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‘Arcane’: quando il soggetto videoludico non ostacola la scrittura

Una serie che può davvero essere definita un capolavoro, riuscendo a declinare il videogioco da cui deriva in una vera e propria opera d'arte narrativa. Disponibile su Netflix

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Arcane

Arcane è una serie d’animazione targata Netflix di notevole successo. La prima stagione è uscita in gruppi di tre episodi a settimana dal 6 al 20 novembre 2021. Arcane è tratta dal videogioco League of Legends di Riot Games, che ha prodotto la serie in collaborazione con lo studio d’animazione francese Fortiche Production. La regia è stata affidata a Pascal Charrue e Arnaud Delord.

È in produzione la seconda stagione, la cui uscita su Netflix è programmata per novembre 2024.

Arcane: La sinossi

In un mondo low fantasy, Violet e Powder sono due sorelle che abitano a Zaun, i bassifondi della città-stato tecnocratica di Piltover. Le loro vicende si intrecciano con lo sviluppo della tecnologia magica dell’Hextech e le due si ritroveranno a combattere nel fuoco incrociato di lotte per il potere, visioni antitetiche della società e profonde contraddizioni.

Cos’è Arcane?

Arcane

Tanto per cominciare, bisognerà togliersi un sassolino dalla scarpa. O sarebbe più corretto definirlo, forse, un macigno. Arcane cerca in tutti i modi di separarsi dal retaggio del videogioco da cui è tratto e di apparire come un progetto originale, ma in realtà è un adattamento.

League of Legends è un videogioco MOBA online dalla forte impronta competitiva, molto popolare ed estremamente famoso, o meglio famigerato, per la tossicità della sua community. Il gioco è per altro del 2009 e, nonostante i continui update, non presenta un’estetica che si possa definire esattamente in linea con i tempi odierni.

Se il gioco, con il suo nutrito numero di appassionati, aveva tutte le carte in regola per garantire una solida base di partenza per la serie di Arcane, c’è da dire che questo è anche stato il suo potenziale tallone d’Achille. Il target della serie, infatti, include un pubblico molto vicino al mondo videoludico. E queste persone solo le stesse perfettamente a conoscenza di cosa sia League of Legends, soprattutto nei suoi aspetti più negativi, e che non hanno accolto con esplosivo entusiasmo l’adattamento del gioco.

C’è poi una fetta di pubblico magari non appassionato di videogiochi ma fan dell’animazione. League of Legends ha prodotto negli anni tanta animazione e, inevitabilmente, è divenuto noto anche a questo pubblico che, non videogiocando, non ha mai sperimentato direttamente il MOBA. E ha conosciuto una nozione del gioco che, per gli stessi motivi negativi di cui sopra, non è particolarmente edificante.

Questa circostanza spiegherebbe un’altrimenti incomprensibile scelta di marketing. La serie non si chiama, come ci si aspetterebbe, League of Legends, bensì Arcane, con un comicamente minuscolo sottotitolo che, dovesse lo spettatore riuscire a leggere, gli ricorderà che si tratta di un adattamento proprio di quel famoso videogioco.

I cambiamenti da League of Legends ad Arcane

Leauge of Legends

Arcane cerca, quindi, molto vistosamente di prendere le distanze dal videogioco che adatta. Questo si ripercuote, naturalmente, anche sul contenuto della serie: come conciliare un videogioco piuttosto antiquato (anche in termini di storytelling) con una serie che se ne vuole discostare ma che dovrà adattare proprio quell’universo narrativo?

Sembrerebbe apparentemente impossibile; eppure Arcane ci riesce magistralmente. Sulla questione personaggi e setting non c’è tanto che si possa fare. La serie dovrà scendere a compromessi con il fatto che dovrà necessariamente includere i nomi noti in League of Legends. Ma Riot Games ha purtuttavia lasciato a Fortiche un ampio margine di manovra.

Le storie dei personaggi sono ampiamente rimaneggiate o, in certi casi, completamente sovrascritte. Le backstory del videogioco devono puntare a vendere il singolo personaggio, a renderlo interessante al giocatore che vorrà poi magari giocarlo. Ma uno storytelling del genere non si presta bene a quella che deve essere una storia corale. Quindi, svariati elementi di queste storie vengono cambiati per renderli funzionali alla narrazione di Arcane. I personaggi, mutati anche nel design ma comunque sempre riconoscibili esteticamente, sono nel loro carattere profondamente mutati per funzionare nel nuovo mondo proposto.

Anche il setting è, almeno in parte, mutato: Piltover e Zaun sono separate da un fiume attraversabile con una serie di ponti. Questa circostanza consente alla polizia piltovana di predisporre posti di blocco o vere e proprie barricate che impediscano il passaggio degli zauniti. Come si vede nella serie, questa caratteristica è poi cruciale nello svolgimento delle vicende. Nell’universo di League of Legends, invece, Piltover è costruita letteralmente al di sopra di Zaun, con la seconda che è, a buona ragione, definita la Città Sotterranea. Una simile conformazione della città, evidentemente, non avrebbe consentito lo sviluppo della storia che i produttori della serie volevano realizzare.

Un intreccio con focus sui personaggi

Fatte queste doverose premesse, qualcuno potrebbe essersi giustamente chiesto, a dispetto di tutto questo cianciare, come sia, all’atto pratico, la serie qualitativamente. E la serie è veramente un prodotto marmoreo, che difficilmente convincerà anche lo spettatore più schizzinoso.

L’intreccio è inaspettatamente solido e convincente. Uno dei punti più critici per lo sviluppo della serie dall’universo di League of Legends è che è costituito in larghissima parte da lore, senza lo sviluppo di una storia vera e propria. Allontanandosi in parte o completamente da questa lore, Arcane sviluppa proprio quella storia estremamente difficile da realizzare con gli elementi di partenza.

Jinx Vi

La focalizzazione dell’intreccio è sicuramente più sui personaggi. Tutti sono in un modo o nell’altro coinvolti nelle vicende e giocano un ruolo, nel limite delle loro possibilità, attivo. C’è chi ha più potere di azione, naturalmente, rispetto ad altri, ma nessun personaggio è veramente passivo e tutti rispondono agli eventi che si sviluppano intorno a loro. Guardando Arcane non si avrà mai l’impressione che gli eventi seguano un determinismo dettato da necessità di narrazione: i personaggi saranno sempre i veri padroni del proprio destino e saranno le loro azioni, o non-azioni, a muovere la storia.

In tal senso, la storia è estremamente corale e viene dato il giusto spazio ad ogni personaggio. La parte principale è quella delle due sorelle, Vi e Powder, ma nelle loro vicende giocheranno un ruolo cruciale anche personaggi più o meno direttamente coinvolti, finché non si arriverà ad aver un cast ampio e vario, ma sempre ottimamente gestito.

Una sceneggiatura incalzante e ricca di colpi di scena

L’ottima gestione dei personaggi è possibile grazie ad una sapiente sceneggiatura, che trasforma il soggetto, non estremamente innovativo sul piano formale, in una serie di scene che sapranno lasciare lo spettatore sempre con il fiato sul collo. I personaggi si alleano e si scontrano, intrecciando le loro vicende in un modo che non sembra quasi mai troppo forzato. Le poche eccezioni rientrano, forse, nella rapidità in cui certi legami vanno creandosi, come quello amoroso fra Vi e Caitlyn, che sembra decisamente saltare un po’ di step in virtù di quel che potrebbe essere del semplice fanservice molto atteso dalla community. Il maggiore ostacolo allo sviluppo più lento e ponderato di alcune parti come questa è il poco tempo a disposizione della serie.

Nove episodi da 45 minuti possono sembrare tanti, ma se si considera che i primi tre sono puri antefatti (non estranei, comunque, a delle lodevoli soluzioni di storytelling), allora la vicenda vera e propria si sviluppa davvero solo in sei episodi.

Detto questo, certe sbavature risulteranno lampanti solo ad un occhio davvero molto attento. La sceneggiatura fa davvero un lavoro magistrale con i colpi di scena e i cliffhanger, mai telegrafati e sempre genuinamente piacevoli o galvanizzanti. La serie sa poi prendersi i momenti di pausa necessari per lasciare riprendere il fiato allo spettatore e, in generale, dimostra una grande capacità di gestione dei tempi.

L’estetica di Arcane

Impossibile, poi, non parlare dell’animazione di Arcane. Vera ciliegina sulla torta di questa serie che è ricca di scene d’azione, che richiedono un impegno ancor maggiore considerando che è una serie fantasy.

Ambessa Medarda Mel Noxus

Partiamo, anzitutto, dall’estetica. La serie è sostanzialmente in CGI, con modelli molto ben studiati e levigati. Le proporzioni dei personaggi sono molto realistiche, con alcune rilevanti eccezioni in cui sono particolarmente esasperate. È il caso, ad esempio, di Vander o di Ambessa Medarda, due colossi muscolosi dalle dimensioni piuttosto irrealistiche. Ma, nella loro inverosimiglianza, passano molto bene il messaggio di essere persone fisicamente molto temibili. Questo genere di licenze che l’animazione può permettersi sul corpo umano sono quelle che dovrebbe sfruttare proprio per mostrare il distacco nelle potenzialità rispetto a una pellicola live-action, e in questo Arcane fa un lavoro davvero eccellente.

Vi Claggor Milo Powder

C’è poi da sottolineare come il cel-shading restituisca una dimensione più tradizionale all’animazione, consentendo per altro un’estetica che potremmo definire come estremamente sporca. La grande abbondanza di macchie di colore in contrasto conferisce una superficie molto ruvida ai disegni. Questa dimensione ruvida non è comunque omogenea ed è utilizzata con maggior enfasi sui personaggi e gli ambienti di Zaun, per distaccare cromaticamente e visivamente la miseria delle condizioni dei bassifondi dal lucente splendore di Piltover. Un esempio perfetto di tecnica armonicamente asservita alla messa in scena.

Un’animazione encomiabile

Vi Sevika

L’animazione è, come dicevamo, un elemento chiave in una serie fantasy e d’azione come Arcane. La serie non è assolutamente una carrellata bellica, ma i combattimenti non sono affatto infrequenti. È forse in queste scene che emerge davvero tutta la bravura degli animatori e, non solo, anche scelte registiche estremamente di pregio.

Soprattutto per via del personaggio di Vi, ci sono molti scontri all’arma bianca o proprio disarmati. Lo spettatore può davvero percepire i colpi. Ogni colpo è calcolato, ben assestato e non serve semplicemente a riempire la scena di movimento e rumore: i personaggi si feriscono e, se lo scontro è alla pari, è solo perché i due combattenti non riescono a mettere a segno dei colpi in luoghi sensibili del corpo.

Ekko Powder

Talvolta, subentrano anche armi da fuoco, ed è forse in uno scontro di questo tipo che si realizza una delle scene migliori dell’intera serie. Lo scontro fra Jinx ed Ekko è un tripudio registico con pochi eguali, dove la musica di sottofondo accompagna il disvelamento dei passati dei due personaggi in uno scontro che emula un gioco che i due facevano da bambini. Il tempo è significativamente dilatato, con l’indizio di Ekko che tira fuori il suo cronometro e prende il tempo prima di andare contro Jinx. Una scena lunga diversi minuti si concentra, alla fine, in un combattimento di pochi secondi in cui Ekko, riuscendo a evitare i proiettili di Jinx, riesce a chiudere le distanze e dare un esito allo scontro completamente crudo e secco. In completa opposizione alla glorificazione dei ricordi che riemergono, Ekko, in un silenzio assordante, gonfia di colpi Jinx ma, nel momento più importante, si fa prendere dai sensi di colpa, distraendosi e rimanendo coinvolto nell’esplosione di una granata di lei, ultima risorsa per uscire vincitrice dallo scontro.

Alcuni difetti negli scontri magici

Vi punch

Forse un po’ meno convincenti sono gli scontri che mettono in scena, in maniera più ingombrante, gli armamenti hextech. I dispositivi magici hanno un funzionamento non molto leggibile dallo spettatore e sembrano, in certi frangenti, essere in grado di ribaltare l’esito di certe battaglie per il solo fatto di essere magici.

Non molto convincenti sono, ad esempio, le dinamiche dello scontro di Jayce e Vi contro gli sgherri di Silco durante l’incursione della polizia di Piltover a una fabbrica di shimmer. Se in un primo momento i combattenti, che inalano nella loro armatura steampunk costanti dosi di shimmer, sbaragliano, i poliziotti grazie alle loro forza e velocità sovrumane, contro Jayce, privo di armatura e non evidentemente protetto dal suo martello, cominciano ad avere movimenti più lenti e prevedibili. Jayce mostra, in seguito, di avere la capacità di generare uno scudo attraverso il martello, ma non sembra farne uso in un primo momento, venendo invece evidentemente rallentato dalla pesantezza del martello stesso. Il tutto fa risultare la sequenza di combattimento come un caso sintomatico di plot armor.

Questi piccoli ma non ignorabili difetti non rendono, comunque, intollerabili le sequenze. Anzi, coreograficamente rimangono estremamente apprezzabili, senza che siano mai di difficile interpretazione visiva e capaci di una dinamicità veramente spettacolare.

Le tematiche di Arcane e l’inclusività

Non è possibile evitare di parlare dei temi della serie. Vien da sé che, essendo prodotta e distribuita da Netflix, necessariamente parte delle decisioni sulla sceneggiatura possano venir dettate dal colosso dello streaming. Non che sia una critica. Anzi, Netflix è divenuta nota ai più come una piattaforma che spinge particolarmente su tematiche progressiste, producendo serie e film che si distinguono per l’inclusività. Talvolta, seguendo questa politica, si raggiungono esempi di equilibrio particolarmente felici, ma in alcune altre occasioni no, tant’è che certi prodotti vengono tacciati di essere eccessivamente politicamente corretti.

Arcane

Per quanto riguarda Arcane, rientra decisamente nel primo gruppo, e non solo per i temi dell’inclusività. La serie si destreggia con eleganza e nonchalance attraverso personaggi etero ed LGBT. Il “cast” è, per sua stessa natura, profondamente multietnico e, in generale, più o meno chiunque può sentirsi rappresentato dai personaggi. E tutto  senza che questo aspetto emerga come ingombrante o preponderante, ma è espresso con estrema naturalezza. Nessuno, vedendo Arcane, sentirà il bisogno di definire questa serie come politicamente corretta, innalzando sterili critiche al mondo dell’arte cinematografica.

Razzismo e police brutality

Il fatto che il cast sia multietnico gioca un ruolo cruciale nello storytelling di Arcane. Nel mondo low fantasy che va a creare, la serie non manca di riflettere alcune dinamiche del nostro mondo per muovere quella che è, difatti, un’evidente invettiva politica contro alcuni fenomeni troppo tristemente diffusi.

Arcane Enforcers

Il razzismo, la paura del diverso e la guerra che esso può generare sono la chiave di lettura degli eventi che oppongo Piltover e Zaun. La prima, la città alta, benestante e privilegiata che detiene il potere ma non vuole avere direttamente a che fare con la plebaglia della Città Sotterranea. La seconda, oppressa da ormai troppo tempo, genuinamente desiderosa di vedere riconosciuti i propri diritti e costretta dal contesto alla criminalità; un contesto provocato da una classe di governo troppo attenta solo ai propri interessi personali. Una classe di governo che, per tutelare i propri privilegi, non ha paura di ricorrere alla violenza, ricorrendo ad una polizia incattivita e addestrata a sopraffare e a un blocco delle frontiere che per impedire il passaggio agli zauniti che troppo da vicino ci ricorda eventi del mondo reale.

Arcane ci va giù decisamente pesante sotto questo punto di vista, e non si presta a metafore edificanti. Ma, a dispetto di quanto si possa credere, la serie non spara a zero sulle forze dell’ordine in quanto tali, ma sulla loro cattiva gestione. Caitlyn è un ottimo esempio di poliziotto addestrato e ligio al dovere, con una vera aspirazione, disposta a sacrificare sé stessa in nome del suo lavoro. Arcane non si propone certo di fornire alcuna soluzione, ma la sua lettura della realtà sa essere sottile e perspicace.

Ribellione e terrorismo

Parlando di razzismo e police brutality, si può arrivare facilmente a parlare anche di guerra civile e rivoluzione. Sostanzialmente da una ribellione violenta prende le sue mosse Arcane, una ribellione zaunita finita, inevitabilmente, nel sangue. In queste vicende, Vi e Powder perdono i loro genitori e, muovendo insieme da questo trauma, giungono nel corso della serie a risposte diverse.

Da un lato, Vi è estremamente combattiva contro le ingiustizie che attanagliano la società zaunita e, per farlo, è estremamente decisa a scendere in guerra con Piltover. Ma Vi non è una persona irragionevole, il suo unico problema è aver visto sempre un solo lato della medaglia. Imparando a conosce Caitlyn e Jayce, lei comprende che anche i piltovani sono persone normali e uguali agli zauniti. Compreso questo aspetto e ammorbidita un po’ la sua visione, non abbandona la sua belligeranza, ma decide di risolvere un problema alla volta, partendo dalla criminalità organizzata di Zaun.

Dall’altro lato, abbiamo Powder, o, per meglio dire, Jinx. Lei non è combattiva come la sorella, ma nondimeno vuole ritagliarsi un proprio spazio nel mondo in cui vivere felice. Tuttavia, proprio a causa dell’eccesiva integrità morale della sorella, lei finisce per diventare una vittima delle circostanze ed egoisticamente priva di morale. L’unica cosa che conta è riuscire a raggiungere quell’agognata serenità. E, per farlo, ogni mezzo è giustificabile, anche passare dal lato della criminalità e ricorrere al terrorismo.

Vi and Jinx Arcane

Vi e Jinx incarnano perfettamente le due risposte cui un popolo oppresso da un altro può giungere. E come nel mondo reale, le dinamiche di Arcane si rivelano incredibilmente lungimiranti. Il compromesso finisce per produrre troppi pochi risultati e troppo lentamente. Ed è la violenza subdola a diventare la componente più vocale, che non porterà poi a nient’altro che ad altra violenza.

Scienza ed etica

La serie, per sua stessa natura, non è esente dalla trattazione di questioni morali di ambito scientifico. Fin dove può spingersi la scienza nella sua sperimentazione? Cosa è lecito e cosa no nel nome del progresso? E cosa deve succedere prima che ci si renda conto della pericolosità di quello a cui la scienza inavvertitamente lavora?

L’hextech, la tecnologia magica di Arcane, altro non è che una metafora della tecnologia energetica del nostro mondo. Trattasi di una fonte di energia che consente cose prima impossibili e che, nelle mani sbagliate, può portare a danni incalcolabili. Arcane è incentrata sul mondo scientifico di Piltover e sul progresso derivante dalla ricerca. Di contro, anche Zaun porta avanti un’instancabile ricerca che va in una direzione diversa dall’hextech, ma ugualmente ambivalente qual è lo shimmer.

Jayce

Se l’hextech può contribuire al benessere delle persone attraverso la creazione di congegni che coadiuvino il lavoro delle stesse, significativamente quegli stessi congegni possono diventare, se utilizzati in maniera diversa, delle vere e proprie armi. E così, su più larga scala, l’hextech può rendere una città come Piltover il cuore pulsante del commercio attraverso l’invenzione degli hexgate, portali di teletrasporto. Ma, d’altro canto, può diventare anche una bomba che, al culmine della stagione, provocherà il più grave attentato della storia.

Allo stesso modo lo shimmer può essere usato come arma per creare dei supersoldati, ma anche come medicina, grazie alla quale, ad esempio, Silco riesce a tollerare le tossine che abitano il suo corpo. Arcane riesce molto bene a mettere in scena in maniera matura il contrasto tra le potenzialità che una tecnologia può avere e l’uso cui differenti intenzioni possono portare.

Conclusioni

La carrellata di temi che Arcane affronta con estrema lucidità potrebbe ancora andare avanti, ma è arrivato il momento di tirare un po’ le somme.

Arcane Jinx

Arcane è una serie il cui successo di pubblico e di critica mostra molto bene come abbia avuto una lavorazione estremamente curata ed encomiabile. Sono lodi, quelle rivolte alla serie Netflix, perfettamente comprensibili e meritate. E tutti questi meriti sono ancor più notevoli se si tengono in considerazioni gli ostacoli che ha dovuto superare come adattamento di un medium che non presentava una storia facilmente trasponibile in serie. Arcane è diventata una serie di successo non grazie ma, piuttosto, nonostante il videogioco da cui è tratta, contravvenendo alla tendenza generale che vedeva gli adattamenti di prodotti videoludici immancabilmente mancare il bersaglio.

La generosità di lodi che ha caratterizzato anche questa recensione non vuole essere un modo per convincere, d’altro canto, i maggiori detrattori della serie. Come sempre, il gusto gioca un ruolo fondamentale, ma l’assenza di gravi difetti evidenziati non deve passare come miopia. Ogni serie ha i suoi difetti, e certamente Arcane non ne è esente. Ma è innegabile che sia riuscita, come raramente succede, a mettere d’accordo davvero tantissime persone. E questo dovrebbe essere testimonianza di uno show che può forse essere definito per davvero un’opera epocale e una delle migliori serie d’animazione del nuovo Millennio.

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Arcane