‘The Cowboy War: la sparatoria all’O.K. Corral’. La serie
La docuserie in sei episodi targata Netflix ripercorre, attraverso le testimonianze di vari studiosi e scrittori, il celebre conflitto a fuoco avvenuto a Tombstone nel 1881che cambiò la storia del West
Il celebre episodio della sparatoria all’O.K. Corral avvenuta il 26 ottobre 1881 che vide protagonisti, da una parte, Wyatt Earp, i suoi due fratelli e Doc Holliday e, dall’altro, il bandito Ike Clanton e alcuni uomini della sua banda, quella dei Cowboys, rivive grazie alla miniserie, distribuita da Netflix, The Cowboy War: la sparatoria all’O.K. Corral.
Si tratta di sei episodi, della durata di mezz’ora circa, diretti da Patrick Reams, autore anche della sceneggiatura assieme a Stephen David e Henry Fitzherbert.
I fatti storici
L’azione si svolge nella cittadina di Tombstone, Arizona. Un centro che, in quel periodo, era in forte crescita grazie all’attività mineraria di estrazione dell’argento e che, per ovvi motivi, attirava vari tipi di personaggi: avventurieri, prostitute, gente in cerca di fortuna e, non ultime, varie bande di malavitosi. Come quella dei Cowboys guidati da Ike Clanton, ladri di bestiame rubato in Messico e smerciato a Tombstone.
Lo scontro fra i Cowboys e i fratelli Earp, Wyatt, Virgil e Morgan, tutti uomini di legge che, insieme a Doc Holliday, un ex dentista dell’est malato di tubercolosi, ubriacone e ottimo pistolero, si erano recati all’O.K. Corral per arrestare i banditi, fu estremamente rapido.
In circa trenta secondi di sparatoria vennero sparati trenta colpi d’arma da fuoco che lasciarono sul terreno quattro dei cinque componenti della banda di banditi. Si salvò solamente il capo, Ike Clanton, che se la diede ignobilmente a gambe. Quei trenta secondi bastarono per far diventare Wyatt Earp, leader indiscusso del gruppo, un eroe e la sparatoria all’O.K. Corral, un semplice recinto per cavalli, uno dei luoghi più mitizzati di tutto il Far West.
Tuttavia Clanton, deciso a tenere nascosta la sua vigliaccheria e dotato di indiscusse doti affabulatorie, raccontò una versione completamente opposta dei fatti, facendosi passare come vittima e accusando Wyatt Earp di essere uno spietato assassino capace di uccidere a sangue freddo uomini in procinto di arrendersi.
Da qui si scatenarono una serie di vendette da ambo le parti che, ingigantendosi, arrivarono a coinvolgere l’intero paese, con tanto di intervento dell’allora presidente americano Chester Arthur, che portarono il paese sull’orlo di una seconda guerra civile.
The Cowboy War: la sparatoria all’O.K. Corral, grazie agli interventi di vari studiosi che affrontano dal punto di vista storico tutta la vicenda, ha il pregio di raccontare uno dei più famosi e leggendari episodi del Far West, senza limitarsi a esaminare il mero episodio della sparatoria, che viene collocata in un contesto ben più ampio, in cui il singolo episodio, di per sé di poco conto nel magma estremo del selvaggio West, andava a interferire con importanti operazioni di carattere economico e finanziario.
Operazioni che vedevano protagonista il famoso banchiere americano J.P. Morgan, intenzionato ad acquisire le ferrovie. Le quali, al tempo, erano considerate la più grande industria americana, costituente l’80% del mercato azionario.
L’idea di Morgan era quella di coinvolgere Lord Rotschild, l’uomo più ricco d’Europa, a finanziare il progetto. Ma le voci sempre più insistenti provenienti dall’Arizona che, a seguito dei fatti dell’O.K. Corral e dell’imperversare indisturbato della banda dei Cowboys, mostravano gli Stati Uniti come un paese sempre meno sicuro, con ampie zone di territorio ingestibili dal punto di vista della legge, rischiavano di mandare a monte i piani del banchiere.
The Cowboy War: la sparatoria all’O.K. Corral. Frame del film
I protagonisti
I personaggi della serie diretta da Patrick Reams, sia quelli principali sia quelli secondari, sono tutti descritti in maniera storiograficamente corretta. A partire da Wyatt Earp (interpretato da Tim Fellingham) e dai suoi fratelli, il maggiore Virgil (Ariel Eliaz), all’epoca dei fatti vicesceriffo di Tombstone e il minore Morgan (Shane Penhale).
Wyatt, rappresentato come persona dura ma corretta, è stato un personaggio dalle mille sfaccettature. Fu sceriffo, giocatore d’azzardo, cacciatore di bisonti e, a Tombstone, insieme al fratello Morgan, uomo della sicurezza per la Wells Fargo, la compagnia di diligenze che, fra le altre cose, aveva l’incarico di trasportare l’argento estratto dalle miniere. Morì nel 1929 all’età di 80 anni e fece in tempo a diventare consulente per i primi western realizzati a Hollywood.
Doc Holliday (Edward Franklin), al secolo John Henry Holliday, conobbe Wyatt Earp anni prima in Kansas. Dentista malato di tubercolosi proveniente dall’est, si trasferì nel West dove divenne famoso come pistolero e dove morì, a causa della malattia, ancora in giovane età.
Ike Clanton (Jack Gordon), era l’indiscusso capo della banda dei Cowboys. La sua idea era quella di diventare il padrone della città di Tombstone, avendo già dalla sua parte lo sceriffo corrotto Johnny Behan (Alex Price). Ma il suo progetto non si realizzò in quanto trovò a contrastarlo Wyatt Earp.
Josephine Marcus (Christina Leonardi), newyorkese di origine ebraica, era la compagna dello sceriffo Behan che lasciò per unirsi a Wyatt Earp, divenendone la moglie e vivendo con lui fino alla fine.
Chester Arthur (Christian MacKay), divenne presidente degli Stati Uniti, in quanto vicepresidente, dopo che il suo predecessore James A. Garfield fu assassinato.
Infine, fra I personaggi principali, il banchiere americano J.P. Morgan (Peter O’Meara) e Lord Rothschild (Adam Segeller). Li vediamo a Londra nella tenuta del principe di Galles e futuro re d’Inghilterra Edoardo VII mentre, fra una battuta di caccia e una partita a biliardo, prendono accordi in merito ai finanziamenti per l’acquisizione delle ferrovie.
Una serie strutturata in parte come fiction e in parte come documentario, che permette di allargare la visione rispetto al singolo episodio della sparatoria
The Cowboy War: la sparatoria all’O.K. Corral è una interessante serie strutturata in parte come fiction interpretata da attori e, in parte, come documentario, grazie all’intervento di numerosi studiosi di storia americana che permettono di contestualizzare l’episodio all’interno di un panorama ben più ampio che non sia quello circoscritto al West, andando oltre a quella che, sino ad ora, è stata la visione, strettamente limitata all’episodio della sfida fra gli Earp e i Cowboys, proposta dal cinema.
Infatti, la sparatoria all’O.K. Corral è stata oggetto di numerosi film, dei quali, alcuni, di grande valore artistico. Fra gli altri, Sfida infernale di John Ford, Sfida all’O.K. Corral di John Sturges e i meno riusciti Tombstone di George Pan Cosmatos e Wyatt Earp di Kevin Costner.
Nessuno di questi, tuttavia, al di là dei molti errori storici riscontrabili, è mai entrato nel merito, come al contrario fa la serie Netflix, di quanto un evento, all’apparenza marginale ma trasformatosi in mito, possa aver influito sulle scelte politiche ed economico-finanziarie del paese, con dinamiche estremamente complesse e intricate.
Tutto ciò rende particolarmente interessante la miniserie, che si regge su una sceneggiatura solida e interventi ben calibrati da parte dei vari studiosi. Con una buona recitazione e, soprattutto, con la voce narrante di Ed Harris che, con la sua capacità di calamitare l’attenzione, fa sì che sia preferibile guardare la versione originale piuttosto che quella doppiata.
Infine, da menzionare, la colonna sonora. Una scelta coraggiosa e inusuale per un film western, fatta di numerosi inserti rock ed elettronici che, inizialmente, possono spiazzare lo spettatore ma che in realtà, ben si amalgamano con le immagini e con la narrazione.
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