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MIA Market 2024: parola d’ordine “innovazione”

Una decima edizione ricca di tematiche volte a convalidare l'importanza della creatività e dell'innovazione all'interno dell'industria cinematografica. Tra i primi panel, emerge un'importante tema: il benessere mentale nelle produzioni.

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Tra showcase internazionali ed una programmazione importante, il MIA si conferma un appuntamento fondamentale per l’industria audiovisiva globale. Un mercato curatoriale che abbraccia le diverse esigenze di un ecosistema dinamico, e questo il Mia Market 2024 lo ha compreso.

Un’edizione che sottolinea l’importanza dei generi differenti nell’industria, con necessità, paradigmi produttivi e distributivi diversi, concepiti per pubblici distinti e con particolare attenzione alle tecnologie più innovative applicate alla produzione audiovisiva. Un attore strategico in tutta la catena: dalla co-produzione, allo sviluppo e alla circolazione delle opere e dei talenti, nella direzione di una rinnovata ricerca e scoperta di titoli inediti, pronti per la distribuzione e la release di mercato. In 10 anni il MIA – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo è diventato un partner affidabile per il mercato, una piattaforma per la scoperta di nuovi progetti e un incubatore di business.

Questa decima edizione ha visto un record di candidature: con oltre 600 progetti iscritti al Co-Production Market (+20% rispetto al 2023) da 90 nazioni di tutti i continenti. Di questi ne verranno presentati circa 60 tra opere di Animazione, Documentari, Drama (prodotti seriali) e Film. Oltre 80 incontri, panel ed eventi in programma e nei 5 keynote cui prenderanno parte nomi di rilievo internazionale; ma anche opere immervise, nuove tecnologie, gender equality, pitching forum, i MIA awards… Insomma, un parco giochi per adulti nell’industria cinematografica, con un programma autentico e innovativo!

Benessere mentale e produzioni: il focus al MIA Market 2024

Tra i tanti panel tematici, nel day 1 del MIA Market 2024 uno in particolare colpisce per contenuto.

Intitolato Wellbeing in Productions: From Script to Screena tenere questa interessante conversazione sono il dott. Jake Knapik, psicologo clinico specializzato in salute mentale e benessere nel settore dell’intrattenimento e Valeria Bullo, consulente per il benessere e l’inclusione per il cinema e la TV. Entrambi vantano un’esperienza importante all’interno di grandi produzioni, arricchendo la conversazione con esempi concreti per integrare il benessere nella cultura produttiva.

Apre il dialogo il dott. Knapik: “Alcuni potrebbero pensare che il benessere consista nell’introdurre pratiche come yoga, meditazione e attenzione a tutte le produzioni mondiali. Siamo quasi a questo punto, ma manca ancora un po’. Usiamo un esempio a cui molti di voi possono relazionarsi: siete all’inizio di una produzione, il copione è pronto, la crew e, soprattutto, il finanziamento. Tutto è al suo posto, e c’è una buona dose di energia creativa. Poi la produzione inizia, e con essa cresce lo stress. Le cose si muovono, si complicano. Le persone affrontano il burnout e lo stress del quotidiano vivere nel 2024. Non è più così divertente. Vi sentite frustrati e annoiati, la leadership non guida come dovrebbe. Cosa accadrà a quell’energia creativa? Probabilmente si esaurirà.

E insieme, scopriamo di cosa si tratta questa professione: “Ho iniziato a Los Angeles, dove ho lavorato nell’industria dell’intrattenimento, aiutando i miei clienti e le loro famiglie a gestire lo stress e l’ansia legati al loro lavoro. Da lì, ho ampliato il mio approccio, concentrandomi sull’intero sistema dell’intrattenimento, lavorando direttamente con le produzioni per migliorare il benessere delle persone coinvolte e renderle più efficienti. Un cliente importante è stato Netflix, dove ho sviluppato una strategia globale per integrare la salute mentale nelle produzioni. Il riscontro è stato positivo e questo mi ha portato a diventare il primo manager globale del benessere a Netflix, occupandomi del benessere dello staff in tutto il mondo.” 

MIAMARKET2024

Dott. Jake Knapik at MIA Makret 2024

Promuovere ambienti inclusivi nell’industria: l’imperativo nel futuro

Alla conversazione si aggiunge Valeria Bullo, con la sua preziosa esperienza all’interno del settore: “Il vero inizio del mio percorso è stato quando lavoravo in produzione e avevo appena perso un amico. La produzione mi concesse un permesso speciale per andare al funerale, ma dovevo tornare immediatamente in ufficio appena finito. Quando tornai, il produttore mi disse che, a meno che non avessi perso fisicamente una parte del corpo, dovevo essere sul set. E così andai, anche se ero giovane e non sapevo come affrontare il dolore che provavo. Pensai che la cosa migliore fosse andare dall’altra parte del mondo a lavorare su una produzione complicata e fuori controllo, in Sudafrica e Namibia. Non avevo nessun supporto e stavo affrontando molte difficoltà, lavorando 60 ore a settimana e subendo bullismo in ufficio.”

Valeria Bullo at MIA Market 2024

“C’era una produttrice di Los Angeles, molto senior, che ogni sera ci faceva lasciare il computer e ci guidava in una meditazione. All’inizio tutti pensavamo fosse una cosa ‘da L.A.’, ma in realtà ci dava un po’ di sollievo e calma nel caos totale di quella produzione. Per me fu un aiuto importante per affrontare quello che stavo vivendo. E così, invece di lasciare l’industria, decisi di restare e cercare di migliorare le condizioni dall’interno. Creai un gruppo di supporto per madri, un luogo sicuro dove condividere ansie, frustrazioni e stress. In seguito, fui assunta da un’organizzazione britannica per partecipare a un progetto innovativo chiamato The Whole Picture Program, che mirava a creare protocolli per mettere le persone e la loro salute mentale al centro del lavoro. Ed è così che iniziò la mia trasformazione.” 

Leggi la nostra intervista a Valeria Bullo!

Una strada da percorrere insieme

Valeria Bullo conclude partendo da un concetto estremamente sentito in questi tempi moderni: “Credo che sia fondamentale allontanarci dalla narrativa della “tenacia” che domina il nostro settore, che ci porta ad essere costantemente ‘online’. Non dobbiamo vantarci di aver lavorato tutti i fine settimana o di aver risposto alle email il giorno di Natale. Non c’è bisogno di sacrificare completamente noi stessi per la carriera. Il nostro è un settore meraviglioso, ma possiamo cambiare questa mentalità. A livello pratico, come hai accennato, la leadership evolve. Ho trascorso 20 anni lavorando in produzione e progrediamo nel nostro mestiere perché siamo bravi in tante cose come illuminazione, scenografia o gestione di budget, ma nessuno ci insegna come gestire le persone e comunicare. Investire in una formazione specifica può prevenire problemi maggiori sul set.

Durante un progetto di ricerca, ho intervistato centinaia di persone per due anni. Molto spesso, le soluzioni per sostenere la salute mentale erano semplici e non costavano nulla. Per esempio, verificare con la propria squadra, usare avvisi per situazioni potenzialmente scatenanti o altre piccole azioni possono davvero migliorare il benessere e l’inclusione.

Un dialogo intimo ma d’impatto che apre questo MIA Market 2024, su come integrare il benessere nella cultura produttiva.

 

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