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Visioni dal mondo

Visioni dal Mondo: Intervista con il fondatore e direttore Francesco Bizzarri

Ai blocchi di partenza la 10^ edizione di Visioni dal Mondo, il festival internazionale di Milano dedicato al documentario. Ce ne parla il fondatore e direttore Francesco Bizzarri

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Francesco Bizzarri direttore Visioni Dal Mondo

Il Festival Internazionale del Documentario, Visioni dal Mondo, fondato nel 2015, celebra quest’anno il suo decennale. Dal 12 al 15 settembre, le location milanesi del Teatro Litta, la Cineteca Milano Arlecchino e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci ospiteranno proiezioni, eventi e masterclass che renderanno la città meneghina il centro nevralgico del cinema del reale.

Tanti titoli in concorso, italiani e internazionali in anteprima, e in virtual reality per la sezione VR. Guest of honor della decima edizione del Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo è Mario Martone, regista e sceneggiatore pluripremiato e riconosciuto a livello internazionale, che sarà protagonista  di un incontro con Maurizio Nichetti, direttore artistico del festival e figura cardine del movimento cinematografico milanese.

Non c’è più tempo è il tema di questa edizione dell’attesissimo appuntamento annuale con il cinema documentario, fondato e diretto da Francesco Bizzarri, con cui abbiamo avuto il piacere di parlare, chiedendogli del significato dietro a questa frase così d’impatto e di parlarci dei titoli selezionati per Visioni dal Mondo 2024.

Visioni dal Mondo: 10 anni di documentario in tutte le sue forme

Chi meglio del suo fondatore può fornirci una riflessione su cosa hanno significato questi 10 anni per voi e per il cinema documentario in Italia, le sfide affrontate e l’esperienza che è stata fino a questo momento?

La mission di Visioni dal Mondo è sempre stata quella di promuovere, con un Festival dedicato al cinema documentario. Quello che noi volevamo era far conoscere il cinema del reale al pubblico e allo stesso tempo anche aiutare il settore nella promozione e nella distribuzione.

L’altro aspetto che sin dalla prima edizione è stato per noi fondamentale è l’attenzione alle produzioni indipendenti, ai produttori indipendenti che affrontano temi sia di rilevanza nazionale che internazionali e descrivono una società, quella contemporanea italiana, ma anche tutto ciò che succede nel mondo, che impatta direttamente su di noi. Quindi temi di grande attualità, esplorati attraverso diversi approcci da parte di produttori realmente indipendenti, perché non sono schierati, non fanno parte dei grandi Media e quindi raccontano molto spesso una realtà che altrimenti non conosceremmo.

Ritengo che il cinema documentario sia uno dei più grandi strumenti di democrazia e di libertà di opinione. Lo dimostrano i temi che abbiamo trattato in questi 10 anni, attraverso i film documentari che di anno in anno abbiamo selezionato: i diritti umani, delle minoranze, l’immigrazione, le storie di rifugiati, poi la scienza, il cambiamento del nostro pianeta. La sostenibilità ambientale, ma anche le biografie, di artisti, di persone di spicco nel sociale, nello sport, nella musica, nell’arte.

L’importanza di promuovere il documentario italiano secondo Francesco Bizzarri

Poi, siamo un Festival internazionale che nasce in Italia, a Milano. L’altra parte della nostra mission è anche quella di far conoscere il cinema documentario italiano. Siamo sempre stati molto attenti ad avere una selezione quantitativamente più alta di titoli italiani. Questo ci differenzia dagli altri Festival in Europa e nel mondo, che fanno vedere molti titoli internazionali e pochissimi italiani.

Il nostro Festival mostra anche ai produttori e registi del nostro Paese un po’ quello che piace al pubblico, quello che può essere, diciamo, esportabile, visibile anche all’estero, storie che possono avere una qualche possibilità di distribuzione. Abbiamo sempre lavorato per portare della produzione culturale italiana, anche finanziata dalle Film Commission, dal Ministero, all’estero e lo facciamo da 10 anni.

La Tv Nel Pozzo (Andrea Porporati, 2024) - Visioni Dal Mondo

La Tv Nel Pozzo (Andrea Porporati, 2024) – Visioni Dal Mondo

Un’altra cosa che colpisce è proprio la varietà dei titoli che vengono selezionati ogni anno per le diverse sezioni. Ci racconta quali sono?

Una sezione molto importante è il concorso italiano, che si articola in due categorie: Lungometraggi e New Talent Opera Prima. Per questa edizione avremo nella categoria Lungometraggi 14 titoli, che abbiamo selezionato su circa 100 film ricevuti. Sottolineo che il documentario ha un periodo di produzione molto più lungo di una fiction. Dopo il Covid c’è stata “un’onda lunga”, per cui ora, piano piano, sta aumentando la disponibilità di documentari finiti. Nella categoria New Talent Opera Prima ne abbiamo selezionati 7, mentre per il Concorso internazionale 10, su circa 150 film  documentari candidati da tutto il mondo.

Per il Concorso Visioni VR sono 6. Ê una sezione ancora abbastanza di nicchia in termini quantitativi, soprattutto in Italia ma anche all’estero. C’è un costo di produzione molto alto e non c’è ancora una distribuzione vera e propria. Siamo tra i pochi in Italia ad aver portato in VR e lo abbiamo fatto insieme al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, all’avanguardia anche in questo settore. Il documentario in quanto tale è ancora una merce rara nella Virtual reality.

E i premi che vengono assegnati nelle diverse categorie?

Sicuramente i premi che mettiamo in palio per i diversi concorsi invogliano a iscriversi, sia quelli in denaro, che ammontato a un totale di circa 15.000 euro, sia gli altri Premi dati dagli sponsor e partner del Festival che ammonterebbero a circa 30.000 euro, quali ad esempio il Riconoscimento Rai Cinema dedicato a Franco Scaglia che prevede l’acquisizione dei diritti televisivi per le Reti Rai; il Premio Archivio Documentario Luce, che consiste nella fornitura di materiale di Archivio del Luce per un progetto Industry; il Premio La Compagnia costituito dalla selezione di un progetto documentario che, una volta ultimato, verrà inserito nella programmazione del Cinema La Compagnia di Firenze, l’unica sala in Italia dedicata esclusivamente al cinema documentario; il Premio sottotitoli Lo Scrittoio, assegnato al progetto che meglio racconti la globalità e l’interculturalità.

Ora vorrei passare all’ospite d’onore di quest’edizione: Mario Martone, un grande nome del cinema italiano. Cosa significa avere autori così importanti ogni anno?

Mario Martone prosegue la nostra tradizione di incontri con importanti registi italiani. Nel documentario, tutti i registi italiani più conosciuti sono poliedrici, quindi sono registi di documentari, ma anche di fiction, di serie TV, teatrali, magari sono anche scrittori e sceneggiatori. Negli scorsi anni abbiamo avuto nomi illustri, da Gianni Amelio a Pietro Marcello a Giorgio Diritti a Leonardo Di Costanzo a Roberto Andò, fino al Premio Oscar Hugh Hudson, purtroppo recentemente mancato.

Mario Martone è un regista impegnato, è stato direttore in teatri importanti e ha diretto film del calibro di Morte di un matematico napoletano (1992) premiato a Venezia, L’amore molesto (1995) che ha ottenuto tre David di Donatello, Il sindaco del rione Sanità (2019) dalla pièce di Eduardo De Filippo, il recente documentario che ha emozionato tutti, Laggiù qualcuno mi ama (2023), biografia su Massimo Troisi, che quest’anno si è aggiudicato il David di Donatello. Sarà con noi domenica 15 settembre e incontrerà Maurizio Nichetti, il nostro direttore artistico, per parlarci delle sue opere, la sua esperienza e la sua storia.

Mario Martone, foto di Mario Spada

Non c’è più tempo, il tema di questa edizione di Visioni del Mondo, cosa significa?

La frase “Non c’è più tempo” è un appello all’azione, al coraggio, alla fiducia nel futuro. È un invito, attraverso il racconto del reale a non schierarsi e a essere coraggiosi, ad agire con fermezza e determinazione. Non c’è più tempo vuole ricordare un decennio di impegno nel supportare il settore e nel promuovere il documentario come cinema del reale, come forma di narrativa più moderna e contemporanea, a cui anche le piattaforme stanno dando molto spazio, aiutando lo sviluppo di questo genere.

Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo e molte volte non ce ne rendiamo conto o lo scopriamo troppo tardi; quindi, non sprechiamolo, agiamo. Partecipiamo con le nostre opinioni e cerchiamo di combattere per delle cause giuste. Diamoci da fare e non perdiamo tempo. In sintesi, il significato di “Non c’è più tempo” è una incitazione al coraggio.

Ci sono tantissime storie parlando di persone. Vorrei partire innanzitutto da The Lost Legacy of Tony Gaudio, il film d’apertura e approfondire gli altri temi che vengono toccati dalle diverse opere in concorso

Abbiamo due titoli interessantissimi ed estremamente originali che spiego brevemente perché sono contento di averli intercettati.

The Lost Legacy of Tony Gaudio

Lo abbiamo ricevuto, come riceviamo tanti altri film, e quando l’abbiamo visto, io e il comitato di selezione del festival, abbiamo scoperto una storia incredibile. Ho poi cercato di confrontarmi con addetti ai lavori, produttori, registi, per verificare se conoscessero la storia. Nessuno conosceva Tony Gaudio. Di origine calabrese, nel 1937 vinse il Premio Oscar alla miglior fotografia per il film Avorio nero, diventando il primo italiano a ottenere questo riconoscimento e anticipando di 11 anni la vittoria di Vittorio De Sica. É anche la storia di una famiglia benestante che già alla fine dell’Ottocento, in Calabria, aveva aperto il primo negozio di fotografia, poco dopo i Lumière con le prime riprese cinematografiche.

Gaudio a quell’epoca già lavorava sulle tecnologie, sulle implementazioni dei processi della fotografia e di sviluppo nel cinema. Si trasferisce a New York, agli inizi del ‘900, e porta questa sua expertise per cui viene subito riconosciuto dagli Studios. Poi si sposta a Los Angeles, fa il direttore fotografia di tantissimi film, è fra i più famosi del muto e anche del sonoro. È la storia di un italiano che ce l’ha fatta in America. Anche lo sviluppo narrativo è interessante, perché ha una parte documentaria, una piccola parte di fiction che ruota attorno al fil rouge della ricerca del suo Oscar. La statuetta, infatti, non si riesce più a trovare. È una testimonianza importante, finanziata da Calabria Film Commission e Film Commission Torino-Piemonte.

Alla proiezione di giovedì 12 settembre al Teatro Litta. oltre ad avere in sala la presenza del regista del film Alessandro Nucci, avremo anche l’onore di avere ospite Mauro Fiore, Premio Oscar per la migliore fotografia per il film Avatar.

Tony Gaudio The Lost Legacy of Tony Gaudio Visioni Dal Mondo 2024

Tony Gaudio The Lost Legacy of Tony Gaudio Visioni Dal Mondo 2024

Life & Deaths of Max Linder

È un altro documentario, che mi ha appassionato, del regista polacco Edward Porembny, che racconta la storia dimenticata di Max Linder, il primo divo internazionale del cinema muto, spesso ignorato dal grande pubblico nonostante il suo profondo impatto sulla storia cinematografica, tanto da influenzare direttamente Charlie Chaplin nella creazione del suo celebre alter ego.  La cosa interessante, oltre a raccontare una storia molto particolare, è che il regista ha utilizzato l’intelligenza artificiale per aumentare la frequenza dei fotogrammi rendendo i video più fluidi, e le reti neurali per migliorare la qualità dell’immagine riducendo il rumore visivo. Il regista ha ricostruito e completato il film con materiale originale restituendo vita e chiarezza visiva al personaggio. Quasi un esperimento, non ho visto nulla di simile.

Persone speciali e storie incredibili

Questi sono solo due dei 38 titoli che presenteremo. Avremo, sempre sul tema dei personaggi, Bob Noto, the world’s finest palate, che non è solo la storia di un uomo straordinario, ma un racconto sul potere della prospettiva e del punto di vista. Bob Noto è stato un pubblicitario, creativo, direttore della fotografia che ha portato Ferran Adrià, il famoso chef spagnolo, in Italia e gli ha fatto aprire un ristorante a Torino, al museo Lavazza.

Poi abbiamo temi di impegno civile come in Corpi Docili sul tema della giustizia riabilitativa, che segue la creazione di una pièce teatrale sviluppata dai detenuti-attori della compagnia teatrale della casa circondariale “Torre del Gallo” di Pavia. C’è anche il tema che trattiamo ormai da diversi anni sulla diversità e normalità che sarà trattato attraverso due titoli: Davide e il mostro che racconta la storia di Davide, affetto dalla sindrome di Asperger, del suo coraggio a mostrarsi per quello che è e a riscoprire il concetto di normalità, e Ugualmente Diversi che racconta la storia di tre camerieri che lavorano in una nota pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici.

Tra i temi abbiamo anche la sostenibilità come The Other Side of the Pipe sul più grande progetto europeo energetico mai concepito prima, un gasdotto lungo circa 3500km che parte dall’Azerbaijian e arriva fino al Sud Italia. Poi, co-prodotto da Rai Documentari, avremo La tv nel pozzo che racconta l’incidente di Vermicino che sconvolse l’Italia il 10 giugno 1981, portando alla morte del piccolo Alfredino Rampi. Una nota importante che emerge da La tv nel pozzo è che da quella tragedia nacque la protezione civile. Sandro Pertini, all’epoca Presidente della Repubblica Italiana, capì che doveva essere creata una struttura specializzata per queste situazioni.

Vivere senza tempo

Abbiamo poi un documentario di Solaria Film co-prodotto da Rai Cinema, Fuori dal Mondo. Il regista Stefano Pasetto racconta la vita di Enrico Mereu, l’unico residente sull’isola dell’Asinara che rispecchia appieno il tema del 10° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo,  Non c’è più tempo. Enrico Mereu vive in una dimensione senza tempo; scultore di tronchi incastrati sugli scogli, è un liberatore di forme, un uomo di scelte radicali.

Abbiamo anche storie di ribellione e libertà come in Call me Mule che segue il pellegrinaggio di John Sears, conosciuto come Mule, che da oltre trent’anni viaggia nell’ovest degli Stati Uniti con i suoi tre muli. Un uomo di 65 anni che abbraccia la vita en plein air, difendendo il diritto alla libera circolazione e a una semplice armonia con la natura. Durante un viaggio epico di 500 miglia per consegnare un messaggio al Governatore della California, Mule si scontra con autorità e istituzioni locali, cercando un’alternativa alla modernità. E questi sono solo alcuni dei titoli che presenteremo tra il 12 e il 15 settembre al 10° Festival Visioni dal Mondo.

John McDonald Call Me Mule Visioni Dal Mondo 2024

John McDonald Call Me Mule Visioni Dal Mondo 2024

In chiusura torniamo alle sezioni che compongono la kermesse, in particolare ‘Visioni Incontra’. Di cosa si tratta e come è strutturata? 

Visioni Incontra e uno dei punti forti del nostro Festival sin dall’inizio. Siamo stati tra i primi festival in Italia a introdurre la sezione Industry. Da sempre curata dalla nostra Head of Industry Cinzia Masòtina.

Visioni Incontra è la nostra sezione Industry, a inviti e per soli accreditati, che si terrà giovedì 12 e venerdì 13 settembre e prevede il Concorso dedicato ai progetti documentari, ancora nella fase work in progress o in sviluppo avanzato, con 19 progetti italiani e internazionali. Inoltre, fuori concorso verrà presentato il progetto Storie per Sandro, regia di Giacomo Boeri, prodotto da The Blink Fish, produttore Carlo Alpeggiani, vincitore del Premio Visioni Incontra al Bio to B – Industry days 2024 del Biografilm Festival, in partnership con l’evento bolognese. A Visioni Incontra inviteremo circa 150 decision maker, addetti ai lavori, produttori e broadcaster. che possono produrre, investire o portare expertise ai progetti. I progetti vengono presentati di fronte a una audience di invitati accreditati che possono contribuire a finalizzarne la produzione.

Ci siamo ispirati ai più importanti Festival internazionali come quello di Toronto, l’Hot Docs Festival, dove nella sezione dedicata all’industria, vengono presentati progetti di film documentari non ancora finiti, in fase di preparazione o in Final development, una fase un pochino più avanzata rispetto al work in progress.

Ci saranno anche roundtable su temi legati al mercato e al mondo del documentario come quella in collaborazione con Women in Film, Television & Media Italia dal titolo “Non Siamo Un Genere: il cinema del reale e il racconto delle donne. Canonizzare l’eccezionalità o restituire la complessità? La creatività tra possibilità produttive e linee editoriali” e il panel in collaborazione con AIR3/Associazione Italiana registi, dal titolo “Cinema Equity: il modello dei private fund applicato all’industria cinematografica indipendente italiana”.

Taxidrivers è partner della 10^ edizione del Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo – Milano, 12-15 settembre 2024

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