosofiche e morali sollevate dalla premessa di base della serie e questo la rende molto più interessante. Tutto alla fine ha un senso e si arriverà a una conclusione che sembra giusta, anche se non del tutto soddisfacente.

Ma è proprio questo il punto di forza della serie: la vita non è perfetta, e non lo sono nemmeno le scelte che siamo costretti a fare. É una serie che sfida ogni spiegazione, è un pozzo senza fondo di possibilità, una storia che gira in loop.

Peter Capaldi è straordinario nei panni del killer Gideon. Vede e sente cose che nessun altro vede, ha memoria dei discorsi ascoltati di sfuggita, raramente mostra emozioni, anche se è perfettamente in grado di interpretare quelle degli altri e, spesso, svanisce nel nulla. È co-protagonista con Jessica Raine, che guida la serie vestendo alla perfezione i panni della frastornata Lucy Chambers, una donna che ha scoperto che la sua vita e quella del figlio sono legate a quella di Gideon, così come al destino di tutti coloro che la circondano, in modi che non avrebbe mai potuto immaginare. La seconda stagione si trasforma da un mistero inquietante a una bomba a orologeria. Gideon e Lucy devono lavorare insieme per prevenire un crimine devastante, il tutto mentre affrontano i ricordi di quelle che sono altre vite.

La teoria di fondo

The devil’s hour si rivela un ottimo thriller horror-fantasy, sicuramente fra i migliori della stagione, meritevole perché capace di mettere in scena una storia non semplicissima. É un piccolo gioiellino che necessita di grande attenzione per essere visto. Sin dai primi episodi la regia e la sceneggiatura utilizzano, in maniera sapiente e ben dosata, suspense e horror. É una tensione crescente, piena di visioni fantasmagoriche dove il ruolo più inquietante è quello del piccolo Isaac, interpretato magistralmente da Benjamin Chivers.

Ma la cosa più straordinaria di questa serie è sicuramente l’idea di fondo: la teoria del multiverso, che trova in Gideon Shepherd la sua massima espressione.

Il trailer della seconda stagione di The devil’s hour

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