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‘Io Capitano’ alla notte degli Oscar

Dopo tredici premi, cinque candidature in festival di tutto il mondo, l'Oscar come miglior film straniero al film 'Io Capitano' di Matteo Garrone non arriva, ma riaccende i riflettori su un tema ancora attualissimo, oscurato dal conflitto in medioriente.

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Io Capitano ci mostra la realtà tristemente nota alle coste italiane, quella dellimmigrazione, dall’Africa verso l’Europa. Nel film di Matteo Garrone, con sceneggiatura a firma del regista insieme a Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, non ci sono star, ma gli occhi intensi e veri di Seydou Sarr, già Premio Marcello Mastroianni, e Moustapha Fall. Due giovani attori con alle spalle solo piccole esperienze teatrali in Senegal e tanta voglia di mettersi in gioco: nel film come nella vita. Una cosa è certa. Un anno fa non avrebbero mai nemmeno sognato di trovarsi sul Red Carpet dell’Academy Award. Nel frattempo, il film in Italia è stato proiettato centinaia di volte per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Il regista ha dichiarato pubblicamente che è in preparazione una tournée in Senegal attraverso proiezioni itineranti per mostrare ai ragazzi locali i rischi insiti in una scelta di “fuga”, contribuendo così a smontare molte bugie che nutrono il loro immaginario. Un gesto politico concreto che unisce l’arte all’azione sul campo, e ci fa tornare in mente il finale del bellissimo (e troppo presto dimenticato) My Name is Adil di Adil Azzab e Magda Rezene.

Io capitano

I due protagonisti non sono diseredati, malati, derelitti. Non sono ragazzi senza famiglia né legge, né Dio. Non sono vittime di violenza di regimi antidemocratici, né in fuga dalla guerra. Sono semplici ragazzi sedicenni che hanno gli stessi sogni degli adolescenti di casa nostra. Vogliono cantare, fare musica, conoscere il mondo e perché no? Anche firmare autografi. L’unica differenza è che per farlo non debbono decidere quali scarpe indossare, ma come sopravvivere.

‘Io Capitano’: il percorso umano nel film

Il film di Matteo Garrone affronta con poetica veridicità un percorso umano attualissimo, e insieme universale in un momento in cui forse ce n’è ancora bisogno: l’immensa ingiustizia che rende così diverso il destino di chi al mare ci va per fare immersioni e per chi nel mare è immerso per necessità, col rischio di annegare. La linea di confine tra queste due tipologie di esseri umani lo fa la sorte che stabilisce da quale parte del Mediterraneo si è nati.

Ed esiste forse un momento in cui possa dirsi superfluo raccontare l’ingiustizia? Il paradosso? L’assurda crudeltà della disuguaglianza? Garrone non ha bisogno di indugiare su immagini ad effetto, ricorrere a materiale di repertorio, o mettere in scena ciò che ogni giorno, prima che il conflitto israelo-palestinese invadesse le nostre coscienze, riempiva i nostri telegiornali. Non c’è spazio per sguardi compassionevoli. La macchina da presa riprende un viaggio incredibile, a tratti mitico, eppure documentato, ricostruito grazie alle testimonianze.

Una volta compiuta la scelta radicale del “viaggio”, contro il veto delle madri, gli ammonimenti dei parenti, la paura dell’abbandono, i ragazzi troveranno la forza, il coraggio e l’orgoglio di non tornare indietro. Lo faranno cercando la risposta che vogliono nei gesti del mago del villaggio. Ed è così che Seydou, nonostante i dubbi e la paura di ferire la madre, deciderà di partire spinto dalla incontenibile e incosciente motivazione del cugino Moussa. E quale adolescente non ha trasgredito una volta la volontà dei padri per spostare in avanti i propri limiti? Per Seydou quel confine è la Libia, e il limite la possibilità di attraversare il mare. Affronterà sfide sempre più potenti fino alla più spiazzante delle responsabilità: prendere in mano la vita degli altri.

‘Io capitano’: una fiaba vera

Io Capitano si fa subito strumento necessario di narrazione, sia nel capovolgimento del punto di vista sui fatti, sia sulle aspettative linguistiche scelte dal regista, come già bene analizzate nella nostra recensione di Veronica Ranocchi. In linea con la propria poetica non c’è infatti solo il profilo reale, esotico e crudele del deserto, ma anche quello dell’immaginazione dei protagonisti: il loro mondo di magie, credenze, speranze.

Prende vita davanti ai nostri occhi anche il sogno, reso concreto dalla disperazione e dal dolore, avvicinando i mondi tra loro e rendendo più vivo il desiderio di alterità. Una fiaba vera che ci ricorda quanto la nostra identità si fondi su una libertà che diamo troppo spesso per scontata, e di come una identità umana, invece, si fondi sulla capacità di mettersi nei panni degli altri.

Paolo Carnera alla fotografia e Marco Spoletini al montaggio.

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'Io Capitano'

  • Anno: 2023
  • Durata: 121
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia, Belgio
  • Regia: Matteo Garrone
  • Data di uscita: 07-September-2023