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‘Roberta Torre’: La regista anticipa il nuovo film agli Stati Generali

Agli Stati Generali del Cinema di Siracusa (tenutosi in questi giorni), la regista italiana si è aperta su diverse tematiche attuali insieme ai colleghi Gabriele Muccino, Paolo Genovese, Piero Messina e Neri Parenti, svelando anche le prime novità sul nuovo film.

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Roberta Torre

Si sono appena conclusi gli Stati Generali del Cinema (iniziata venerdì 12 aprile), tenuti presso il Castello Maniace di Siracusa, sull’isola di Ortigia. Si tratta di una manifestazione di tre giorni dedicata al cinema italiano, dove si sono susseguiti dibattiti, talk e tavole rotonde, con oltre 200 autorevoli. Tra gli ospiti vi erano anche Gabriele Muccino, Paolo Genovese, Piero Messina, Neri Parenti e Roberta Torre. 

I registi hanno avuto modo di parlare della riflessione sull’importanza del territorio nella produzione di un film; ma soprattutto, sull’IA nel lavoro creativo del cinema e sulla questione delle piattaforme. E, in un intervista concessa a Cinecittà, la Torre ha avuto modo di anticipare il nuovo film.

Roberta Torre

Roberta Torre sull’Intelligenza Artificiale

Insieme ai colleghi, Roberta Torre ha espresso la sua ‘preoccupazione’ sull’Intelligenza Artificiale, spiegando che:

“E’ in atto una rivoluzione, che dovrà fare i conti col mercato. Sul piano ideologico e filosofico, sono questioni enormi che si discutono da secoli: siamo terrorizzati dall’idea che una macchina ci possa sostituire. Per la prima volta nella storia del cinema ci troveremo ad affrontare qualcosa che non è umano. Non a caso in America c’è stato l’Hollywood Strike, in cui gli sceneggiatori si sono opposti all’idea della totale colonizzazione dell’Intelligenza Artificiale.“

Secondo Torre, l’IA non c’è modo di fermarla ed è chiaro che rappresenta una vera e propria rivoluzione, proprio come i social network. Inoltre, la regista ha avuto modo di parlare di Tano da morire, suo film d’esordio uscito nel 1997:

“Ogni tanto ci ripenso a come eravamo quando ho fatto il mio primo film Tano da morire, nel ’97. Non ho avuto quella pressione mediatica che c’è ora, nel bene e nel male. Ma ora è diverso. Sicuramente l’IA sarà una seconda rivoluzione, paragonabile a quella o anche più profonda. Non so quali saranno i tempi, ma temo che non arriverà tra dieci anni, ma dopodomani, anzi è già arrivata.”

Infine, la regista ha manifestato il proprio sostegno agli attori e agli sceneggiatori. Inoltre, secondo Torre, il ruolo regista è una figura irrinunciabile e insostituibile in quanto porta un’identità, si riconosce lo stile e la personalità. Con l’IA mancherebbe una figura essenziale, e senza di esso, perderebbe credibilità. 

Il nuovo film in sviluppo

Gli ultimi film diretti da Roberta Torre sono il documentario Le favolose (2022) e Mi fanno male i capelli (2023). Il primo film è basato sulle vicende di Porpora Marcasciano e di altre persone trangender. Il secondo invece racconta la storia della mitica attrice Monica Vitti (interpretata da Alba Rohrwacher) e la perdita della memoria. Inoltre, è anche molto attiva in ambito teatrale. La regista ha infatti scherzato sul fatto di essere sempre ‘attiva’:

“Io non mi fermo mai perché il mio desiderio rimane invariato e finché ho un desiderio, lavoro e creo. Non ho mai seguito delle strade di necessità o convenzione, è il desiderio che mi ha sempre guidato. Ora voglio approfondire quello che è stato Le favolose”.

Il progetto, ovviamente, è ancora senza un titolo ufficiale. Tuttavia, Torre ha spiegato che tipo di film vorrebbe realizzare:

“Voglio approfondire quello che è stato Le favolose, ho preso i diritti di tutti i libri di Porpora Marcasciano e sto cercando di fare un film di finzione su di lei. Lei racconta una storia che inizia alla fine degli anni ’60 e finisce negli anni ’90. E’ il percorso di una Alice nel paese delle meraviglie trans mescolato alla storia d’Italia, incontra tutta una serie di vicende, tra cui il delitto Moro. La sua è una storia vissuta prevalentemente per strada a contatto con tutti i movimenti politici più importanti, insomma, una storia d’Italia vista da un punto di vista né femminile né maschile ma appunto transgender.”

Non mancherà infine il tema dell’identità, molto caro alla regista. Ma stavolta, essendo un argomento molto delicato, sarà qualcosa di diverso e forte, perché, secondo Torre: “L’identità è costruita travalicando i generi e con la libertà di scegliere.”

Roberta Torre e i David di Donatello 2024

Roberta Torre è già stata riconosciuta diverse volte ai David di Donatello grazie ai film Tano da morire (1997) e Angela (2001). Quest’anno poteva tornare in corsa grazie a Mi fanno male i capelli, rimando però a secco di candidature. Torre si è però soffermata sul caso della protagonista Alba Rohrwacher:

“Curiosamente (Alba) non è stata candidata per Mi fanno male i capelli ma come non protagonista per La chimera diretto da sua sorella Alice Rohrwacher. E’ strano perché la sua performance nel mio film credo sia fuori discussione. Ma penso che dipenda da come vengono visti o non visti i film. Io li vedo tutti, sulla piattaforma o al cinema, ma non tutti i giurati lo fanno. Per me i film vanno visti tutti, ci vuole un bollino di qualità per i giurati, perché se voti per l’unico che hai visto, non va bene.”

Tuttavia, la regista ha espresso la sua ammirazione verso C’è ancora domani, scritto, diretto e interpretato da Paola Cortellesi. Il film è in corsa ai David con ben 19 candidature, che si terranno il 3 maggio 2024:

“Sono contenta perché è un film epocale, è una svolta sotto tutti i profili, finalmente un film girato da una donna che ha un impatto enorme sul mercato e questo è davvero importante, visto che finora c’era questa discriminante degli incassi.”

Nel mentre, non ci resta che attendere nuovi sviluppi sul prossimo film di Roberta Torre.

Fonte: Cinecittà