Esce nelle sale cinematografiche italiane, la commedia d’autore Gli agnelli possono pascolare in pace scritta e diretta da Beppe Cino, in concorso al Bif&st Bari International Film & Tv Festival 2024 nella sezione FilmFest 2024, Nuovo cinema italiano.
Nel cast: Maria Grazia Cucinotta, Massimo Venturiello, Tiziana Schiavarelli, Umberto Sardella, Rossella Leone, Dante Marmone, Valentina Gadaleta.
La produzione è di Corrado Azzollini per Draka Production con il contributo di Apulia Film Commission. La distribuzione è di Draka Distribution.
Il film è stato proiettato in anteprima il 20 marzo 2024 al Teatro Piccinni di Bari. E Bari è una delle protagoniste di questa storia completamente ambientata e girato in Puglia , a Molfetta precisamente.

Gli agnelli possono pascolare in pace: la trama
La protagonista della storia è Alfonsina Milletarì, detta Fofina, interpretata da Maria Grazia Cucinotta. In un paese del Barese, dove vive insieme a suo fratello con il quale ha problemi legati al passato della famiglia, le appare in sogno la Madonna Addolorata, icona sacra del luogo. Le parla con accento straniero e le chiede di liberarla dal posto in cui è sepolta: interrata sotto un albero di carrube, nel terreno di suo fratello, al confine con la proprietà di una famiglia storicamente in contrasto con la sua.
Da subito sono esplicitati gli ostacoli che Alfonsina deve affrontare per soddisfare le richieste della Madonna.
Il film ha come elemento principale la parola. Che in questo caso potrebbe essere declinata anche con la maiuscola, Parola, dal momento che a parlare è la Madonna. Anche nella sceneggiatura, però, la parola, con la minuscola, è essenziale perché i dialoghi iniziano dopo diversi minuti dall’inizio del film. Ma il silenzio è funzionale alla scena. Nel momento in cui irrompe sulla scena la parola tutto scorre come un fiume inarrestabile. Diventa il filo rosso che conduce la trama fino alla rivelazione finale e annoda tutti i punti salienti della vicenda.

I temi della storia
Il tema principale de Gli agnelli possono pascolare in pace lo dichiara il regista Beppe Cino: “È un film che affronta una tematica urgente del nostro presente: il tema del confine, su cui si scontrano tutti i popoli di ogni razza e da sempre.” Ma è subito chiaro anche alla visione che si sta parlando di confine: quello tra realtà e sogno è solo il primo che si percepisce quando la sceneggiatura ci presenta l’apparizione della Madonna.
“Qua tutti signori sono diventati in questo paese.”
Oltre a questo, infatti, ci sono i confini tra un terreno e l’altro (anche qui si potrebbe giocare con le maiuscole: tra Sé e l’Altro), tra vita e morte, tra perdono e odio, tra superficie e profondità, tra pregiudizio e fede, legalità e illegalità. Risulta interessante elencarli tutti perché tutti vengono toccati dalla trama del film.

La regia
La stessa scelta registica fatta da Beppe Cino, per raccontare Gli agnelli possono pascolare in pace, è coerente con il tema dichiarato della storia. Le inquadrature sono dal primo frame impallate, ostacolate. Le immagini e i personaggi appaiono sempre separati da noi dalla presenza di candele, grate, recinzioni. Sono i confini, ma sono anche barriere comunicative. Che devono essere abbattute. E per questo lotta Alfonsina, benché inconsapevolmente, guidata dalla Parola della Madonna.
I movimenti della macchina da presa risultano sempre fluidi e sempre dinamici. Poche volte sono statici nel classico campo/controcampo, e sempre funzionali alla scena. Quasi ad accompagnare i personaggi verso l’abbattimento di quegli steccati e portarli alla reciproca protezione.
” – Tutta la rabbia che mi tenevo dentro è passata in un minuto, cose da pazzi.
– Cose da cristiani.”