Everybody’s gotta love sometimes è un cortometraggio scritto e diretto da Sein Lyan Tun, presentato in anteprima al Sentiero Film Factory, il primo festival fiorentino di cortometraggi che unisce incontri industry, sessioni di pitch per sceneggiature e masterclass tenute da esperti di fama internazionale.
Un vero laboratorio creativo, che mira a promuovere nuove voci nel cinema e a favorire la nascita di collaborazioni all’interno del settore.
Nel contesto del festival, Everybody’s Gotta Love Sometimes si distingue per la sua toccante riflessione sull’amore e sulla vulnerabilità umana, offrendo uno sguardo intimo e profondo attraverso l’incontro di culture ed esperienze.
Intreccio
Phyo, un giovane solitario originario del Myanmar, sta cercando di adattarsi alla sua nuova vita a Parigi, desideroso di trovare l’amore. Tuttavia, i traumi profondi che lo segnano gli impediscono di connettersi veramente con gli altri. Un giorno, incontra Jack, un carismatico ballerino, e tra loro scatta una scintilla inaspettata. Si ritrovano insieme, in una danza sensuale davanti al maestoso Pont Neuf, mentre Phyo spera disperatamente che Jack possa ricambiare i suoi sentimenti e la sua attrazione, cercando nella danza una via per guarire e sentirsi finalmente accolto.
Sein Lyan Tun
Sein Lyan Tun è un regista emergente nato in Myanmar. Attualmente risiede a Parigi. Dal 2013 lavora come coordinatore per lo Human Rights Human Dignity International Film Festival di Yangon. Ha diretto una decina di documentari brevi e cortometraggi: tra questi, Late Blooming In A Lonely Summer Day (2021), ha partecipato ai festival di Locarno e Clermont Ferrand.
Riflessioni
Il cortometraggio è una riflessione poetica sull’amore, esplorando le sue molteplici sfumature e le sue forme. Attraverso i movimenti della danza, vengono espressi momenti di intima vulnerabilità, dove il linguaggio dei corpi esprime ciò che le parole non possono dire.
Sein Lyan Tun è riuscito a catturare l’essenza dell’amore: non solo come desiderio fisico, ma come ricerca di un legame emotivo che possa guarire ferite profonde, travalicando le barriere della paura e del dolore.
Attraverso una narrazione visiva potente e sensibile, il cortometraggio celebra l’amore in tutte le sue manifestazioni, da quello romantico a quello che nasce dalla comprensione reciproca, dalla guarigione e dalla compassione.