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In Sala

Hotel Transylvania

Dracula, proprietario dell’ Hotel Transylvania, un hotel a cinque stelle destinato al soggiorno di tutti i mostri del mondo, invita alcuni dei più famosi per celebrare il centodiciottesimo compleanno di sua figlia Mavis. Inaspettatamente si presenta al Hotel il giovane Jonathan e Dracula cercherà di impedire alla figlia di innamorarsi di lui, prima che sia troppo tardi.

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Anno: 2012

Durata: 91′

Distribuzione: Sony Pictures

Genere: Animazione

Nazionalità: USA

Regia: Genndy Tartakovsky

Data di Uscita: 8 Novembre 2012

Dopo averci fatto rabbrividire con il simpatico ParaNorman, il mondo dei cartoni animati si getta di nuovo nella dimensione horror, stavolta mettendo in gioco direttamente i beniamini del genere e sfoggiando, ovviamente, il consueto 3D.

Hotel Transylvania, infatti, fa uso di Dracula, Frankenstein, l’uomo lupo e la mummia, tutti insieme appassionatamente in questa avventura tutta risate e citazioni che faranno la gioia di grandi e, soprattutto, piccini.

I mostri del pianeta sono qui alla ricerca di un posto dove potersi rilassare in santa pace, lontani dalla violenza degli uomini che li vorrebbero vedere morti.

A Dracula, quindi, viene la brillante idea di costruire un albergo tutto per loro, ovvero l’hotel Transylvania.

Un albergo dove ogni creatura delle tenebre può trovare il suo spazio, tra saune e piscine, concerti e animazioni; un vero centro di ritrovo in cui il più pericoloso dei mostri viene invitato per la festa di compleanno di Mavis, figlia del conte ghiotto di emoglobina, sulla quale ha messo gli occhi e il cuore il giovane umano, Jonathan.

Prodotto da Adam Sandler, che in originale presta anche la voce al personaggio di Dracula, Hotel Transylvania è un film per tutti che non si differenzia molto da altri suoi simili.

Ormai, l’universo dei cartoon 3D sfoggia una comicità esagerata e martellante che, alla lunga, può stancare lo spettatore.

Va bene che i piccoli si divertono in questo modo, però il facile ricorso alle gag a catena, quando a sfondo volgare, quando a doppio senso, non sembrerebbe essere un buon modo per raccontare una storia dall’interessante potenziale.

Perché, a suo modo, la trama riesce a ironizzare su luoghi comuni del genere horror e a farne qualcosa che si possa adattare al mondo dei bambini, ma i ritmi frenetici e quell’uso martellante della battuta non aiutano molto la narrazione.

Un difetto non limitato soltanto a questo lungometraggio, ma, in generale, esteso un po’ a tutti i recenti cartoon da grande schermo.

Un aspetto che non giova affatto al genere, se si vuole cercare la via dell’opera capace di reggere il tempo (basterebbe guardare i classici Disney, paragone azzardato ma funzionale per l’occasione).

In ogni caso, una visione il film la merita, ma soltanto una… accompagnata nella versione italiana da un Claudio Bisio – al posto dell’originale, già citato Sandler – con simpatico accento transilvano e, in patria, da quelle di Selena Gomez, Kevin James, Fran Drescher e Steve Buscemi.

Mirko Lomuscio

 

 

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