Flavio Paolucci. Da Guelmim a Biasca documentario del regista svizzero Villi Hermann su Flavio Paolucci scultore-pittore rinomato a livello internazionale sarà presentato mercoledì 1 maggio in anteprima italiana al Trento Film Festival.
Il regista sarà al Cinema Multisala Modena Sala 1 per presentare al pubblico il suo ritratto di un artista eclettico che crea le sue opere traendo ispirazione nel silenzio dei boschi di Biasca, comune incastonato ai piedi della Valle di Blenio, nelle alpi ticinesi al sud della Svizzera.
Flavio Paolucci. Da Guelmim a Biasca è stato prodotto da Imagofilm Lugano e realizzato con la collaborazione di Alberto Meroni alla camera e al montaggio. Zeno Gabaglio ha composto la colonna sonora con Kety Fusco all’arpa.
Flavio Paolucci: un artista che spazia tra pittura e scultura che ha attraversato un secolo
Flavio Paolucci di 90 anni tenne la sua prima esposizione sessant’anni fa, nel 1958, e la sua arte è da sempre in simbiosi con il mondo naturale da cui trae i suoi materiali che sono legni, rami, carte, pietre, marmo, colori, fino alla fuliggine determinante per definire i fondi dei dipinti e spesso anche la pelle delle sue sculture.
Nel suo bagaglio, c’è tutta l’arte degli scorsi decenni, dall’informale alla pop art, dal concettuale all’arte povera, all’arte ambientale, quella che lui sente più vicina. Nella loro semplicità, le opere di Flavio Paolucci, riescono a veicolare importanti messaggi e a volte diventano un urlo silenzioso per una natura sempre meno rispettata.
Questo fa di Paolucci un personaggio che ha lasciato il segno nell’arte contemporanea. Così lo racconta il regista svizzero Villi Hermann:
“Flavio Paolucci (90 anni) non è una persona che parla molto e non si espone troppo al mercato artistico. È un uomo della valle, taciturno, sa ascoltare i suoi vicini, gente che lavora, non frequenta i vernissage delle mostre. Visita le mostre dei suoi colleghi dopo, in silenzio, senza fretta. Flavio Paolucci è un uomo della natura, cammina ancora oggi ogni giorno nel bosco vicino al suo atelier in Val di Blenio, Ticino. Nei suoi quadri trovi sempre la natura, non è una moda degli ultimi anni rivista nell’arte globalizzata, per Flavio Paolucci la natura vive in lui e con lui e si trasforma in arte per tutti noi. Lui ama il silenzio del suo atelier e il silenzio del bosco vicino. Per tutto questo faccio un film con il pittore ticinese in “esilio”.”
La colonna sonora di Flavio Paolucci. Da Guelmim a Biasca
Parte integrante del documentario di Villi Hermann sono le musiche firmate da Zeno Gabaglio, che così racconta il lavoro fatto con il regista svizzero:
“Stabilire un modus operandi. Questa è, in genere, la chiave professionale del rapporto tra il musicista e i creatori di altre discipline con cui si trova a collaborare. Che si tratti di coreografi, registi, poeti, attori oppure artisti plastici, una volta scoperto il modo – unico e dialettico – di sovrapporre i rispettivi ambiti, il resto del lavoro è in buona parte risolto. Non però con Villi Hermann. Dal 2004 e sull’arco di ormai dieci produzioni realizzate insieme, non credo sia mai successo che si ripartisse da quanto acquisito la volta precedente. Aggiungendo strumenti diversi, invertendo fasi e passaggi della lavorazione, alternando composizione e improvvisazione, mischiando elettronica e strumenti acustici: non c’è mai stato un lavoro che somigliasse al precedente. Per cui – all’inizio del progetto Flavio Paolucci. Da Guelmim a Biasca – la vera curiosità non poteva che essere: come andrà a finire stavolta. Presto ho però scoperto che Villi l’aveva pensata ancora più ardita di altre volte: comprendere in uno svolgimento documentaristico una parte musicale dal vivo, registrata e ripresa in un bosco. Un’idea che equivale a inserire un episodio di fiction – per non dire di palese irrealtà – in un discorso che invece non ha nulla di inventato, cioè forzare le regole stesse del genere cinematografico per attribuire alla musica (e alla presenza dei musicisti) un valore semantico a sé. È stato quindi inevitabile che il materiale musicale della “scena del bosco” – i suoi strumenti, la sua melodia minimale, il suo andamento ritmico – abbiano permeato il resto della colonna sonora. Non tutta, però, perché l’architettura registica ha voluto per il finale una musica che creasse uno stacco tanto netto quanto inatteso rispetto a tutto il resto del film. E così – per una sfida e un divertimento condiviso da tutti – è stato.”
Presentato in anteprima mondiale alle 59° Giornate di Soletta in Svizzera a gennaio 2024, Flavio Paolucci. Da Guelmim a Biasca è stato distribuito nelle sale svizzere tra febbraio e marzo 2024.