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Approfondimenti

Tsai Ming-liang e la serie ‘Walker’

Nelle giornate del 25° Jeonju International Film Festival Tsai Ming-liang e Lee Kang-sheng presenziano alla proiezione integrale dei dieci episodi della serie

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Walker_Tsai Ming-Liang

Un’estasi visuale quasi maniacale: la serie Walker di Tsai Ming-Liang, comprensiva di dieci cortometraggi, è stata presentata al Jeonju International Film Festival alla presenza del regista e dell’attore sodalizio perenne, Lee Kang-sheng.

La serie è un progetto artistico che ha avuto inizio nel 2012 e proseguita fino al 2024, e che documenta un Lee Kang-sheng nei panni di un monaco buddhista che attraversa luoghi diversi nel mondo (tra cui la Malesia, Hong Kong, Taiwan, Francia…). La particolarità del progetto è nella camminata forzatamente lentissima di Lee.

The Walker… è difficile definirlo in termini tradizionali. È un film che ho realizzato negli scorsi 10 anni, è il film più lungo che io abbia mai fatto. [Tsai Ming-liang]

 

I film della serie Walker

  • No Form (2012)
  • Walker (2012)
  • Diamond Sutra (2012)
  • Sleepwalk (2012)
  • Walking on Water (2013)
  • Journey to the West (2014)
  • No No Sleep (2015)
  • Sand (2018)
  • Where (2022)
  • Abiding Nowhere (2024)
No no sleep

Lee Kang-sheng in ‘No no sleep’

L’origine della serie Walker di Tsai Ming-Liang

L’ispirazione del progetto arriva da diverse fonti. Prima di tutto la storia di questo monaco Buddhista della Dinastia Tang, Chen Xuanzang, che attraversò la Via della Seta verso l’India in un pellegrinaggio durato 17 anni.

E in secondo luogo, uno spettacolo teatrale, Only You (2011), diretto da Tsai Ming-liang in cui Lee Kang-sheng, suo collaboratore dall’inizio della carriera, interpreta il padre. Questi era un venditore di noodles, e Tsai chiede a Lee di riprodurre una camminata molto lenta per descrivere l’uomo.

Durante lo spettacolo teatrale interpretavo sia me stesso che suo padre. Dovevo camminare e abbiamo coinvolto un coreografo, ma poi abbiamo rinunciato e mantenuto soltanto la camminata lenta.

Nell’interpretare il padre dovevo camminare per venti-trenta minuti tenendo questi spaghetti tra le mani, e mentre li mostravo la polvere di farina si spargeva sul palco.

Quindi è in quel ruolo che ho trovato lo stile della camminata. [Lee Kang-sheng]

Walking on water

‘Walking on water’

La lentezza di Lee Kang-sheng

Eppure, la serie Walker non è solo una performance fisica di un attore la cui sinergia con il regista è evidentemente solida. I cortometraggi sono un omaggio ad un approccio alla vita, perché le location che ospitano questi passaggi sono le più disparate: dalle più caotiche alle più docili, da quelle che condividono un legame con il regista, a scenari lontani ed esotici, a loro modo. In questi contesti diversi, c’è sempre modo di cogliere la meraviglia se si rallenta e ci si pone in ascolto.

Una cosa che ho voluto mantenere costante in questi film era la lentezza: la velocità doveva essere sempre la stessa. Ogni volta che giravo un nuovo film ho scoperto che c’erano molte cose che non conoscevo, e quindi la mia attitudine cambiava, ma la camminata lenta di Lee Kang-Sheng non è mai cambiata. [Tsai Ming-liang]

E nessuno meglio di Lee Kang-sheng poteva rappresentare questo approccio mellifluo alla vita. Nessuno meglio di colui che, assieme al regista, ha giocato con il tempo diventando il volto artistico del procedere della vita, film dopo film.

Credo di essere più lento della media delle persone. Tsai Ming-liang mi ha sempre detto “sembri una pianta”. Io vivo nel mio mondo, a volte quando cammino con i miei colleghi, rimango indietro. [Lee Kang-sheng]

Lee Kang-cheng evolve nei film di Tsai, e così i personaggi cambiano e si adattano a questa sua nuova fisicità. Nell’episodio Diamond Sutra il suo collo è così proteso in avanti da sembrare spezzato, e la sua camminata così lenta e controllata da sembrare appeso a corde invisibili. Nulla a che vedere con le scene folli recitate in Rebels of the Neon God.

Where

‘Where’

La serie Walker e l’approccio al cinema

Quello che vediamo nella serie Walker è uno Tsai Ming-Liang maturo e legato al cinema in un modo nuovo. Quello che stato il suo canale di espressione per così tanti anni adesso è diventato un veicolo di informazioni assordante.

Ho pensato fino ad ora che dovevo fare film solo per intrattenere il pubblico, ma al momento il pubblico ha troppi film. Quindi ora voglio fare film autentici.

Quando il pubblico guarda i miei film deve avere una esperienza nuova a cui non è abituato, deve imparare a conoscermi. Spero che realizzi lentamente che la mia opera è vera. [Tsai Ming-liang]

Confrontarlo su questo tema della relazione con l’arte cinematografica, è scoprire come tutto il suo universo sia devoto a questa percezione visuale, nonché perfezione visuale, fatta di storie. Storie e immagini con cui vuole nutrire il pubblico, usa proprio questo termine. Svelando cura e umanità.

Tsai Ming-liang al JIFF

Tsai Ming-liang al Jeonu International Film Festival

L’undicesimo episodio della serie è già in programma: Jeonju lo vuole in città a raccontare la Corea e un luogo che ha avuto il coraggio e la brillantezza di mostrare il suo progetto artistico di dieci anni di vita. Così si mette a nudo con il pubblico, il suo pubblico, lui parlando della necessità del cinema, mentre Lee Kang-Sheng racconta aneddoti che richiamano le vesciche ai piedi di tutto quel camminare. Ma l’arte è anche questo, impegno profuso e dedizione totale

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Walker

  • Genere: Sperimentale
  • Nazionalita: Taiwan
  • Regia: Tsai Ming-Liang